“Il pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola “La voce dei Maestri, è giusto farsi sentire e… ascoltare.
In un comunicato stampa congiunto AMSI e Collegio Nazionale, si legge: “La Scuola Italiana Sci in questi mesi non è stata ferma.
Sono state predisposte scrupolose linee guida, scrupolosi decaloghi e vademecum, condivisi con gli impiantisti, per garantire la totale sicurezza agli allievi prima, durante e post lezioni.”
Corretto, nessuno solleva obiezioni sui contenuti, senz’altro dettati dal buon senso di chi conosce il mondo della montagna e delle neve.
Il punto, però, è anche un altro. Non è ancora dato di sapere se il 7 gennaio, quando si dovrebbero riaprire gli impianti ai turisti (e di fatto dare il via ufficialmente alla stagione invernale), avremo, dal Comitato Tecnico Scientifico, il parere favorevole a questa tanto attesa ripartenza, dopo la brusca interruzione di fine ottobre e precedentemente a marzo.
In effetti, inutile negarlo, c’è questa spada di Damocle che pesa su tutti noi e che tiene impegnati i vertici di tutte le nostre Associazioni per avere il definitivo okay.
Il ruolo del maestro di sci è fondamentale e sinergico al tessuto commerciale di una località turistica di montagna, ruolo del resto riconosciuto da tutte le maestranze.
Bene ha fatto AMSI e Collegio a esprimere il proprio dissenso riguardo la chiusura degli impianti durante le feste del Natale.
E bene ha fatto a ricordare al Governo che i maestri di sci sono da sempre un importante tassello per il turismo bianco.
Ragione per cui devono essere tutelati nel proprio lavoro, visto la precaria situazione (zero ore di lezione) dettata dall’emergenza COVID.
Se limitazioni ci saranno all’afflusso di turisti, credo che il maestro debba avere una “corsia preferenziale” per quanto riguarda la sua attività.
Sinteticamente: nella vendita degli skipass privilegiare coloro che sceglieranno di fare una lezione con il maestro.
Lo stesso dicasi per eventuali prenotazioni in albergo, offrendo a chi soggiorna per più giorni, l’opzione della scelta della lezione nella fascia oraria desiderata.
E questo vale anche per i possessori di seconde case. Così come attuare un eventuale sconto sulle tariffe dei biglietti a chi prende lezioni di sci. Garantendo un accesso scaglionato agli impianti, in base all’ora scelta per la lezione.
Ovviamente queste sono soltanto alcune piccole “attenzioni” che ciascuna scuola sicuramente già conosce,. Ma che possono diventare ancora più incisive nel caso di un ipotetico “numero chiuso” di sciatori sugli impianti.
Quello che invece andrebbe richiesto al Governo (ristori a parte, anch’essi importanti!) è di inserire il costo di una lezione di sci come fosse un “bonus vacanza famiglia sulla neve”. Così da detrarlo dalle tasse per coloro che ne vogliono usufruire.
Più si offrono incentivi a chi sceglie quest’anno una vacanza in montagna, e più la nostra categoria ne gioverebbe. Soprattutto in un inverno come questo, dai grandi interrogativi.
Sono poche ma semplici osservazioni da suggerire al Governo che, come si legge nel comunicato stampa dell’AMSI e del Collegio: ” Con la chiusura di Natale ha dato dato un colpo di scure inesorabile a noi professionisti dello sci“.
Nessuna elemosina, soltanto rivendicare l’autorevolezza del nostro ruolo nel comparto turismo montagna.
Intanto aprono le piste di sci di fondo. E questa è una bella notizia. Per il momento.
LEGGI ANCHE
Lettera aperta di un maestro di sci – Lettera di un maestro di sci – parte seconda– Lettera di un maestro di sci l’ultima – Tutto come previsto, la stagione è alle porte ma si “sente” solo silenzio – Il pericolo più grande è per le piccole stazioni – Question Time per il Conte – Quando anche le proteste si mettono in coda – In pista i pali, a Palazzo i Paletti – Tutti felici e scontenti, noi sciatori – Il trattamento mediatico che si prende cura degli assembramenti –