Dopo le polemiche di ieri, nella seconda prova della discesa maschile, su un tracciato rinnovato nei passaggi incriminati, Dominik Paris è risultato il più veloce. È solo un indizio poiché, rispetto ad altri, non si è tirato su se non pochi metri prima del traguardo. Rispetto a Vincent Kriechmair (6°) che ha fatto in piedi tutto lo schuss conclusivo.
Al traguardo Donne: “Oggi molto meglio, con maggiore velocità si riesce a girare di più. Ora la pista ha senso. Responsabilità per portare a casa Italia una medaglia? Quella spett a Rinaldi, io sono responsabile solo per me stesso e faccio l’atleta. Devo aggiustare ancora qualche cosina, ma oggi ho sciato bene. Sarà una gara decisa al centesimo, dunque non ci possiamo permettere di sbagliare una virgola. Non psoso sia dire che questa sia la mia pista ideale, semplicemente perché non esiste. Forse quella dove mi trovo meglio è la Stelvio, ma se vuoi essere il numero uno devi saper andare forte ovunque”
Quello che più conta, dunque, non è tanto il tempo finale, quanto i parziali, dove Domme è quasi sempre stato davanti a tutti. E la sensazione è che abbia ancora ampio margine di miglioramento nella scelta di alcune linee. Pare abbia le idee già ben chiare Beat Feuz che al minuto di gara, ma solo in quel parziale, risultava più veloce del nostro gigante della Val d’Ultimo.
E questo è un po’ strano, poiché raramente Beut si trova nelle prime posizione nel training. Oggi è risultato terzo, alle spalle di Max Franz. Poi Striedinger, ben più veloce di capitan Matthias Mayer.
Terreno molto duro e comunque sempre tanta curva. Che Christof Innerhofer ha voluto affrontare più come studio che come tentativo di trovare fin da subito le linee migliori. La posizione eretta l’ha assunta per quasi tutta la seconda parte della Vertigine. Dunque quei due secondi e oltre di svantaggio sono decisamente bugiardi.
“Oggi molto meglio il tracciato, con maggior velocità. pensavo di essere andato un po’ meglio nella parte alta dunque mi sa proprio che dovrò sistemare qualcosa. Mi sono alzato per un bel tratto di pista perché sono convinto che debba risparmiare più energie possibili. La neve così fredda e secca mi ricorda molto quella di Lake Louise e Beaver Creek. Non è un caso che Franz e tutti gli austriaci si trovino sempre lì davanti”
Se Inner poteva permetterselo, Marsaglia, Buzzi, Schieder e Casse un po’ meno. Per loro non si trattava di una qualifica vero e proprio, poiché i tecnici avevano loro annunciato che la scelta sarebbe stata tecnica. Il che non è che cambiasse moltissimo. Casse però questa mattina si è svegliato con un po’ di dolore a un piede, dunque ha preferito non prendere parte alla gara.
È evidente come questo giochino sia servito da stimolo a Florian Schieder che ha sciato con precisione millimetrica, fino alla fine, raccogliendo il quinto tempo, a 44 centesimi da Paris. “I tracciati più sono tecnici e più mi sento a mio agio, nel senso che so di poter sciare sfruttando le mie caratteristiche al meglio”
Poi Matteo Marsaglia, settimo, autore anche lui di una prova maiuscola dove ha sciato davvero bene. Forse come mai lo abbiamo visto quest’anno.
Niente da fare, dunque, per Emanuele Buzzi (20esimo). Per ricapitolare, il quartetto Azzurro sarà: Paris, Innerhofer, Schieder e Marsaglia.
Il percorso non ha le caratteristiche di una discesa classica. Grandi schuss per ricercare la massima velocità non ce ne sono. E si passa molto tempo sugli spigoli. Uno dei passaggi chiave è la lunga traversa che ricorda un po’ la Carcentina della Stelvio. Ultima nota, oggi nessuno ha saltato le porte!