Il pensiero di un maestro di sci di oggi si intitola: Indennizzi-ristori maestri: le anticipazioni alla luce del “Sole”
Dopo la “storia in pillole” delle scorse sere di due grandi DT della Coscuma, Hubert Fink e Maurizio Bosoni, è tempo di attualità.
Iniziando da un pensiero che allo stesso tempo è domanda e motivo di riflessione.
Perché molti maestri scendono in piazza, scrivono il loro mal contento sui social? Risposta molto semplice.
Le proteste nascono nel non aver potuto lavorare quest’inverno, nel non essere stati riconosciuti come professionisti, vietando anche di sciare da soli per mantenere un’adeguata forma tecnica.
Il dissenso nasce pure dalla necessità di conoscere quale sarà il futuro, quest’estate e il prossimo inverno. Si potrà insegnare oppure no?
Sono alcuni dei tanti post dei maestri scesi in piazza per manifestare contro il silenzio delle istituzioni. Domande che attendono risposte e che il mondo della montagna aspetta, non più tanto in silenzio.
E racconta di un’attualità molto triste. Le rassicurazioni a loro date da parte di Colnaz e Amsi, che sanno toccare i tasti giusti ma preferiscono non far troppo rumore, non placano la protesta che in realtà si chiama paura. Come si fa a dargli torno.
Quando poi si tocca l’argomento “ristori-sostegni”, è normale che molti colleghi esprimano sui social e con interviste ai giornali e in TV la propria rabbia nei confronti della politica. Perché in tanti non sanno come arrivare a fine mese.
Intanto dal giornale il Sole 24Ore trapelano alcune indiscrezioni riguardo i sostegni per la montagna, inclusa la categoria dei maestri. Secondo quanto scrive il quotidiano della Confindustria, il calcolo dei ristori sarebbe fatto sul fatturato dell’anno 2019 meno quello del 2020.
La differenza verrebbe divisa per 12 e moltiplicata per tre (fino a fatturati da 100mila euro), così da ottenere la cifra da corrispondere.
Se ad esempio un maestro libero professionista (a partita IVA) ha fatturato 24mila euro nel 2019 e nel 2020 6mila euro, il calcolo del rimborso sarà fatto sulla differenza dei due fatturati e cioè: 24mila euro meno 6mila euro.
Questi 18mila euro andranno poi divisi per 12 e moltiplicati per tre, per un totale di 4,5mila euro (esentasse). Somma da ricevere come indennizzo, calcolata – attenzione – sul fatturato e non sul reddito.
Vedremo se effettivamente il Governo applicherà questo schema per ristorare i maestri. Lo scopriremo a breve. Questa procedura di calcoli varrà anche per le Scuole di sci e i suoi maestri iscritti e non a partita IVA? Le due istituzioni di categoria stanno lavorando anche su questo e sono certe di un buon risultato. Bisogna “solo” aspettare.
Walter Galli
P.S. Sono solo anticipazioni di un quotidiano? Indennizzi-ristori maestri le