Il pensiero di un maestro di sci di oggi si intitola “Le Regioni danno i numeri”.
Ormai la notizia è certa. Gli impiantisti aspettano soltanto il via libera dal Governo per aprire dopo che il CTS ha dato l’okay su quelle che sono le linee guida da adottare.
Anche se la Regione Lombardia ha fatto oggi un’ordinanza che conferma l’apertura degli impianti per lunedì 15 febbraio, il Trentino, ma già lo si sapeva, rinvia al 17 febbraio, mentre la Valle d’Aosta al prossimo 18 febbraio.
Molte stazioni si stanno preparando, se non per aprire tutte le piste, almeno in parte, visto i tempi ristrettissimi.
Quello che però non è ancora chiaro è la gestione del numero chiuso degli sciatori, dal 30% al 50% in base al numero degli impianti, almeno così pare, leggendo quanto scritto nella relazione del Comitato.
Certamente un problema superabile, che però cambia le vendite degli skipass, che saranno comunque soltanto biglietti a validità giornaliera e “on line” per la quasi totalità.
Dal 5 marzo entrerà in vigore il nuovo DPCM e il futuro Governo dovrà decidere se confermare oppure cancellare alcuni dei divieti contenuti in quest’ultimo, tra i quali lo spostamento da una regione all’altra.
Che è uno dei motivi principali del “malumore” di alcune regioni alpine del Nord, che vedono in questo divieto un ulteriore grave danno economico per le stazioni di sci.
Se rimarrà ancora in vigore questa restrizione, sarà quasi certamente un’apertura a macchia di leopardo. Regioni come Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia stanno ribadendo la necessità di avere aperti i confini, considerando non sufficiente l’attuale possibilità di raggiungere una località fuori regione soltanto se si è possessori di una seconda casa o affittuari stagionali.
Ci sarebbe pochissimo lavoro per gli alberghi, molti dei quali rimarrebbero chiusi, per i ristoranti (che tra l’altro al momento devono chiudere alle 18.00) e per i maestri di sci, oltre a tutti gli altri esercizi commerciali, dai negozi di articoli sportivi ai noleggi e così via, senza dimenticare bar e rifugi sulle piste.
Gli ormai ex ministri Boccia e Speranza, hanno detto che ogni futura decisione in merito a aperture e chiusure territoriali, spetterà al nuovo Governo.
E verranno inserite nel prossimo DPCM, quello appunto del 5 marzo. Per questo, in molte località alpine, la tesi di un rinvio delle aperture degli impiantiti per il 5 marzo si fa sempre più concreta, aspettando per quella data il tanto auspicato via libera anche per gli spostamenti tra regioni.
Questo venerdì ci potrebbe essere un apposito decreto per prolungare gli attuali divieti: ipotesi più che attendibile, ormai se ne parla da giorni. Molti parlamentari sono di questa idea, visti i tempi ristretti del nuovo Governo.
Soprattutto nessuno a Roma si vuol prendere la responsabilità di concedere un via libera tra le regioni in giallo quando CTS e ISS lo sconsigliano vivamente.
Comunque finisca questa telenovela dell'”apri e chiudi”, una cosa é invece sicura: i tanto pubblicizzati e sbandierati ristori devono ancora essere approvati in sede governativa.
Sempre da Roma ci fanno però sapere che agiranno in fretta per farli arrivare, bontà loro, per tempo (ormai scaduto!). Forse che in montagna siamo in alto e che le strade sono in salita… ahhhh, saperlo! Intanto l’inverno sta per finire.
Walter Galli
P.S. Il CTS dice che si possono riaprire gli impianti, il CTS dice che sarebbe meglio proibire gli spostamenti da regione a regione anche se in zona gialla. Una cosa si è capita: le decisioni le prende il CTS. Aspettiamo cosa dirà per il 5 marzo.