Luciano Magnani sui sostegni: il sistema dev’essere uguale in tutta Italia
Abbiamo sentito l’amico di neve, Luciano Magnani (foto di repertorio), colui che fino al 2019 è stato Presidente del Colnaz per 4 mandati, istituzione che ha voluto conferirgli il titolo di Presidente onorario. Oggi è nella sua Cimone con la sua scuola e i suoi maestri.
Come la pensa un vecchio lupo di neve come Luciano sulla questione sostegni?
Diciamo che sono moderatamente ottimista. Innanzitutto per la prima volta la montagna è stata considerata. Non era mai accaduto. Che poi ci sia voluto il Covid è un altro discorso, ma intanto i soldi ora ci sono. La cosa interessante è che siamo arrivati a questo risultato con l’appoggio di tutte le parti politiche, nessuna esclusa.
Cos’ha fatto scattare questa presa di posizione in favore della montagna?
Non ci sono dubbi su questo: la chiusura improvvisa degli impianti da parte del Ministro Speranza del 15 febbraio. Credo che lì tutti quanti si siano resi conto del danno creato.
Il tuo moderatamente ottimista da cosa dipende?
Sappiamo bene che a palazzo di montagna non ne sanno un granché. Se si vuole ottenere un risultato equilibrato e giusto le parti politiche devono consultare gli addetti ai lavori. Vale a dire Colnaz e Amsi per i maestri, Anef e Federfuni per gli impianti.
C’è però qualche malumore in giro riguardo alla spartizione.
Anch’io ho sentito voci che vedrebbero 490 milioni finire in Trentino Alto Adige, ma credo si sia un po’ frainteso. Ed è facile cadere in errore perché l’articolo, per come è stato scritto, ha bisogno di un interprete con almeno tre lauree!
Io dico solo una cosa, bisogna trovare un sistema uguale per tutte le stazione, dall’Etna a Solda. E per procedere in questo modo secondo me si devono considerare gli incassi e si va in proporzione, in base al numero di impianti.
È chiaro che andranno più soldi all’Alto Adige e meno alla Sicilia. Ma il fatto è anche un altro. Si parte dal presupposto che il 70 per cento dei 700 milioni sono destinati alle società impianti. Il problema qual è? I comuni che non hanno impianti di risalita anche se vivono di turismo perché telecabine e seggiovie sono nelle vicinanze, non possono beneficiare dei sostegni, sono proprio stati tolti dall’elenco previsto dal decreto.
Proviamo ad andare un po’ nel pratico: il Cimone…
Se arrivasse l’1 per cento sarebbe festa. Significa ricevere oltre 4 milioni. Quasi il 50’% di una stagione normale. I conti sono un po’ questi. La cifra esatta non la so ma si stima che gli impianti incassino poco meno di un miliardo o poco meno. Quindi i 490 milioni previsti andrebbero a coprire il 50% delle perdite. Ovviamente ci vuole una formula in grado di distribuirli equamente e in proporzione tra tutti gli impianti d’Italia. Non è semplice. Per questo le Regioni devono assolutamente incontrare le nostre istituzioni. Solo chi conosce bene il proprio territorio è in grado di tracciare la linea corretta.
Come accadrà con i maestri…
Esatto, siamo noi, con Colnaz e Amsi a stabilire la suddivisione, perché anche nel nostro settore ci sono situazioni differenti. Piano che sarà presentato alle autorità di Governo competenti.
Arriverà anche ai maestri più o meno il 50%?
Ne arriveranno meno, però bisogna sottolineare anche un fatto. Un po’ a macchia di leopardo, ma in Friuli, Emilia, Toscana, Piemonte, Abruzzo le Regioni sono intervenute con contributi. In Emilia sono arrivati 1 milione di euro che saranno suddivisi tra 350 maestri o poco più.
Sulla questione, per calmare le acque che si stanno un po’ agitando, è intervenuto anche l’onorevole Alessandro Panza, responsabile del Dipartimento Politiche Aree Montane della Lega. Quindi persona ovviamente vicino al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia.