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L’esordiente e il veterano

Vorrei portare alla vostra memoria come nel film «Cars motori ruggenti» l’esordiente Saetta Mc Queen affronta le competizioni. «Ecco, ci siamo, concentrati! Velocità, sono pura velocità. Un vincitore, 42 perdenti. I perdenti io me li mangio a colazione!… Colazione? Avrei dovuto fare colazione? Ora mi sentirei meglio… No, no, no… resta concentrato. Sono più che veloce, sono più che rapido, sono una Saetta!» Uno stile mentale positivo, sicuro, a volte sfrontato è ciò che caratterizza i giovani esordienti sciatori di buon talento. La testa di questi giovani sciatori è libera e leggera, i loro pensieri e le loro ambizioni fluiscono velocemente. Convinti di spaccare il mondo, tra uno stato mentale di onnipotenza e uno di idealizzazione del Sè, affrontano le gare di sci come se fosse l’ultima gara della loro vita. Non è inusuale che durante i più importanti eventi sportivi, quando nessuno se lo aspetta e quando i grandi campioni sono sotto pressione, gli esordienti piazzino il loro migliore risultato di carriera facendo la prestazione più eccellente di sempre. Gli esordienti nella loro mente sono fortificati dal fatto che c’è tempo, essendo giovani e privi di aspettative, ma sanno in cuor loro di avere i numeri dello sciatore talentuoso. Con un pizzico di narcisismo mettono in pista ai massimi livelli le migliori prestazioni, facendo convergere tecnica innovativa, forza muscolare fresca e fame di vittoria. La loro forza mentale è data anche dalla libertà di poter sbagliare e di giocarsi il tutto per tutto ad ogni opportunità di competizione. Nella testa dello sciatore esordiente non ci sono pesi, poiché non ha niente da perdere poichè non ha vinto ancora niente! Nessuna medaglia pesa al collo, nessuna coppa di vetro brilla sulle mensole di casa. La voglia di stupire gli astanti, l’allenatore, il pubblico, i suoi compagni, attraverso «l’effetto sorpresa» lo spinge alla conquista di punti e piazzamenti, prima o poi conquisterà il podio, pur partendo con un numero di pettorale alto. Ogni atleta esordiente, la sera che precede la gara, sogna di stupire tutti in zona d’arrivo partendo dalle retrovie, questo pensiero lo esalta, lo carica, lo aiuta a stare lucido, sciando con la giusta grinta, preciso e pulito. Tuttavia, solo coloro che saranno dotati di un vero talento riusciranno in questa ardua impresa, tanti esordienti resteranno tali. Successivamente, collezionando i primi successi, il giovane talentuoso inizia a sentirsi un campione affermato, il suo approccio mentale ora deve cambiare. L’atleta deve imparare a contenere l’ansia da prestazione generata dalle aspettative di successo, imparare a modulare l’autostima per sentirsi sempre all’altezza delle sfide tecniche, imparare a gestire la pressione del pubblico e dei media. Solo in questo modo potrà accumulare altri successi e confermare il proprio valore come vero di campione di sci. Una volta affermato anche come campione, nuovamente il suo approccio mentale dovrà cambiare. Il timore di non riuscire più a provare sensazioni forti come la vittoria di un Mondiale o di un Olimpiade lo tortura ogni giorno. Quando si presenta davanti al cancelletto di partenza, restare concentrato sul presente, nel qui e ora, richiede grandi abilità mentali. Spesso il successo e la fama causano un calo motivazionale, quella fame di vittoria viene a mancare, rischiando di non riuscire più a tollerare il peso di sacrifici e rinunce. La testa del campione è pesante, piena di coppe, medaglie, riconoscimenti, tutti grossi oggetti metallici o di marmo, che deve sgombrare dalla mente per evitare di trascinarli in pista creando una sciata tesa e contratta.
A questo punto le abilità mentali del campione sono finalizzate a cancellare tutto quello che ha ottenuto in carriera, per presentarsi alla partenza con la testa libera come un esordiente, come se fosse ancora quel giovane che scia per il gusto di stupire tutti con il suo meraviglioso talento, ma stavolta può mettere in campo anche tutta l’esperienza mentale e tecnica acquisita negli anni.
E di Saetta Mc Queen cosa ne è stato? Guardate Cars 3 e scoprirete come il campione Saetta riuscirà a sconfiggere mentalmente le paure dei giovani esordienti intorno a lui, per poter vincere ancora!

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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