Leonardo D’Incà, giovane atleta dello sci club bellunese Trichiana è uno degli Allievi più forti nel panorama italiano e, a vedere i risultati dell’ultima edizione dell’Alpe Cimbra Fis Children Cup, anche a livello internazionale: primo in slalom e in gigante sia alla selezione nazionale che nei due impegni internazionali. Ma Leo ha praticamente vinto tutto o quasi da sempre. Ovvero, fin da quando, nella categoria Baby, è entrato in punta di piedi nello sci club che non ha mai cambiato, perché il suo attuale allenatore, Claudio Moro, direttore tecnico della società bellunese, gli ha messo gli occhi addosso. E pare proprio non abbia alcuna intenzione di guardare altrove: “Almeno fino a quando non spiccherà il volo, perché il viaggio, quello che conta, inizierà la prossima stagione quando Leo entrerà nel mondo dei Giovani”.
Lì si staccherà dal cordone ombelicale?
Il punto è proprio questo, trovare la soluzione giusta per lui perché se si sbaglia il percorso, ti saluto! Non sono pochi i ragazzi che da children sono riusciti ad emergere per poi perdersi nel mondo degli Aspiranti.
Ma Leo da grande vuole fare l’atleta?
Questo è quello che gli piace fare al momento. Non ha altro per la testa e la sua famiglia, che nulla ha anche fare con il settore se non vivere lo sci per pura passione, lo supporta coi giusti toni. Mi ha proprio cercato suo papà Luca quando Leo era piccolino e doveva individuare un club dove iniziare a divertirsi.
Quindi potrai seguirlo anche nella categoria Giovani?
Se non altro perché noi sposiamo una filosofia che viene adottata anche da altre federazioni, non ultima la Svizzera. Niente di fantasmagorico, ma riteniamo che i ragazzi che hanno qualcosa in più e per i quali si apre l’opportunità di una possibile carriera, sia importane avere vicino una persona di riferimento. Può essere l’allenatore, il genitore o un amico anche se non scia. In tante società il cambio di categoria presuppone anche una nuova guida tecnica. Tutto condivisibile, ma quando identifichi un possibile talento se il rapporto col tecnico è particolarmente buono è meglio proseguire il percorso con la medesima struttura.
E tu con Leo ti intendi a meraviglia…
Ormai ci capiamo con un semplice sguardo. Un rapporto semplice ma in totale simbiosi. Ce lo possiamo permettere perché, per scelta, il Trichiana è un club piccolo. E allora anche se nelle varie squadre ce n’è uno che spicca sugli altri, il rapporto è talmente stretto che non si creano invidie o gelosie di nessun tipo. Detto che il livello generale è abbastanza alto, anche il ragazzo meno forte dà il massimo supporto a chi vince. È proprio un bellissimo ambiente. E probabilmente parte dei meriti di Leo dipende proprio da questo “gioco” di squadra. Lui risponde facendo da punto di riferimento e questo sprona gli altri ad andare forte! Insomma, il gruppo fa tanta differenza.
Qual è la linea tecnica del club?
Curiamo tantissimo la tecnica fin da piccoli, già nei Cuccioli. Prima devono imparare a sciare, il resto arriverà dopo, nei children, altrimenti certi meccanismi li assimili con troppa difficoltà. Spesso intersechiamo anche i gruppi. I Cuccioli vedono cosa succederà dopo, Ragazzi, Allievi e Giovani sono motivati a fungere da esempio e si responsabilizzano sentendosi motivati. Facciamo così da almeno 15 anni con buoni risultati. Significa che funziona.
Avete anche i Giovani?
Coordiniamo l’attività degli sci club dell’Ala Valbelluna. Uniamo le forze per una migliore organizzazione e per contenere i costi. Siamo ripartiti quest’anno col progetto perché arriveranno sù diversi ragazzi interessanti. Anche nei Giovani c’è un po’ la rincorsa a fare più gare possibili, però non si può correre dietro ai punti in maniera ossessiva, specie nei primi anni dove hanno ancora bisogno di imparare e formarsi. Inoltre, non tutti sono già fisicamente completi. Bisogna trovare il modo, all’occorrenza, di costruire programmi individuali, soluzione adattabile solo con piccoli gruppi.
Leo scia tanto?
Troppo direi perché il sistema dei calendari tra qualifiche provinciali, regionali e nazzionali porta i ragazzi al cancelletto di partenza senza sosta. Noi a volte rinunciamo a qualche allenamento in pista per dare il giusto spazio alla preparazione atletica. È l’unico modo per ottenere le giuste risposte in gara e preservare il fisico dagli infortuni. Senza un adeguato allenamento fisico con tutti gli impegni agonistici, arrivi a un certo punto che scoppi, anche mentalmente.
Leo ha già il fisico?
È cresciuto abbastanza in altezza, ma non ha ancora una massa muscolare particolarmente sviluppata rispetto ad altri. Anche perché è sì un 2009, ma è di fine anno, quindi è quasi un 2010. Ha tempo, comunque, per mettere su massa, un aspetto questo che bisognerà affrontare con molta attenzione per non modificare quella che ora è la sua qualità migliore, ovvero l’agilità.
È un buontempone o sta per i fatti suoi?
Non è così estroverso, rimane abbastanza concentrato sulle sue cose ma non è che si isoli. Diciamola, quando c’è da far casino non si tira certo indietro! Piuttosto, più si alza il livello più riesce a mantenere alta l’attenzione sull’obiettivo. Qui all’alpe Cimbra si è divertito un sacco, perché apprezza il confronto quando si alza l’asticella. Nel momento topico della gara gli sale l’adrenalina, quella positiva. E da lì trova gli stimoli per trarre il meglio da sé.
Avrà pure qualche difetto…
Ma certo che ne ha. Dal punto di vista tecnico deve migliorare la coordinazione. Il busto ogni tanto va dove vuole, ma è normale che non sia ancora ben collegato con le gambe nel movimento. Tutto sommato, però, sto anche un po’ attento a correggergli questa impostazione perché potrebbe non essere così produttivo toglierlo da questa su zona di confort. Per ora, quando gli scappano i piedi è lesto a recuperare la linea. Cercheremo la soluzione migliore per mantenere efficace la sua sciata senza snaturare il suo istinto, trovando i migliori adattamenti nel rispetto dei principi della tecnica. Per ora è un gatto, vediamo se riuscirà a diventare un leone. La strada è ancora lunghissima!
In slalom è forte come in gigante?
Non ancora, ma posso dirti che è attratto molto dalla velocità, dai salti, adora i fuoripista. Fosse per lui farebbe solo neve fresca. Nevicasse un po’ di più…
C’è l’ipotesi di uno ski College?
È escluso, per ora è iscritto al liceo sportivo qui a Belluno e si trova bene e tutto combacia con l’attività del nostro sci club.
Se le cose proseguiranno per il meglio, arriverà il Comitato, magari il Corpo Militare, gli Osservati… Come farai a tenerlo tutto per te?
È proprio quello che vogliamo evitare, cioè che passi da un tecnico all’altro, e allora ripeto quello che ho detto prima: ne portiamo avanti pochi, 4 o 5 ma che abbiano un unico punto di riferimento importante. Perché è quello che può dare a loro la forza migliore quando le cose non girano per il meglio. Non importa se qualcuno di loro tende a scendere di rendimento rispetto ad altri. O se qualcuno fuori dal gruppo ottiene risultati migliori. Scegliamo quelli e finché ce n’è, andiamo avanti con loro senza mai abbandonarli.
Se no poi capita che qualcuno decide anche di cambiare paese…
Beh, la mamma di Leonardo, Natasha, è russa e lui è anche nato a San Pietroburgo, ma non c’è questo pericolo. Faremo di tutto per offrirgli il massimo supporto tecnico e morale che è nelle nostre possibilità.
Leo si sente forte?
Non è proprio il tipo che si monta la testa. Poi se sogni di vincere le Olimpiadi bisognerebbe chiederglielo. Per certo posso dirti che sa benissimo come il suo percorso sia appena cominciato e che vincere adesso non significa vincere domani.
A livello materiali?
Scia Dynastar e per ora non possiamo lamentarci, ma sai, la presenza delle aziende diventa determinante più avanti, in questa fase non è che si possa pretendere la luna. Leo comunque usa normalissimi sci da negozio. Vitalini lo segue molto bene, così come Leki e Briko.
Ci vediamo negli Aspiranti?
Arriviamo!
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