La nuova vita di Manuela Moelgg è fatta di tantissime cose, lo abbiamo scoperto chiedendole delle Azzurre, e poi il residence, Manni, gli eventi, le telecronache…
Manu, mi sembri più occupata ora rispetto a quando eri in squadra…
E certo, perché avevi dei dubbi?
Sei da tutte le parti!
Proprio da tutte no perché non riesco, però in effetti ho sempre l’agenda piena. Tra eventi, telecronache, scuola e soprattutto il residence.
Ti impegna molto?
Cerco di essere più presente possibile, soprattutto per stare assieme ai clienti e sciare assieme a loro.
Qualche ora?
Anche tutto il giorno. Sai incuriosisce sempre conoscere le esperienze di un’atleta ed è bello condividerle con gli appassionati.
Qual è la domanda che ti fanno più frequentemente?
Più che domande a loro piace vedere come scia in pista libera un’atleta. Loro scendono e mi guardano dal basso e via con foto e video. E la prima cosa che desiderano scoprire è la velocità fuori dai pali, l’impostazione, se ci sono differenze diciamo, tra i pali e la pista. Poi vogliono sapere anche sui materiali, sui posti più belli dove andare a sciare…
Insomma, una specie di interrogatorio
Stando diverse ore con loro il dialogo è apertissimo. Nascono anche delle piacevoli amicizie e alcuni confronti. Davvero un’esperienza piacevole.
Il Mölgg residence Dolomites immagino sia sempre pieno.
Abbastanza, poi sai, abbiamo dieci appartamenti e la prima colazione. È un concetto abbastanza nuovo qui. Molti affittano le case ma poi ti arrangi un po’ in tutto. Qui invece hai il tuo ma è come se fossi in famiglia. Perché cerchiamo di creare un clima molto semplice e amichevole. Non gli mettiamo in mano solo le chiavi per ritirale a fine vacanza.
Quindi per sciare con te cosa si deve fare?
È unita a diverse offerte che proponiamo assieme all’affitto degli appartamenti
Ti aiuta anche Werner (Hell, suo marito – ndr)?
È sempre in giro anche lui. D quando ha smesso ha preso in mano un po’ il settore giovanile e poi segue il racing di Atomic.
Vi siete congedati entrambi dalla Guardia di Finanza?
Sì tutti e due
Dopo tanti anni… è stato difficile riconsegnare le mostrine?
Ovviamente sì. Mi hanno sempre aiutato moltissimo a portare avanti la mia carriera. Sono davvero grata a tantissime persone e all’arma stessa. Arriva però un punto dove una ex atleta, deve decidere cosa fare della sua vita.
Che per te non poteva essere quella di vivere in caserma…
Esatto, non poteva. Non mi sentivo proprio di finire in un ufficio a Bolzano, ad esempio. Io senza azione non so vivere. E poi pian piano mi sono creata questa attività pensando proprio alla mia vita quando avrei smesso.
Hai ricevuto altre proposte di lavoro?
Sì, diverse proposte. E le sto seguendo però fermo restando che per me di base c’è il Residence. Quindi organizzo la mia attività in base anche alla vita del Mölgg Residence Dolomites.
Ti rimane tempo di vedere le gare di Coppa?
Quello sempre!
Cosa dici delle nostre ragazze?
Stanno facendo una stagione fantastica. E quando sono così tante a ottenere i risultati, si crea un’atmosfera bellissima in seno alla squadra. E poi è stimolante, perché ognuna vuole andare più forte e una tira l’altra.
Hanno sempre più fame e anche le ragazze che non riescono ancora a emergere vengono tirate dentro a questo bellissimo vortice di entusiasmo. E migliorano anche loro. E il bello è che questo capita in tutte le discipline.
Sta sbocciando piano piano anche lo slalom
Esatto. Questo se si vuole, è ancora il nostro punto più debole. La Ieie fa sempre il suo e da dietro stanno crescendo bene le giovani. Non siamo a livello di gigante, superG, discesa e parallelo, ma ci arriveranno. È proprio bello vederle sciare.
Ti aspettavi un’esplosione così perentoria di Marta Bassino?
Che Marta prima o poi venisse fuori, lo sapevano tutti. La tecnica c’è e l’ha sempre avuta. Poi si pensava che fosse così magretta e che dovesse irrobustirsi un po’.
Sicuramente ha lavorato tantissimo ed ora riesce a esprimere uno sci splendido con continuità.
Non ti piacerebbe stare in campo con loro come allenatrice? Saresti la prima o una delle pochissime donne…
Sarei la prima perché quello dell’allenatore è un lavoro tosto. Lo sta facendo Chiara Costazza che allena in Polizia, ma ha un gran bel daffare!
Tosto dal punto di vista fisico?
Anche. Però l’atleta che smette di correre vuole anche mettere su famiglia, avere dei bambini. Al di là di questo io lo vedo proprio un lavoro da uomo. Per portare sulle spalle quei fascioni di pali con lo zaino a tracolla pieno di roba e il trapano legato alla cinta… Dai una donna non ce la fa. Potrei mettermi anche lì a vedere e basta, ma poi arriva il giorno in cui devi arrangiarti. Io non ce la farei.
Manni non ti ha mai chiesto l’anno scorso di seguirlo un po’.
Certo. Prima che si facesse male continuava a dirmi di seguirlo, sia per stargli un po’ vicino ma anche per guardarlo e dargli dei consigli.
A proposito, come sta il fratellone?
Bene diciamo dai. Sta già facendo riabilitazione. Ha iniziato immediatamente dopo l’operazione per caricare già il muscolo e non fargli perdere tono. È molto contento che l’operazione sia andata molto bene, per il resto si vedrà. L’importante è tornare sano poi deciderà se continuare oppure smettere. In questa fase poi non è costretto a fare recuperi da record. Ha tutto il tempo che vuole per rimettersi in piedi come prima.
Quindi avrà tanto tempo per darti una mano
In realtà no. Non lo vedo mai. È sempre in palestra o dal fisioterapista o dal massaggiatore
Non sarà una scusa per non mettersi sotto a lavorare al residence?
O santo cielo, non ci avevo pensato. Dici? Fatto bene a dirmelo. Adesso vado a dirgli due paroline…