Oggi è il compleanno di Lise Marie Morerod, “Boubou”, la prima atleta svizzera a vincere la Coppa del Mondo, così, come sempre facciamo in questi casi, vi raccontiamo la sua storia. Utilizziamo la nostra speciale macchina del tempo e fermiamoci al 1975. In quella coppa solo due atlete avevano totalizzato più di 200 punti, Rossi Mittermaier e Lise Marie Morerod, Detta Boubou. Ritiratiasi dalle competizioni la tedesca pigliatutto, la favorita d’obbligo era lei, l’atleta svizzera nativa di Losanna.
Coppa 76/77, BouBou la vince assieme a Stenmark
Vent’anni, figlia di un giudice di pace, due occhi da tigre, in un volto sorridente e simpatico, Lise Marie ha iniziato a sciare giovanissima sulle nevi Les Diablerets. Nel 1971, A 15 anni, partiva per la prima volta ai campionati nazionali svizzeri. I risultati che ottenne dovrebbero spingerla a cambiare sport: è ultima in tutte e tre le specialità.
Ma Boubou persevera, si allena con ritmi massacranti e l’anno successivo accade il miracolo. È Prima, partendo dagli ultimi gruppi, e soprattutto battendo la fresca vincitrice del titolo olimpico dello slalom gigante, Maria Therese Nadig.
Questo suo vizio di piombare sul podio dalle retrovie si ripete ai mondiali di Saint Moritz. Col pettorale numero 39 è terza, Unica medaglia svizzera in quell’edizione iridata. Nel 1975 vince la Coppa del Mondo di slalom speciale. Nell’ultima stagione rischia il tutto per tutto. Ogni gara è un azzardo, vuole vincere a tutti costi, ogni tattica prudenziale è accantonata.
I famosi occhi da tigre di Lise Marie
Riguardando le classifiche, notiamo come su 16 gare, La Morerod sia arrivata in fondo solo a nove, ma piazzandosi sette volte prima una volta seconda e una terza. Il gioco del”o la va o la spacc”a non ha funzionato alle Olimpiadi di Innsbruck, dove è rimasta a digiuno di medaglie
Alla domanda se avesse mai pensato di passare a una tattica più prudente, la sua risposta fu fulminea: “E perché mai? Per vincere la Coppa del Mondo occorre vincere anche le singole gare. E per essere la prima io so solo fare così, attaccare alla morte”.
Con l’obiettivo di vincere la Coppa generale iniziò a pensare alla discesa. Stenmark aveva dimostrato che si poteva vincere la coppa solo con gli slalom, ma lei voleva fare anche la… Gros. Di volta in volta avrebbe valutato la situazione in termini di rischio. “Perché non sono mai stata una liberista e oltretutto Hannes Schweingruber, il nostro allenatore, seguendo l’esempio delle squadre maschili, ha separato gli allenamenti delle discesiste da quelle delle slalomiste. Io ho seguito sempre queste ultime e non sono più abituata alla velocità”.
Per Boubou ogni atleta era una seria candidata a batterla. “Chi temo di più? Tutte e nessuna. Se alla partenza di una gara di coppa chiedessi alle ragazze davanti al cancelletto a cosa stanno pensando, la risposta sarebbe una sola: a vincere. E si può arrivare prima anche scendendo con pettorali alti. Io stessa l’ho dimostrato più volte. La differenza è che se le cose vanno per il loro giusto verso, contro la mia rabbia di vincere, non esiste nessuna”.
Lise Marie sciava Head, ma nell’anno della Coppa, ai primi allenamenti non li aveva più. La Head aveva deciso di abbandonare le corse e ora doveva cambiare. Alcune aziende si erano fatte sotto ma Boubou titubava. La sua reticenza a rivelare il nome della nuova marca e a decidere, pare abbia radici molto lontane. Infatti all’inizio della carriera Lise Marie usava i Rossignol, ma la casa francese decise di diminuire l’impegno nel settore femminile, per dedicarsi maggiormente a quello maschile.
Qui Boubousul podio assieme a Claudia Giordani e a Hanni Wenzel
Boubou rimase a piedi. Si mormorava che Dynastar avesse fatto proposte interessanti, ma che si fosse poi tirata indietro spaventata da richieste fatte dalla federazione svizzera. Il regolamento del pool elvetico prevedeva un periodo di prova nelle squadre inferiori di quattro anni per quelle ditte, come Dynastar, che erano appena entrate a far parte dei fornitori della nazionale.
Nel caso avessero voluto invece attrezzare un atleta di squadra avrebbero dovuto pagare una quota pari a quattro volte il normale contributo annuo alla federazione.
La casa di Sallanches pare allora che avesse passato la mano alla sorella maggiore Rossignol, che apparteneva (ancora oggi) allo stesso gruppo finanziario. Sembra però che la Morerod non avesse dimenticato il brutto scherzo giocatole dalla Rossignol anni prima e che quindi stesse cercando alternative.
Certo Lise Marie Morerod era un boccone che faceva gola a molti fabbricanti di sci: mezza coppa sarebbe stata assicurata, quella di quando… arrivava in fondo. Per aggiungere l’altra metà bastava che porte traditrici non frenassero la sua irruenza. Anche se non era sempre per eccesso d’impeto che Boubou non finiva le gare.
Certe volte era evidente che non fosse abbastanza concentrata. È quanto le rimproverarono i tecnici svizzeri alle Olimpiadi di Innsbruck. “Se Boubou vede con la coda dell’occhio volare una… farfalla, è finita. È capace di fermarsi per osservare come fatta e come sono i colori”.
I suoi difensori avevano un’altra tesi. Dicevano che fosse troppo forte. Questa è la ragione per la quale non sentendosi impegnata a volte commetteva grossi errori in passaggi banali. E il suo allenatore aggiungeva: “È il difetto di avere troppa classe! Boubou può vincere la Coppa del Mondo quando vuole, sarebbe la prima volta per la Svizzera”.
A inizio stagione Boubou disse:”State sempre a traguardo quest’anno. Mi vedrete arrivare molto spesso. Con il miglior tempo”. Mentre parlava guadava tutti con gli occhi della tigre. La zampata sarebbe arrivata puntuale. Lise Marie Morerod conquista la Coppa del Mondo della stagione 1976/77 con i Rossignol. Ottiene tredici podi con otto vittorie. Si porta a casa anche la coppa di slalom e di gigante. È la prima atleta elvetica a vincere la Coppa del Mondo di sci alpino.
Tanti auguri Lise Marie Morerod Boubou