È in arrivo il nuovo DPCM e pare ci siano pochi dubbi: si va verso la chiusura degli impianti di risalita! Ma le Regioni non sono d’accordo con tale eventuale provvedimento. Intendiamoci, la notizia non è ancora ufficiale. Girano in rete diverse bozze contrastanti. Ma riguardo agli impianti è quanto trapela da ambienti vicini a chi è chiamato a prendere tali decisioni.
Come detto, le Regioni la pensano diversamente. Lo si evince da un documento a firma di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni. Una lettera ufficiale inviata al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al professor Francesco Boccia, Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie.
Si chiede di eliminare dalla bozza del DPCM articolo 1, comma 6, lettera F il riferimento agli impianti di risalita. Una presa di posizione maturata dopo aver letto in maniera approfondita il protocollo che Anef e confindustria hanno redatto con lo studio scientifico dell’Uni. Che è l’ente italiano di Normazione.
Sembra che quella sciagurata immagine circolata oggi sui social, dove si vedono a Cervinia, sciatori in coda in attesa di salire sull’impianto, non abbia per niente giovato alla causa.
Purtroppo agli occhi di chi deve prendere decisioni, rimane soltanto la fotografia. Tutto il resto conta poco. Il resto sappiamo bene cos’è. Lo sciatore è all’aria aperta. È bardato come un palombaro.
Non ci sono stati casi durante tutta l’estate di focolai sui ghiacciai. Nemmeno isolati o comunque attribuibili allo sci. La funivia di Cervinia stipata rimane abbastanza borderline e questo è stato probabilmente l’unico grande errore. Utile, se non altro, perché non si debba più ripetere
Per l’industria bianca non è ancora disperazione, ma un antipasto. Non si sta parlando solo di togliere un divertimento agli appassionati, ma di distruggere un’economia enorme.
Per ora l’allarme è arancione, non ancora del tutto rosso. L’eventuale stop dovrebbe rimanere in vita fino a fine novembre. Se la chiusura degli impianti a partire dal 26 ottobre può servire a fermare il contagio, ben venga.
È vero, la scienza è evidente che non sia in grado di stabilire se il provvedimento – la lettera F – sia effettivamente utile. Sì va per tentativi o per esclusione. Meno gente va in giro meglio è.Perché è evidente che il problema non è il numero dei positivi, ma puramente sanitario.
Gli ospedali non reggono. Ora ognuno può intavolare le discussioni che più crede. Inveire contro tutto e tutti perché si è fatto poco o nulla per evitare di arrivare a questa situazione. Io mi occupo di sci, di neve e di montagna, un cittadino qualunque. Pertanto credo che il mondo dello sci debba adeguarsi e capire il momento.
Però bisognerebbe anche capire l’eccezionalità del nostro sport, che si fa all’aria aperta. Con attrezzi che assicurano per natura il distanziamento (questo è scientifico).
Basta stare attenti alla risalita, ai rifugi, a indossare le mascherine, casco, guanti, bavero della giacca a vento tirato su. Lo sciatore può dedicarsi alle curve, allo stile, godere del vento che frizza sulle guance.
L’amico lo può abbracciare anche l’anno prossimo. E se vede che una telecabina è già abbastanza piena, si accontenti di prendere quella dopo. Perché lo sci sciato salva. Anzi, è salvifico!
Speriamo che tra i nuovi provvedimenti lo sci venga escluso. Almeno lo sci!Nuovo dpcm si va Nuovo dpcm si va