Nello sci i piedi sono altamente sollecitati in quanto devono assolvere a un compito tecnico importante: imprimere allo sci forza precisa per l’esecuzione del gesto atletico e allo stesso tempo garantire un equilibrio perfetto nella conduzione dello stesso. Inoltre nel piede è insito un meccanismo importantissimo e insostituibile chiamato propriocettività, che garantisce una perfetta sensibilità di appoggio e di «sensazioni».
Perché il piede possa rendere al massimo nella pratica dello sci, deve essere all’interno di una calzatura rigida che ben lo contenga senza fare alzare il tallone nella flessione anteriore della caviglia, ma allo stesso tempo sufficientemente elastico. Purtroppo la perfetta «resa» si scontra con il confort della calzatura che spesso viene mal tollerata dal piede. Tranne in casi particolari riguardanti chi pratica attività agonistica, il compromesso tra resa tecnica e comodità è fondamentale. La complicanza di una eccessiva pressione dello scarpone sulla cute è l’insorgenza di ispessimenti della stessa, la formazione di borsiti e calcificazioni, che rendono doloroso sciare.
Le borsiti che si verificano più frequentemente sono quelle a livello retrocalcaneale, si localizzano nella parte posteriore del piede nel punto in cui il tendine d’achille s’inserisce al calcagno.
La borsite si può verificare tra l’osso e il tendine ed è di tipo sieroso, cioè con un’alta percentuale acquosa, con la funzione di ammortizzare le sollecitazioni meccaniche evitando così un eccessivo attrito. Anche quando si verifica interponendosi tra la cute e la formazione tendinea ha in egual modo funzione di «cuscinetto» elastico.
Le manifestazioni cliniche sono dominate dall’arrossamento, tumefazione, dolore spontaneo e alla palpazione, intolleranza a calzature troppo strette e rigide.
Le cause sono per la maggior parte dei casi da imputarsi alla conformazione particolare del piede, che può essere tendenzialmente allargato anteriormente, piatto e alla naturale sporgenza del metatarso. Un’altra causa può essere lo scarpone con pianta eccessivamente stretta.
La diagnosi è immediata, ma è necessaria l’esecuzione dell’esame radiografico al fine di visualizzare la conformazione scheletrica del piede.
Il trattamento è clinico e si basa sull’uso di creme antiinfiammatorie, ciclo di ultrasuoni o di laserterapia. Raramente si arriva a ricorrere al trattamento chirurgico di correzione della prominenza anatomica. Utili sono le protezioni in silicone.
Nei casi estremi chirurgicamente si agisce non solo sulla sporgenza ossea, ma sulla forma del metatarso mediante un’osteotomia (rottura), ridicendone la larghezza.
È indubbio che prima di ricorrere all’ortopedico un bravo tecnico debba saper adattare lo scafo dello scarpone alla conformazione particolare del piede dello sciatore.
Il discorso è ancora più importante nel bambino che deve usare scarponi dedicati per peso e elasticità e della misura adatta (non troppo strette o troppo grandi).
Inoltre l’imbottitura interna deve essere ben distribuita e in grado di mantenere caldo il piede.
Un’altra considerazione importante è quella di anticipare l’insorgenza delle lesioni sopra descritte inquadrando precocemente la conformazione del piede e il «conflitto» esagerato con calzatura, al fine di evitare la cronizzazione di queste patologie minori ma molto fastidiose.
Add Comment