Marco Mapelli, varesino di nascita, milanese d’adozione, da sempre uomo Fisi, giudice internazionale e direttore di gara di Race in The City, eletto a Torino 2010 nel consiglio federale che ha terminato il suo mandato con il commissionariamento dello scorso luglio, a pochi giorni dalle nuove elezioni di Modena, in cui è candidato nel ruolo di consigliere laico, prende posizione ne riguardi di dihiarazioni che, secondo lui, sono lontane da quelle che sono le necessità primarie della Fisi. “Si sentono e si leggono dichiarazioni sul nuovo corso che dovrebbe prendere la Fisi dopo le elezioni del 31 marzo che mi lasciano perplesso, – esordisce Mapelli – bisogna essere onesti e concreti con i programmi, i voli pindarici non servono alla Federazione. Chi sarà eletto dovrà rimboccarsi le maniche due volte e darsi da fare in modo concreto e immediato. Il risanamento della Fisi, già ad un buon punto rispetto alla situazione del 2010, non è ancora terminato e bisogna cercare di farlo il prima possibile per poter trovare le risorse necessarie per lavorare in funzione degli importanti appuntamenti dei prossimi anni (Mondiali di sci alpino di Schladming e di sci nordico della Val di Fiemme del 2013 e Olimpiadi del 2014). Soldi ce ne sono pochi e, vista la congiuntura non proprio favorevole, non si può pensare di trovarli nell’immediato e soprattutto di spendere quei pochi che ci sono in progetti e strutture che magari porterebbero benefici nel lungo termine. Purtroppo non c’è tempo. E’ importante invece immettere nuova linfa alla federazione con il tesseramento differenziato e il coinvolgimento di quegli uomini che già operano in modo efficace e con passione all’interno degli sci club. La necessità primaria è quella di sostenere il lavoro delle strutture Federali, trovando le risorse, soprattutto umane, all’interno della federazione stessa che è fatta da società e uomini che lavorano con passione e competenza. Bisogna dare voce alla base e alle sue esigenze e, soprattutto, impedire alla politica di intromettersi nelle cose che riguardano il nostro sport e che non conosce. L’idea che aveva portato a Torino 2010 Ghilardi (anche Conci aveva sposato il progetto pienamente) resta valida nell’impianto generale, con i dovuti distinguo ed aggiornamenti derivanti dalla situazione storica attuale che stiamo vivendo”.
Due anni di mandato, con Mondiali 2013 (di cui il nordico in casa) e Olimpiadi 2014, prevedono un lavoro enorme per poche cose, chiare e ben definite.
I punti essenziali che dovrebbe affrontare il nuovo consiglio federale sono
1. Tesseramento a costo differenziato per aiutare l’ingresso ai più giovani ed aiutare le società più piccole a raggiungere il limite delle 35 tessere
2. Continuare il risanamento della FISI: non siamo ancora fuori dal problema, con Morzenti si è cominciato un risanamento innegabile, ma si deve continuare
3. Razionalizzare la gestione delle squadre nazionali in tutte le discipline: ancora troppi sprechi, dovuti alla mancanza di coordinamento interno alle varie Direzioni tecniche. Gruppi Sportivi Militari: rapporto da rianalizzare e migliorare alla luce di quanto cambieranno i loro assetti in un prossimo futuro.
4. Dare spazio alle forze migliori della base: non ci sono soldi per pagare “manager lunari” (ci sono poi questi manager ?), ma serve selezionare e chiamare dalla base le esperienze migliori a cui assegnare ad esempio incarichi nei vari settori giovanili. Un consiglio così ridotto numericamente necessiterà obbligatoriamente di persone capaci e disponibili a lavorare insieme per progetti nazionali. Vi assicuro che in FISI ci sono queste risorse, basta coinvolgerle.
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