Ci risiamo, quando a uno dei nostri – e non uno qualsiasi – gli gira storto, boom, ecco arrivare una fracassata di brutti pensieri contro l’atleta e la persona. Poi arriva un buon risultato, perché prima o poi arriva e allora diventa un grande campione. E va beh, questione di abitudine.
Ieri al termine della gara Luca De Aliprandini ha sbottato tenendo per sé il riferimento della sua polemica. È adulto e vaccinato, sa quello che dice e sa quello che fa. Non è mai bello sentire certe cose, questo è fuori discussione, ma ha 33 anni, più di 100 gare in Coppa del Mondo e con il nervoso a fior di pelle per non aver saputo sciare come avrebbe voluto e dovuto, ha tirato fuori qualche vecchio o nuovo rancore. Fatti suoi, chiarirà con chi sa lui.
Luca oggi motiva così: “Ok, “Weekend” (domenica/lunedì) difficile sportivamente parlando, sicuramente non quello che mi aspettavo dalle due gare di casa su una pista fantastica come la Gran Risa. Grazie a tutti i tifosi
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Post gara ancora più pesante dal punto di vista emotivo, mai avrei pensato di sentirmi così vuoto, esausto, con il fiato corto e le lacrime agli occhi. E non per i miei scarsi risultati ma pensando a quanto possa essere grande l’ ego di qualcuno pur di non chiedere SCUSA per trovare un compromesso”.
Ma non è per questo che Luca ha dato i numeri.
Al termine della prima manche, mai avrebbe pensato che con un ritardo di +4”64 sarebbe riuscito a qualificarsi. Allora si è tolto il pettorale, numero 18, e lo ha regalato a un bambino che a bordo pista si sbracciava per salutarlo e stringergli la mano. A fine gara, con la testa probabilmente già in hotel, si è accorto di essere trentesimo, ma mai e poi mai sarebbe tornato da quel piccolo tifoso per farselo ridare. Dunque, ecco perché ha concluso la sua gara con un pettorale bianco e il numero scritto a pennarello. Ecco, è questo l’unico numero che ha dato!
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