La scoliosi è una patologia a carico della colonna vertebrale, caratterizzata da un’anomala e permanente deviazione laterale. Raramente avviene in conseguenza di traumatismo come molte altre patologie ortopediche, è al contrario frequentemente idiopatica (non dovuta a cause esterne ndr).
Colpisce sia i maschi che le femmine con prevalenza di quest’ultime. Riconosce diverse cause quali: la predisposizione familiare, i difetti posturali, le rapide crescite staturali, anche se spesso non sono riconosciute cause particolari. Non evidenziabile nei primi anni di vita lo diventa, in particolare nel sesso femminile, dopo lo sviluppo puberale. Tuttavia esistono vari livelli di gravità, in relazione al grado di curvatura della scoliosi (angolo di Coob).
Insignificante sino a 10 gradi, diventa importante e meritevole di trattamento dai 20 gradi con ginnastica posturale, richiede dai 30° un trattamento anche con corsetti ortopedici e dai 40°, può essere necessaria la correzione chirurgica.
Una scoliosi può determinare tre tipi di problematiche:
1) difetti estetici causati da asimmetria delle spalle e del bacino e dalla presenza di gibbi.
2) dolori determinati da retrazione muscolari, causanti a loro volta limitazioni funzionali articolari.
3) problematiche di tipo respiratori, solo nelle curve gravi, oltre i 40°, per diminuzione delle capacità respiratorie polmonari.
È da sfatare l’opinione comune che gli sport asimmetrici (pallavolo, tennis, golf), possano favorire l’insorgenza della scoliosi. È certo al contrario che questi sport, se praticati intensamente con conseguente sovraccarico articolare, influiscano negativamente su uno stato patologico già presente.
Lo sci è uno sport che possiamo definire simmetrico, in quanto le braccia e le spalle devono essere protese in avanti alla stessa altezza, il bacino deve compensare l’angolazione degli arti inferiori, inteso come asse anca – ginocchio – caviglia e perciò può essere praticato sicuramente anche da chi è affetto da scoliosi. Certamente importante è la torsione impressa alla colonna vertebrale nell’esecuzione del gesto atletico nello sci, che potrebbe così risultare più faticoso e difficoltoso nei soggetti con angolo di Coob elevato.
Questa patologia non costituisce comunque normalmente, elemento di non idoneità medico sportiva agonistica, tranne nei casi in cui, come precedentemente descritto, non influisca sulla capacità respiratoria polmonare. La diagnosi clinica è fondamentale, l’esame radiografico con una radiografia del rachide in ortostatismo (stando in piedi) è fondamentale.
Il trattamento fisioterapico (esistono molteplici tecniche), è importante e si basa su esercizi di allungamento, controllo posturale, rinforzo muscolare, al fine di mantenere trattabile la curva, evitando l’instaurarsi di limitazioni funzionali. Purtroppo, nei casi più gravi, il ricorso a corsetti ortopedici (corsetto di Lionese), non deve essere evitato e soprattutto non deve essere eccessivamente procrastinato nel tempo.
Anche in questo caso associare la fisioterapia è fondamentale. La prevenzione riveste un ruolo di fondamentale importanza, in quanto la tempestività dei trattamenti riabilitativi e ortopedici, può in molti casi evitare un aggravamento clinico della malattia.
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