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Lo sci che abbiamo perduto può essere occasione di miglioramento

Un’affermazione all’apparenza bizzarra: Lo sci che abbiamo perduto può essere occasione di miglioramento. Spieghiamo. First good news. Alla fine di questa stagione, comunque strepitosa, possiamo dire di avere capito che la nostra passione per lo sci è un sentimento davvero importante della nostra vita.

È bastata una fine un po’ anticipata della stagione sciistica per la chiusura obbligata degli impianti, che tutti ci siamo resi conto quanto ci sia stato difficile e doloroso accettare di rimanere a casa con la neve ancora perfetta sulle piste. Una sofferenza vera, acuta, continua.

Una sofferenza, però, che si rivelerà positiva, quando, all’inizio del nuovo anno, ricorderemo  queste amorfe giornate primaverili e allora, pieni di forza e di voglia, ci daremo dentro per sciare sempre di più e sempre meglio, prendendoci anche qualche bella lezione di sci.

Così il mese perso adesso, diventerà il cambio di livello con cui scieremo per tutta la prossima stagione. Una perdita può essere un’occasione di miglioramento.

Dino Campana, poeta d’inizio ‘900, aveva mandato il manoscritto di tutte le sue poesie a Soffici perché gliele leggesse.

Quando glielo chiese di ritorno, Soffici disse di averlo perso. Campana prima si disperò, poi si mise a riscriverle.

Quando Soffici morì, trovarono nella sua biblioteca il primo manoscritto di Campana. Ma la seconda versione era così di gran lunga migliore che nessuno ricorda più questa vicenda.

La buona notizia è che non abbiamo perso nulla in questa fine di stagione anticipata, se le motivazioni al recupero che avremo all’inizio della prossima, saranno forti e autentiche. Anzi. Vivremo una stagione di miglioramento che non abbiamo mai vissuto prima.

Now bad news. Il primo Spigoli di questa stagione parlava di come il sapere, anche il sapere sciistico, avesse bisogno di maestri che lo sapessero trasmettere per produrre vera conoscenza.

In questo ultimo Spigoli, chiedendomi chi sia il vero maestro, mi è venuta questa distinzione.

Se il tuo percorso va dai libri alla vita, tu sei un erudito, un professore, un uomo colto; se il tuo percorso va dalla vita ai libri, tu sei un saggio, un poeta, un maestro vero. Funziona così anche per lo sci. Da giovani s’impara a sciare, ma è solo da grandi che si capisce lo sci.

Prima, infatti, si fa gli atleti, poi si diventa maestri.

La cattiva notizia è che di questi tempi, in cui i nostri giovani non possono andare a scuola, si sta necessariamente ricorrendo alle lezioni online, in cui il percorso è dal libro al video. Come a dire, pura astrazione.

Beh, sia chiaro, l’accettiamo solo perché si tratta di un’emergenza, come abbiamo accettato di vedere la neve sciogliersi senza le tracce dei nostri sci.

 

 

 

About the author

Luigi Borgo

Luigi Borgo, Presidente del Collegio Veneto dei maestri di Sci, è un maestro di sci strappato alla letteratura. È titolare, con la moglie Laura, della tipografia Danzo a Valdagno, storica cittadina nei pressi di Vicenza. Due figli, uno è laureato e già maestro, l’altro sta studiando allo Ski College Falcade. Strappato alla letteratura perché è di fatto un letterato. Uno studioso dei grandi scrittori della storia. Collabora per Sciare da oltre vent’anni. Ha una rubrica chiamata “Spigoli”, perché quando scrivo è tagliente!