Manuel Ploner ha deciso di togliere la tutina da gara. Non è noto a tutti gli appassionati del grande Sci perché non è riuscito ad arrivare in Coppa del Mondo. Ma nel 2019, quando fu chiamato dal l’allora allenatore responsabile Max Carca in Squadra C, assieme a Franzoni, Della Vite, Kastlunger… era additato, potenzialmente, come il più forte di tutti.
Fisicato già a 19 anni, residente a San Cassiano (Alta Badia), tesserato fin da quell’età dalle Fiamme Gialle, ma nato nello sci club Ladinia, Manuel si stava facendo largo tra i rapid gates dello slalom ma stava venendo fuori bene anche in gigante.
L’attività giovanile stava andando a gonfie vele. 2° in slalom agli Eyof di Sarajevo, la vittoria agli italiani Aspiranti nel parallelo di Falcade e la piazza d’onore in slalom. E poi quel terzo gradino del podio conquistato sempre tra i rapid gates ai Campionati Italiani Giovani di Campo Felice.
Tra i sogni nel cassetto c’è quello di correre sulla Streif di Kitzbühel, pur non essendo ancora velocista,
e conquistare l’oro alle Olimpiadi in slalom.
I guai fisici iniziano a tormentarlo a partire da una spalla lussata che decide di non toccare, per poi finire nelle mani del chirurgo. Ma questo è niente rispetto alla rottura del crociato nel 2021. Da lì inizia un calvario. Il suo fisico, seppur tosto e potente, ne subisce troppe, non ultimo alla schiena.
Questa situazione e forse, col senno di poi, anche una gestione non perfetta del suo cammino (capita), gli hanno impedito di fare quella scalata che avrebbe potuto consegnare all’Italia un campione. Le ha provate tutte, soprattutto quest’anno, quando si è messo a girare in lungo e in largo il Mondo (anche da solo) per cercare di abbassare i suoi punti, ma il mal di schiena lo ha logorato nel fisico e nella testa.
Oggi, con un accorato messaggio sulla sua pagina Instagram ha scritto il suo addio alle gare. Ve lo proponiamo.
Oggi arriva un annuncio che mi pesa tanto, un annuncio che non avrei mai pensato fosse arrivato così in fretta, ma che oggi, dopo una lunga riflessione, mi sento costretto a fare. Ho deciso di ritirarmi dallo sci agonistico.
Negli ultimi anni, soprattutto negli ultimi due, la mia schiena mi ha messo a dura prova, fino ad arrivare a quest’anno a gennaio, dove ho toccato il fondo. Il dolore e le fitte, che prima sentivo nella zona lombare, hanno iniziato a radiare in basso verso le gambe, rendendo insostenibile la mia attività sugli sci.
Ho quindi deciso di fermarmi, sperando che una pausa mi avrebbe permesso di tornare presto in pista. Così però non è stato. Ce l‘ho messa tutta, ma nonostante la fisioterapia e l’allenamento in palestra, non sono riuscito a raggiungere i risultati sperati.
Questa situazione, oltre che a essere complicata dal punto di vista fisico, mi ha messo a dura prova soprattutto a livello mentale. Ho riflettuto tantissimo, e alla fine ho capito che è arrivata l‘ora di ascoltare il mio corpo e di mettere la salute al primo posto. Non è per niente facile da mandare giù, però sento che è l‘unica strada che, arrivato a questo punto, mi sento di intraprendere.
Sicuramente non è così che il piccolo Manuel si immaginava di finire la sua carriera. Vorrei però dirgli che ogni singola lacrima e goccia di sudore che andrà a versare per questo sport non sarà sprecata. Lo sci sarà più che un semplice sport, sarà amore, sofferenza, paura, emozione, vittoria e sconfitta, ma soprattutto sarà una lezione di vita che lo accompagnerà per tutta la vita.
Che dire, questo è lo sci e queste sono situazioni in cui un atleta, dopo una montagna di sacrifici di ogni tipo, può trovarsi a vivere. Manuel non è il primo e non sarà l’ultimo, ma ci teniamo stretti le ultime sue frasi che per noi ne fanno un piccolo eroe, anche senza vittorie, senza coppe, né medaglie. La sua famiglia non può che essere fiero del Manuel atleta e del Manuel uomo!
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