La Commissione Europea sembra aver respinto al mittente l’idea di Giuseppe Conte di vietare globalmente lo sci con un semplice: “Non spetta a noi decidere.”
Lo ha detto abbastanza chiaramente il portavoce dell’Esecutivo Eric Manner, interrogato sulla questione, come riporta il quotidiano AltoAdige questa mattina: «La decisione sull’attività sciistica è di competenza nazionale, non europea. Occorre prudenza nel revocare le misure anti-Covid perché questo può provocare la recrudescenza del virus.
Stiamo lavorando per rafforzare il coordinamento tra gli Stati e vedere se possiamo sviluppare presto un approccio di raccomandazioni».
Insomma, la Comunità Europea non si prende il diritto di decidere per gli Stati membri, ma si può limitare solo a dare consigli: «Le decisioni sullo sci sono di competenza nazionale – Continua il portavoce. Il nostro ruolo è fare raccomandazioni sanitarie affinché le varie attività si svolgano in condizioni di sicurezza sanitaria. Quindi c’è una vera differenza tra le due dimensioni».
Garmisch vista dall’alto! La più nota stazione sciistica tedesca conta circa 40 km di piste. Il comprensorio più vasto rimane però quello di Steinplatte/Winklmoosalm – Waidring/Reit im Winkl che contq 44 km di tracciati.
A questo punto, Conte potrà… “contare” solo su accordi interpersonali con i suoi colleghi. Al momento l’unica solidale parrebbe Angela Merkel. Ma come ci fa notare il giornalista, nonché tifoso e maestro di sci Carlo Vanzini, voce Sky della Formula uno, in Germania ci sono 1.300 km di piste, in Italia 6.000, in Austria 8,000, in Francia 10,000. Che la decisione venga presa dalla Germania è alquanto bizzarro.
Non ci sarà, inoltre, alcuna accondiscendenza dalla Svizzera, come conferma lo sci-tuttologo ticinese Dani Fiori che ci passa questa comunicazione. Il Consigliere federale Alain Berset è stato molto chiaro: “Le stazioni possono essere un problema. Ma forse è tardi per avere una strategia coordinata con i paesi vicini. Da noi si potrà sciare, con le misure prestabilite“.
Sappiamo poi qual è la posizione dell’Austria: “Non ci fate aprire? Ok, ma allora che l’Europa ci dia i 2 miliardi e mezzo di perdita cui andremmo in contro“.
Rimane la Francia, che è ancora in stand by, il che sta creando notevoli critiche da parte delle Stazioni che all’alba del 27 novembre non hanno ancora ricevuto risposte.
Alla fine pare proprio rimarrà l’ultimo avvertimento – ricatto di Conte: “Chi andrà a sciare all’estero, dovrà osservare la quarantena al suo rientro in Italia“. La commissione europea non spetta