Nasce il partito dei Trillini (Vulcanici)
Niente politica e nessun colore solo sci e un gruppo di ragazzini napoletani che Alfonso Formidabile Trilli sta crescendo assieme al suo staff tecnico organizzato dallo Sci Club Sai Napoli.
Maestro di sci, Istruttore Nazionale e naturalmente allenatore, Alfonso, 30 anni di Roccaraso rappresenta l’emblema dello sciatore professionista del sud. Lo senti arrivare perché sprizza simpatia, carica ed entusiasmo da tutti i pori. Un perfezionista della curva che si basa sulla dinamicità e la grinta. Non usa eufemismi o giri di parole, va dritto al sodo e ti spiega le cose con semplicità estrema. Anche quando l’argomento diventa ostico.
È anche un po’ James Dean, si tiene allenato e non ostenta il fisico scolpito. Ma lo fa con estrema ironia. Insomma, ha tutte le caratteristiche dello sciupafemmine, ma non lo è. Cioè, non lo sappiamo, ma non ci interessa, anche se pur avendo sempre il sorriso scolpito sul viso, quando bisogna essere seri te lo fa capire con uno sguardo.
Ai bambini appare un po’ come un super eroe anche se non porta il mantello. Sono i trillini della categoria Pulcini, quindi baby e cuccioli della società presieduta da Massimo Albora.
All’interno delle attività del Sai Napoli c’è il comparto Vulcano Ski race diretto da Ferdinando Fossati. Per i cuccioli, 25 bambini, è stato costituito un team tecnico apposito
“Siamo in tre e secondo me siamo perfetti per le nostre caratteristiche”.
Tu sei il leader…
Diciamo il responsabile tecnico. Qualifica che mi autorizza a gasarli a manetta! Non fraintendermi però, non dico che sono più bravi di Hirscher o della Shiffrin, ma diciamo che sono il trombettista del gruppo, colui che suona la carica.
Severo o mammone?
Un po’ mi temono, ma lo faccio apposta. Voglio di proposito che sia così perché quando parlo io devono rigare dritto come soldati. Mi riferisco dal punto di vista educativo, degli orari, dell’impegno… Insomma sono il più rigido dei tre e anche l’iperattivo!
Andrea Bettini?
Il mio opposto, molto più morbido. Coi bambini è a dir poco spettacolare. 34 anni, il giocherellone del gruppo, lo adorano!
E Luca Faccia…
Lui è il loro papà. 50 anni, rappresenta l’esperienza a tutto tondo, a volte bastone, a volte carota.
In estate (quelle nornali), fanno base a Les Deux Alpes, mentre in autunno girano tra Stubai e Solda appena apre. L’ultima sono invece riusciti a fare solo dieci giorni a luglio e sei giorni a Saas Fee a settembre. Covid o non covid il numero non cambia. Quando entrano nel primo anno ragazzi, altrettanti ne entrano dal vivaio, i topolini e superbaby. Il primissimo ingresso funziona un po’ col passaparola e con uno sguarda che inevitabilmente viene dato ai risultati ottenuti. Non è fondamentale ma aiuta tanto.
E Trilli il risultato come lo considera?
Ovviamente in ambito agonistico non puoi dimenticarti che esista, anche se stiamo parlando di bambini. Personalmente cambio però totalmente il punto di vista. Lo lego alla prestazione. Mi spiego. Io sono un allenatore che dà tutto se stesso e non solo in pista. Di contro pretendo di vedere un impegno totale, quello che ti consente di dare il massimo del tuo potenziale in quel momento. Se poi arrivi primo o ultimo non mi importa. Voglio però vedere che hai dato davvero tutto e che hai affrontato la giornata sugli sci al meglio.
Ma se non vincono, come la prendono?
Lavoriamo moltissimo su questo. Con questi presupposti è più semplice andare ad analizzare cosa è andato bene e cosa meno. Senza mai dimenticare che uno degli obiettivi principali è che non venga mai meno il divertimento, altrimenti non ci siamo proprio! Ti facci un esempio. Pochi giorni fa abbiamo fatto le qualifiche per il Pinocchio. I miei bambini non hanno sciato come avrei voluto. Perché? Giornata particolare, tempaccio con poca visibilità, neve che spaccava, ma il problema di fondo qual era? La qualifica! Si sono fatti prendere dalla necessità di doversi qualificare e questo aspetto provoca poca tranquillità. Il mio tentativo, al di là del risultato, è invece quello di farli sciare bene e farli scendere a tutta. Quello che viene è solo una conseguenza e va analizzata solo in un secondo tempo.
Al Criterium di Cortina le cose sono andate benino mi sembra…
Allora, del gruppo abbiamo 13 cuccioli e per Cortina se ne sono qualificati 12. Tra le bimbe del 2009, Emma Cricri è arrivata seconda in slalom, dunque medaglia d’argento. Carola Maione 18esima, 30esima Asia Albino. Tutti di Napoli tranne Laura Giacomelli che è di Roma, 15esima in gigante col pettorale 117! Tra i 2009 in slalom Gaetano Cantalupo ha concluso settimo e14esimo Giancarlo Ferraro. Nel gigante maschile, il 2010, cuccioli 1, Matteo Bevilacqua 13esimo e Tommaso D’Acunto 17esimo.
I genitori come seguono?
Cerco di tenerli fuori dal contesto pista. Meno sono sulla neve meglio è. Quello che cerco di valorizzare è la crescita dei bambini e non solo dal punto di vista tecnico. È importante che comincino a rendersi più indipendenti possibile. Così ci organizziamo perché alla trasferte, gare o allenamenti vengano da soli assieme a noi allenatori. Ovviamente quando siamo a Roccaraso, li accompagnano e poi spariscono. Spesso li riaccompagnano a casa noi stessi. Nelle trasferte di gare nazionali, come ad esempio al Pinocchio dell’Abetone, loro intervengono per il viaggio di ritorno. Altrimenti stanno solo con noi allenatori anche in hotel. A Cortina, ad esempio abbiamo sfruttato i nostri due furgoni, cinque e cinque, tranne due ragazzi che sono saliti con i genitori ma solo perché per lavoro, dovevano già spostarsi.
Come mai il Comitato Campano a livello giovanile emerge sempre così bene?
Perché siamo molto motivati. C’è tanta voglia di emergere e l’approccio allo sci a questa età è davvero forte, forse ancora di più rispetto alle realtà del nord. Poi non nascondo indubbie difficoltà logistiche. I nostri sono tutti bambini di città. Non si tratta, dunque, solo di passione ma lo sci per loro funge anche da valvola di sfogo. Di fatto sciano durante solo il week end. Vuoi mettere con chi abita a Campiglio, Cortina, Bormio… Sciano indubbiamente di meno. Anche per questo cerchiamo di programmare dei periodi medio-lunghi in estate. Altrimenti salgono da Napoli il venerdì sera e sciano al sabato e alla domenica.
Più si cresce di categoria però, più i numeri si assottigliano.
È sempre per lo stesso motivo che dicevo poc’anzi. Stiamo parlando di ragazzi di città. Fino ai Children va tutto bene, poi quando crescono iniziano le distrazioni. Se non c’è in loro una grandissima motivazione, iniziano a dedicare il loro tempo ad altre cose, soprattutto se non hanno mai ottenuto risultasti di rilievo. La grande differenza però, credo la faccia il nucleo famigliare. Se in casa si riesce a “governare” ogni impegno, studio e scuola davanti a tutto, con le necessità dello sci va tutto bene. Se invece lo sci è fatto solo per far a fare ai propri figli un po’ di sano sport, logico che prima o poi l’interesse andrà a scemare.
Ti è mai capitato che una mamma o un papà ti dicessero: “Vogliamo che nostro figlio arrivi in Coppa del Mondo”?
Onestamente mai. Qualcuno che mi abbia detto: “ci vorremmo provare” però sì. Poi ovvio, non è certo questa l’età per potere ottenere risposte. La vera scalata della piramide inizia nella categoria Giovani. Noi ci occupiamo di far divertire i bambini costruendo le basi.
Tra gli Sci club più importanti della città ci sono anche il Napoli, il Vesuvio e Posillipo. Andate d’accordo?
La vera rivalità tocca essenzialmente i Presidenti. In pista, gli allenatori sono invece prima amici prima ancora di colleghi. E questa è una bella cosa perché mantiene una certa armonia al movimento. Uno die miei più grandi amici qui è Gianluca Grigoletto che allena il Napoli. Ma quando ci incontriamo sulla neve con i nostri bambini, collaboriamo in tutto e per tutto. La stessa cosa avviene col Vesuvio dove ho allenato per tre anni. Se i piccoli atleti di Napoli vanno bene è merito anche di questa situazione che prescinde totalmente dai colori sociali. Per questo anno dopo anno cresce sia il movimento che il livello.
Stagione balorda questa, quanti giorni hanno sciato i tuoi?
21 giorni fino all’Immacolata. Poi a Natale e i week end. Ma con la Dad, rispetto agli anni precedenti, qualcuno è riuscito a fermarsi a Roccaraso qualche giorno e a tirare due curve al pomeriggio. Quindi quest’inverno è andata bene. A livello di gare i ragazzi hanno fatto le qualifiche del Criterium, quindi otto gare, tre skicross, tre slalom e due giganti. E la qualifica del gigante del Pinocchio che poi rimane l’unico appuntamento. A Cortina è stata un’esperienza bellissima per tutti. Organizzazione perfetta, pista preparate alla perfezione e luoghi incantevoli.
I bambini hanno dovuto spendere di più quest’anno?
Praticamente è rimasto tutto identico. La stazione non ha mai chiuso dall’Immacolata in poi, dalle 7 e mezza del mattino fino alle 16 del pomeriggio. Encomiabili!
Quest’estate?
L’obiettivo o meglio, la speranza, è che si possa ripartire in modo tranquillo e sicuro, Ci adatteremo insomma, incrociando le dita che si possa avere un po’ più di continuità. Altrimenti attueremo il piano B come l’anno scorso o secondo le possibilità che saranno concesse a tutti gli atleti.
Intanto il partito dei Vulcanici Trillini è motivato sempre di più, tutti in fila, dietro al loro leader!
Alfonso assieme al fratello Stefano, entrato a far parte del gruppo tecnico della Squadra Nazionale JuniorNasce il partito dei Trillini Nasce il partito dei Trillini Nasce il partito dei Trillini