Passione, ricerca, cultura, c’è tutto questo e molto altro presso la mostra “Design Alpino” allestita al Politecnico di Milano, che ha così voluto rendere onore e omaggio al centenario della Fisi.
Si chiama infatti Design Alpino: sport invernali cent’anni di passione, un progetto curato nei minimi particolari dal professor Aldo Faleri, naturalmente architetto e docente del polo universitario milanese del Dipartimento Design.
C’è lo zampino anche di Claudia Giordani che ha fornito la sua preziosa consulenza e aiuto nel reperimento di alcuni “pezzi” di grandissimo valore storico. E bisogna anche ringraziare, per il loro patrocinio, FISI e CONI Sezione Milano.
La mostra è stata allestita con un ordine e una mano artistica splendidi. E questo facilita il percorso del visitatore che viene facilmente catturato dall’evoluzione tecnologica di tutti gli attrezzi neve degli ultimi cent’anni.
Lo stile è quello che già aveva ottenuto non poco successo nel 2018 quando Design Alpino aveva dedicato la mostra a rifugi, bivacchi e attrezzature d’alta quota.
Oggi, pensando anche alle Olimpiadi Milano- Cortina 2026, questo nuovo progetto vuole avvicinare al mondo degli Sport Invernali anche chi ne sa poco. E non si immagina da dove si è partiti per arrivare agli attrezzi impiegati oggi da atleti e appassionati.
Naturalmente in questo periodo, come tutte le strutture dedicate alla cultura, non è possibile accedervi, causa Covid. Appena ci sarà semaforo verde però, si riapriranno subito le porte e allora comunicheremo gli orari. È probabile si possa riaprire dal 7 gennaio 2021, data indicata dall’ultimo DPCM, per il via all’apertura degli impianti sciistici. Ma si vedrà.
La mostra offre una piccola, ma esaustiva narrazione dell’evoluzione tipologica, morfologica e tecnologica degli attrezzi sportivi di alcune delle più note discipline olimpiche invernali.
In origine strumenti per attività lavorative, quando il loro utilizzo era indispensabile per lo spostarsi e il trasposto delle merci nelle vallate, tali strumenti si trasformano poi negli anni in fonte di esclusivo passatempo per le aristocrazie europee sulle Alpi.
La sezione storica apre il percorso espositivo con una linea del tempo, dal 1920 anno di nascita della FISI fino ai giorni nostri, in un succedersi di eventi tra cui l’edizione italiana di Cortina 1956 e Torino 2006 oltre a piccole anticipazioni su Milano/ Cortina 2026 per la XXV edizione dei Giochi Invernali.
Di particolare interesse la sezione attrezzature sportive. Dove pezzi originali (amatoriali e agonistici) provenienti da collezioni private dagli anni 40/50 ad oggi illustrano in pochi, ma significativi passaggi temporali, l’evoluzione dell’attrezzo sportivo.
Esemplari di sci da discesa che da “semplici” aste di legno di frassino diventano oggi alta tecnologia “full sandwich” in carbonio e titanio. Così i più noti accessori, come gli scarponi da sci in cuoio e suole Vibram, diventano stampi “rotazionali” con scarpette termosensibili.
Si potranno ammirare ancora manufatti artigianali e industriali come slitte, sci di fondo, pattini da ghiaccio, tute e casco da KL, tavole da snowboard…
Altro importante contributo, nella sezione “memories”, sono gli autentici pezzi da collezione appartenuti al leggendario Zeno Colò. E a Celina Seghi centenaria pluricampionessa italiana di sci alpino negli anni ’50.
Arrivando così ai grandissimi campioni di oggi quali le olimpioniche Michela Moioli e Dorothea Wierer, e i pluripremiati Giorgio Rocca, le sorelle Nadia e Elena Fanchini, Gilberto Parisi e Valentina Greggio.
A completare le diverse sezioni della mostra vi sono alcuni contributi video, tra i quali i documentari dell’I- stituto Luce dedicati alle Olimpiadi di Cortina 1956.
Rievocare storie di donne e uomini e i loro attrezzi è appunto lo scopo principale di questa mostra- esposizione sulla montagna. Dove una nuova coscienza si rende necessaria, nei riguardi del mondo alpino che va rapidamente trasformandosi in un paesaggio altamente tecnicizzato. Senza che parimenti si diffonda la consapevolezza e il rispetto della sua fragilità.