Marco Confortola rinuncia al 13esimo 8.000:”Prima di tutto la sicurezza, la vita e poi tutto il resto!”.
“Prima di tutto la sicurezza, la vita e poi tutto il resto”: lo dice Marco Confortola che a maggio aveva scalato il Kangchenjunga (8.586 metri), si era poi spostato in Pakistan per scalare il Nanga Parbat (8.125 metri).
“Da uomo di montagna – continua la guida alpina e tecnico elisoccorso Areu – il messaggio che vorrei far passare è proprio questo. La montagna va vissuta in sicurezza e con tanto buon senso, inutile sfidare la montagna e morire. Nella vita bisogna sapersi fermare. Un guerriero che torna vivo da una battaglia è buono per tornare a combattere”.
Alpinista di fama internazionale, guida di montagna e formatore, Marco ha inviato una lettera inviata al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana con in allegato una fotografia, spiegando che quella ritratta nell’immagine “è la bandiera che ho preparato con le mie mani dove ho unito le tre bandiere di Regione Lombardia, dell’Italia e del Pakistan. L’avrei portata in vetta al mio tredicesimo ottomila, ma l’innalzamento delle temperature e la pericolosità della montagna mi ha fatto purtroppo rinunciare”.
“Mio nonno, morto a più di novant’anni – conclude Marco Confortola – mi ha sempre insegnato che un buon alpinista deve morire da vecchio nel proprio letto. Se non avessi messo per prima la sicurezza non sarei riuscito a scalare ben 12 ottomila senza ossigeno. Viva la montagna, viva la Lombardia.
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