Se fosse un “normale” serata del 7 dicembre, tutti sarebbero “sulla neve”, invece ora, siamo tutti su PistaLibera, l’encomiabile tracciato “virtuale” frutto dell’intraprendenza di Camilla Alfieri e Andrea Fontanella L’unica pista dove si può sempre sciare!
PistaLibera ha aperto uno spiraglio di aggiornamento e crescita tecnico-specifica all’inizio del primo “grande buio” -alias “Lockdown”- al termine della stagione sciistica 2019/20.
Allora si parlò dello sci alpino agonistico a 360º con tematiche di grande interesse, ma estese su una panoramica tridimensionale.
Grande successo e tanti apprezzamenti da tutto il settore con lodi più che giustificate a questa lodevole iniziativa, rivolta al mondo dello sci alpino agonistico.
La particolarità che merita citazione, riguarda l’ambito comunicativo di libera estensione.
Infatti, fino ad ora, il confronto tecnico di alto livello era limitato a un rapporto ravvicinato e diretto, che si svolgeva o sulle piste di gara o all’interno dei ristretti ambiti di aggregazione formativa Federale (vedi corsi di aggiornamento maestri/allenatori/istruttori).
Il canale youtube di Pista libera che raccoglie tutte le puntate andate in onda su Zoom
Con Pista Libera prima fase, invece, questo “mondo” è stato reso accessibile a tutti, gratuitamente e in modo tecnologicamente adeguato.
Quindi grande successo e plausi ovunque, se non altro per il parterre dei partecipanti che ha visto, tra relatori e partecipanti, il ghota dello sci nazionale ed internazionale.
Grandi nomi quindi, sia in presenza col ruolo di relatori, che a distanza come uditori.
Col secondo “grande buio”, tra l’altro coincidente con l’inizio della stagione 202.2021, PistaLibera ho inaugurato un secondo ciclo di appuntamenti, questa volta dedicato ad un tema specifico:
La POLIVALENZA
Sempre sulla bocca di tutti ha sempre interessato, con ampio spettro di vedute ed interpretazioni, tutto il mondo tecnico dello sci alpino, dal grande livello di Coppa, alla preparazione dei futuri campioni e ricerca dei talenti delle fasce giovanili.
Seconda fase dedicata alla polivalenza quindi, iniziata con Marcello Tavola che ha parlato della preparazione atletica nella polivalenza, portando come esempio le tre moschettiere del grande sci internazionale.
Ovviamente parliamo delle Tre moschettiere del gruppo “élite” da Lui seguite nell’allenamento funzionale. Ovvero, Marta Bassino, Federica Brignone e Sofia Goggia (in ordine alfabetico, come a scuola, per evitare qualsiasi polemica di merito).
Ultima serata, invece all’alba della vigilia dell’Immacolata, con un intermezzo di prestigio, quando nell’incontro precedente ha parlato la neo-vincitrice della Coppa Overall del Mondo Femminile : Federica Brignone.
Dopo questo botto, l’ultimo atto si è sempre sviluppato sul tema della polivalenza, ma dedicato al mondo “in crescita” delle categorie giovanili, con tre grandi esponenti del mondo tecnico, in rappresentanza di tutti gli sci club dell’arco alpino.
Ecco i loro nomi (sempre in ordine alfabetico): Jacopo Cuccarollo, S.C. Druche di Cortina, Omar Pretato in rappresentanza del lato Ovest alpino e al centro Vincenzo Tondale, mentore giovanile dello S.C. Lecco, patria di grandi tecnici e preparatori atletici.
Più di 70 partecipanti attivi a seguire questo ultimo -aihmé- interessantissimo appuntamento virtuale che ha come argomento la “Polivalenza”.
150 minuti di grande interesse e confronto a 360º su uno degli aspetti più importanti della crescita tecnica dei giovani sciatori. Nella speranza di quelle nuove leve che possano confermare i tanti successi “azzurri” nello sci alpino. Che nel 2026 ci vedrà protagonisti con le Olimpiadi invernali di Milano/Cortina.
Cosa è emerso da questi incontri?
Sicuramente nei primi tre si è parlato dell’alto livello evidenziato dai risultati del gruppo “élite” femminile di questi ultimi anni.
Nel terzo incontro, invece si è entrati nel vivo del confronto con più tecnici che si occupano del grande bacino di utenza dello sci agonistico giovanile. Qui i temi trattati vanno dalla tecnica specifica, alla ricerca del miglioramento delle qualità di base, nonché del sempre più importante allenamento “a secco”.
Inoltre, si è visto, come lo sci alpino non è più esclusivo patrimonio della leva giovanile montana. Bensì, come negli Sci Club siano presenti atleti provenienti dal territorio nazionale.
Ormai non ci si rivolge più allo Sci Club sotto casa. Si intraprende piuttosto, una ricerca “a distanza” presso quegli ambiti dove organizzazione e competenza sono sinonimo di risultato.
Dal canto nostro questa rincorsa smodata allo Sci Club “d’eccellenza” penalizza molto le realtà territoriali che si trovano a competere senza possibilità di confronto, con organizzazioni degne dei grandi club calcistici.
Senza contare che ormai, anche nelle categorie giovanili, si assiste alla creazione di Team dedicati a un/a singolo/a atleta o ad un gruppo “small”.
Altro appunto degno di nota, è la grande passione che fuoriesce da qualunque follicolo pilifero di tutti gli intervenuti. Specialmente in quest’ultima sessione, grandi appassionati e tecnici. E senza troppi peli sulla lingua e che in tal contesto non hanno lesinato del togliersi qualche piccolo sasso dalla scarpe.
Da un punto di vista esteriore, questo grande entusiasmo può sembrare un immenso e prolifico vaso di Pandora, ma non ciò che luccica è oro.
I partecipanti spettatori possono interagire con gli ospiti ponendo domande
Ormai lo sport è scienza e lo sci alpino, dove le classifiche sono compresse in pochi secondi (nel senso che una intera classifica si esaurisce nell’arco di pochi e risicati secondi) e dove il pulpito distribuisce le tre posizioni del podio in qualche centesimo, non ci si può più affidarsi al solo istinto, buona volontà, passione ed esperienza.
Ormai , se si “lavora” con i giovani, sono necessarie competenze “polivalenti”. Perché senza essere specialisti delle scienze motorie, bisognerebbe avere il buon senso di rendersi consapevoli che esistono gli esperti del settore scientifico-motorio.
Troppo spesso il nostro è un “mondo chiuso” a dispetto dei 360º di PistaLibera, dove gelosie, invidie e “chiusure mentali”, hanno difficoltà a confrontarsi tra loro e col mondo della scienza dello sport e dell’allenamento.
Metodologi ed esperti della scienza dell’allenamento potrebbero essere utili in quei contesti. Dove “certe” conoscenze sono fondamentali alla crescita dello sci alpino come sport di alta prestazione.
Nulla toglie alla realtà in cui i tecnici nazionali sono tra i migliori al mondo per quanto riguarda lo sci di alta prestazione. Forse però, e sottolineiamo forse, per quanto riguarda l’aspetto giovanile, bisogna implementare la conoscenza. Cosa che Camila e Andrea hanno eccellentemente fatto con questi lodevoli incontri. L’unica pista dove si può sempre sciare! L’unica pista dove si può sempre sciare!