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Matteo Re, ex atleta e neolaureato: “Dimmi come dormi e ti dirò che atleta sei!”

Matteo Re, ex atleta e neolaureato: “Dimmi come dormi e ti dirò che atleta sei!”
Può il sonno migliorare e ottimizzare la performance facendo guadagnare in gara quei centesimi o decimi di secondo magari necessari per vincere?

La forte connessione che lega il sonno alla performance fisica e mentale è un ramo della ricerca del campo della psicofisiologia, della psicologia dello sport e della neurofisiologia che sta suscitando sempre più attenzione agli occhi degli studiosi e non solo.

Il ruolo chiave che il sonno riveste per le prestazioni atletiche, la cognizione, la salute e il benessere emotivo-mentale è, infatti, sempre più evidente.

La mia grossa passione per lo sci, in quanto ex atleta agonista, unita a quella per lo studio del sonno e per la psicologia, è stata uno dei motori che mi ha spinto, assieme al Prof. Marco Costa, a condurre, inizialmente per la mia tesi di laurea triennale, una ricerca scientifica sul sonno negli atleti sciatori agonisti che poi è stata portata avanti fortunatamente con successo.

Il maestro e l’allievo: il prof. Marco Costa e il neo laureato Matteo Re

Io mi chiamo Matteo Re e sono, oltre che ad un ex atleta e grande appassionato di sci, uno psicologo laureato nel corso di laurea magistrale in Psicologia Cognitiva Applicata presso l’Università di Bologna che ha cercato nel suo percorso di studi di coniugare la passione sportiva con l’ambito accademico-scientifico.

La mia passione e il personale interesse per lo studio del sonno mi ha spinto a seguire questa rotta anche per la laurea magistrale dove ho svolto un lavoro di tesi sperimentale presso il laboratorio di Psicofisiologia del Sogno e del Sonno dell’Università di Bologna con responsabile il Prof. Vincenzo Natale.

Matteo Re sugli spigoli!

La collaborazione con il Prof. Marco Costa, professore associato presso il dipartimento di Psicologia “Renzo Canestrari” dell’Università di Bologna e responsabile del laboratorio di Psicologia Ambientale e Psicoacustica,

ha portato alla pubblicazione del nostro lavoro sulla rivista internazionale di ricerca sui ritmi biologici e medici “Chronobiology International

Questa ricerca aveva come obbiettivo principale quello di indagare e misurare i ritmi circadiani e la qualità del sonno degli sciatori agonisti d’élite durante il periodo delle competizioni.

La tipologia circadiana (dal latino circa=quasi e diem=giorno) è comunemente intesa come una delle più marcate differenze individuali negli orari ideali per lo svolgimento di attività fisiche, mentali ma anche di sonno e di veglia.

Essa può essere ben descritta come un continuum ai cui estremi si collocano i mattutini (anche detti allodole) ed i serotini (altrimenti detti gufi), mentre nella parte intermedia del continuum è possibile collocale gli intermedi.

Facendo un esempio, gli individui con una tipologia circadiana o cronotipo di tipo mattutino (allodole) hanno degli orari di sonno/veglia più precoci e dei picchi diurni di vigilanza e di performance (fisica e mentale) più anticipati rispetto alle persone con un cronotipo di tipo serotino (gufi).

È stato dimostrato che i ritmi circadiani possono influenzare molto le prestazioni fisiche e cognitive, pertanto anche il rendimento in gara, a seconda dell’orario del giorno in cui vengono svolte ma anche a seconda dei programmi di allenamento tipici che, in ultima analisi, possono influire sulle prestazioni agonistiche.

Secondo la letteratura scientifica gli atleti tendono a perseguire, praticare ed eccellere negli sport che corrispondono al loro cronotipo, motivo per cui assieme al Prof. Costa abbiamo deciso di indagare questi aspetti negli sciatori agonisti, cosa che nessuno prima ad ora aveva studiato in ambito scientifico.

Molte ricerche in passato, infatti, si sono occupate di studiare il sonno in differenti tipologie di sport, a partire da quelli di squadra come il calcio, il basket e la pallavolo fino a quelli individuali come il tennis, il nuoto, il ciclismo o il triathlon.

Tuttavia, nessuno studio si era ancora occupato della qualità del sonno e dei ritmi circadiani degli sciatori alpini agonisti. Eppure il sonno dovrebbe essere un aspetto fondamentale in uno sport complesso come lo sci alpino in cui viene richiesto agli atleti uno sforzo mentale, fisico e tecnico elevatissimo.

Gli sciatori infatti, devono avere una grossissima elasticità mentale e alti livelli di attenzione e vigilanza per poter riuscire a memorizzare bene il tracciato prima della gara, per sapersi adattare ai cambiamenti improvvisi del meteo, per rispondere reattivamente ai cambiamenti della qualità della neve o della luminosità e questi sono tutti aspetti che possono essere ottimizzati tramite una corretta igiene del sonno e tramite un corretta conoscenza dei propri ritmi circadiani.

Oltretutto gli sciatori, soprattutto quelli d’élite, a causa dei frequenti spostamenti tra diversi fusi orari che sono tenuti a fare, potrebbero essere più esposti a disturbi del sonno come problemi legati al jet-lag ed alla desincronizzazione dei propri ritmi biologici.

Viaggiando di continuo gli atleti spesso cambiano le loro abitudini, dormono in hotel in letti diversi dai propri, spesso in quota, con compagni di stanza diversi e possono anche avere dolori fisici legati all’esercizio fisico intenso.

La qualità del sonno, dunque, è un altro aspetto fondamentale che può influire molto sulle prestazioni, tant’è vero che una perdita di sonno o una diminuzione della sua qualità può avere degli effetti estremamente negativi sulla performance fisica, sui tempi di recupero (mentale e fisiologico), inoltre può aumentare sensibilmente il rischio di infortuni dell’atleta e la sua percezione della fatica.

Sulla base di questi motivi, e non solo, è nata la sfida di misurare questi parametri negli sciatori agonisti per poter dare dei consigli pratici sia agli atleti che agli allenatori su come poter sincronizzare ed allineare al meglio i propri ritmi biologici con gli orari di allenamento e delle gare al fine di massimizzare la prestazione atletica da un punto di vista tecnico e fisico-muscolare.

Questa ricerca, entrando un pochettino più nello specifico, è stata condotta su 168 partecipanti suddivisi in 84 sciatori agonisti e 84 non atleti abbinati per età e sesso (che servivano come gruppo di controllo).

Più della metà (56%) degli atleti agonisti al momento della ricerca gareggiava dal circuito FIS a salire; infatti, il 12% gareggiava in coppa del mondo, il 13% in coppa Europa ed il 31% in gare del circuito FIS, mentre la restante parte correva in gare regionali FISI. La maggior parte degli atleti era specializzato nelle discipline tecniche (62%), il 6% in quelle veloci mentre il 32% in entrambe.

I risultati principali di questa ricerca hanno fatto emergere all’interno degli sciatori delle ritmicità decisamente differenti rispetto a quelle dei non atleti. Gli sciatori agonisti sembrano avere dei ritmi circadiani molto spostati verso la tipologia mattutina rispetto ai normali ritmi dei non atleti.

Per intenderci, il 52,4% degli sciatori è emerso con una tipologia circadiana mattutina rispetto al 11,9% dei non atleti della stessa età e sesso. Dall’altro lato della medaglia, invece, i cosiddetti “gufi” sembrano essere davvero pochissimi tra gli sciatori (4,8% rispetto al 28,6% dei non atleti).

I motivi di queste differenze così marcate non sono ancora così ben noti in ambito scientifico anche se le ipotesi sono molteplici.

Mentre le ricerche precedenti hanno evidenziato che, indipendentemente dal tipo di sport, gli atleti d’élite dormono in media male e sono spesso anche deprivati di sonno, gli sciatori alpini, al contrario, sono risultati fino ad ora l’unico gruppo di sportivi con dei buoni indici di qualità e quantità del sonno.

La forte richiesta sia fisica che psicologica che lo sci impone agli atleti fa sì che per necessità probabilmente solo chi riesce a mantenere una rigorosa igiene del sonno può continuare a mantenere anche ad alti livelli delle ottime prestazioni.

Le applicazioni pratiche e gli scenari futuri che questa prima ricerca sugli sciatori ha aperto sono molteplici.

Se questi temi legati al sonno e alla psicologia dello sport sono di vostro interesse e desiderate capire come poter massimizzare le vostre prestazioni in base ai vostri ritmi biologici e fisiologici o come migliorare la vostra qualità ed igiene del sonno, sappiate che ci sarà una rubrica apposita a puntate sui numeri della stagione invernale 2023-2024 della rivista Sciare in cui verranno spiegate più nel dettaglio molte tematiche legate alla psicologia dello sport e alla relazione tra il sonno e la pratica sportiva. Nell’attesa, mi raccomando… dormite bene!
Di Matteo Re Matteo Re ex atleta sonno Matteo Re ex atleta sonno Matteo Re ex atleta sonno Matteo Re ex atleta sonno

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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