Il lavoro che l’istruttore è chiamato a svolgere è di particolare importanza e gli insegnamenti che gli aspiranti maestri di sci ricevono durante i corsi di formazione rimangono per l’intero percorso professionale. Il corso maestri è il primo vero impegno di ciascun partecipante che lo avvierà da subito a un cambiamento di mentalità. Gli aspiranti maestri sono chiamati non più alla prestazione agonistica ma a trasmettere, a loro volta, ciò che hanno appreso. È proprio durante il corso che comincia un altro tipo di percorso nell’attività: da allievo e atleta a educatore, insegnante e poi allenatore. Gli istruttori nello svolgimento delle loro funzioni tecnico-didattiche trasmettono la passione a centinaia di ragazzi e i loro insegnamenti sono di esempio e rinnovano il desiderio di continuare a praticarli per tutta la vita.
Questo primo articolo che nasce dalla collaborazione tra la Federazione e la rivista Sciare vorrei destinarlo a tutti coloro che sugli sci hanno dedicato la loro vita a trasmettere ai più giovani la passione per l’insegnamento sportivo, con la speranza che siano di esempio anche ai nuovi istruttori. Ciò a permettere un flusso continuo tra le tante esperienze che si rinnovano e si tramandano affinché cresca sempre più il movimento sciistico di base. A rafforzare il concetto espresso è di significativo valore la testimonianza di due grandi istruttori che, per raggiunti limiti di età, hanno ricevuto, in occasione di Skipass di Modena, un premio alla carriera: Floriano Zampatti e Giuliano Vitton. Ho chiesto che lanciassero un messaggio ai giovani Istruttori, anche loro protagonisti sulle pagine dedicate a questa rubrica. Tale iniziativa vuole essere di buon auspicio per la nuova avventura lavorativa dei nuovi istruttori, avendo come riferimento i colleghi che tanto hanno dato e ricevuto dal mondo dello sci.
Floriano Zampatti
«Il premio ricevuto a Skipass per i miei 34 anni di professione nella qualifica di Istruttore Nazionale è stato per me un momento di grande emozione e di gratitudine verso la Fisi, il presidente Roda, il consiglio Federale, la Coscuma, i direttori tecnici e tutti i colleghi istruttori con i quali ho avuto modo di lavorare in questi anni. Ho avuto modo di operare in questo meraviglioso mondo di sportivi con diversi compiti che si sono diversificati in funzione non solo per l’anzianità di servizio, ma certamente anche per alcune doti caratteriali che hanno avuto come punto di arrivo – oltre al benessere economico – certamente anche la sempre maggiore professionalità e onestà comportamentale. La memoria mi porta a ricordare i primi anni di lavoro nei corsi di aggiornamento e nella formazione professionale che si stava organizzando su basi regionali. Mi piace rammentare con quanta circospezione e con quanta riverenza noi giovani istruttori guardavamo i nostri colleghi più esperti per cercare di rubare qualche segreto che ci aiutasse a gestire il gruppo di lavoro.
Nel corso dei miei sette anni di coordinatore della formazione maestri della regione Lombardia ho incontrato migliaia di persone, molti maestri di sci, tantissimi aspiranti maestri e diversi aspiranti istruttori, durante i master di formazione: ebbene, oggi sono molto soddisfatto di poter dire che il mio impegno professionale è servito per me e per tutti loro a creare un vincolo di amicizia e di rispetto che mi aiuta a superare questo momento felice sì, ma anche un po’ triste, dovendo abbandonare la professione.
Un ricordo molto particolare è il master istruttori dell’anno 1999 nel quale un metodo di lavoro basato sulla collaborazione didattica tra un istruttore giovane e un istruttore esperto ha determinato una scelta e una formazione professionale che superasse la mera valutazione dimostrativa, ma che mettesse in luce il candidato nella sua totale personalità. Molti di quei candidati oggi ricoprono incarichi di prestigio nel mondo degli istruttori e io mi sento orgoglioso di aver collaborato alla loro formazione.
Ho notato che all’ultimo master di formazione istruttori 2014 c’erano alcuni atleti della squadra nazionale di sci alpino, come Simoncelli, Blardone e Denise Karbon, ai quali va il mio plauso per i risultati agonistici ottenuti e il benvenuto nel mondo degli istruttori nazionali. Auspico che anche in questa nuova professione dimostrino la passione e l’impegno che hanno avuto nell’attività agonistica ricordando loro che solo con l’umiltà e la collaborazione, l’ascolto e il coraggio delle proprie idee proposte in modo educato e democratico, nel rispetto reciproco delle istituzioni e delle varie personalità, troveranno amicizie e rispetto per loro e per il delicato lavoro che si accingono ad affrontare.»
Giuliano Vitton
Classe ’46, di Oulx, è stato atleta dello Sci Club Sportinia, divenendo maestro di sci nel 1966 e Istruttore Nazionale all’età di appena 22 anni, nel 1968, sotto la guida del
Direttore Tecnico Albino Alverà.
Con il D.T. Ubert Fink ha partecipato, come dimostratore, all’Interski di Sesto Pusteria nel 1983 e a quello di Banff (CAN) nel 1987. Con il Direttore Tecnico Maurizio Bosoni è stato Coordinatore della Squadra Italiana di Sci Alpino all’Interski di St. Anton nel 1991, edizione nella quale l’Italia presentò la tanto celebrata Supertecnica, che difatti ottenne un successo clamoroso. Sempre con Bosoni è stato poi Responsabile della Formazione dei nuovi Istruttori Nazionali di Sci Alpino dal 1988 al 1996.
«Cosa dire ai nuovi istruttori? Di essere innanzitutto AMICI e restare sempre MOLTO UNITI tra di loro. Da giovane Istruttore, i Senior mi avevano trasmesso un messaggio che mi è molto caro e che ho sempre messo in pratica nella mia lunga carriera da Istruttore: l’Istruttore deve essere un bravo insegnante sulla neve e soprattutto nella vita. Che i nuovi facciano tesoro di questo messaggio! Desidero, inoltre, ringraziare la Fisi, l’Amsi e i loro Presidenti per le tantissime soddisfazioni che ho avuto nella mia lunga carriera.
A Giacomo Bisconti, Direttore Tecnico attuale, auguro buon lavoro e un grande successo alla guida del Demo Team al prossimo INTERSKI di Ushuaia – Argentina.»
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