C’è grande fermento nel mondo della montagna. Il decreto di ieri ha mandato in tilt il sistema nervoso di un bel po’ di persone. Impiantisti, albergatori, dettaglianti… tutti! Tra bozze di decreto proposte in diverse versioni che ancora girano in rete mischiandosi a quella originale, nessuno ci ha capito un’ “h”.
Le domande che tutti si fanno sono: “Per sciare ci vuole il super green pass?“. “Sarà richiesto anche nelle zone bianche?. E nelle gialle o arancioni?“. “Solo per impianti chiusi?”. Il decreto parla in maniera generica, dunque si va per interpretazione. Per venirne a capo con assoluta certezza bisogna attendere le FAQ che generalmente vengono inserite 3/4 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto. Ognuno può costruire e sbandierare le proprie verità. Chi lofa in genere le ritiene assolute. Il nostro consiglio è di finirla lì e di attendere i chiarimenti ufficiali.
Rimandiamo, dunque questo tema quando ci saranno certezze. Il Super Green pass ha però distolto l’attenzione su un’altra questione che è ben più importante:
il protocollo. Ovvero, le “regole” che sono state approvate dalla Conferenza delle Regioni e dal CTS.
Perché il protocollo venga adottato,
l’iter vuole che sia il Ministero della Salute, quindi il Ministro Roberto Speranza, a fare un’ordinanza
(l’atto dovrebbe chiamarsi così). Senza una sua decisione tutto rimane in sospeso.
Uno dei punti critici del protocollo, che forse non tutti hanno compreso, riguarda le zone rosse. Si riporta che gli impianti possono rimanere aperti con una quota di presenze sicuramente inferiore, stabilita attraverso un interscambio di informazioni tra la stazione e gli organi regionali e di polizia interessati. Non c’è una regola che impone una percentuale di presenze fissa. Può essere il 30, il 50, il 70 per cento. Non si sa, dipende dai numeri dei contagi.
Nel protocollo c’è però una parolina che cambia non poco le cose: “Qualora”. Ovvero, tutto questo vale qualora il Governo centrale o quello regionale (o provinciale) diano il benestare a tenere aperti gli impianti. Quindi è bene ribadire, che se il Ministro Speranza approverà, come è auspicabile, non è detto che in zona rossa si potrà sciare.
Ce n’è un altro di punto fondamentale. che si tratti di geen pass o “super”, il controllo sarà a campione? Perché se sarà necessario controllare tutti uno a uno, non sarà una cosa da nulla per molte stazioni. Il sistema adottato dal Dolomiti Superski che permette di automatizzare questo passaggio, non c’è ovunque. Bisogna poi mettere in conto che questi sistemi, anche i più sofisticati, ogni tanto saltano. Questo nodo è importantissimo e va sciolto.
In generale c’è da dire che l’intero Governo attuale si è espresso all’unanimità favorevole all’apertura della Montagna. Anche Speranza.
E se è d’accordo lui…
Questo atto deve avvenire il prima è possibile poiché l’incertezza che sta regnando sovrana dalle Alpi agli Appennini, crea una situazione di enorme disagio. Sia tra gli appassionati che nell’intero settore montano.
Non c’è più tempo. Il turismo invernale è complicato sotto ogni aspetto, ha bisogno di un minimo di programmazione. Stando così le cose, la gente perde fiducia e aspetta. O disdice! Insomma, lo sci torna nelle mani di Speranza. Che le usi al più presto per impugnare la penna e mettere questa benedetta firma! Secondo noi, se si volta un attimino per guardare quale meraviglia si trova alle sue spalle, i tempi si accorciano.
@foto by rifugio Comici
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