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In ricordo di Giorgio Koelliker e Vittorio Gargano, presidenti dei comitati di Campania e Puglia.

In ricordo di Giorgio Koelliker e Vittorio Gargano, presidenti dei comitati di Campania e Puglia.. Pubblichiamo un articolo scritto dal collega Stefano Buccafusca, da tanti anni colonna del TG di La7 e da sempre appassionato di sci, neve e montagna. Stefano ha voluto ricordare così Giorgio Koelliker e Vittorio Gargano recentemente scomparsi a pochi giorni di distanza, egregi presidenti dei Comitati regionali di Campania e Puglia.

di Stefano Buccafusca

Chissà se un giorno vedrà la luce una storia completa dello sci del centro-sud. Sarebbe un gran bella cosa perché, come nella vita anche nello sport, le memorie del passato rendono più solido il nostro futuro. E noi anime appassionate delle nevi appenniniche potremmo così capire il debito di riconoscenza verso chi ci ha preceduto. Fra loro ci sono due dirigenti, due amici, che ci hanno lasciato recentemente. Il fato vuole, a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro: Giorgio Koelliker e Vittorio Gargano.  Entrambi sono stati a lungo rispettivamente presidenti dei comitati regionali di Campania e Puglia.

Chi ha memoria lunga ricorderà come, almeno fino ai primi anni ’80, i due comitati erano riuniti sotto un unico grande ombrello denominato orgogliosamente Comitato Appennino Meridionale, CAM. Visto sulla carta geo sportiva era come il regno delle due Sicilie. Spaziava dal Matese a Santa Maria di Leuca. Ed è in quel “regno bianco” che Giorgio e Vittorio (da consigliere del CAM divenne presidente del PUG), amici di lungo corso, avevano messo le basi di quella che da dirigenti sarà poi una sfida impegnativa: far crescere il movimento degli sciatori, nell’Italia del sud sull’onda della Valanga Azzurra prima e di Tomba-Compagnoni poi. Con l’obiettivo, auspicato, sognato, desiderato, di portare prima o poi un atleta del sud ai vertici dello sci italiano.

Torinese dal cognome austro-germanico, Koelliker arriva a Napoli negli anni ’60. Nel Golfo vista mare, mette su famiglia, tutti sciatori, entrando subito a far parte dello Sci club Napoli (con una parentesi nello Sci club Vesuvio, nato come costola giallo-blu in polemica con la FISI di allora, ma questa è un’altra storia) dove darà vita a duelli infiniti con gli amici napoletani, Pino Perrone Capano, Aldo Ballabio, Uccio Pecorella, in molte edizioni del Derby cittadino dello sci napoletano (geniale invenzione di Egidio Amato).

Da agonista vince l’assoluto nel Derby del 1969, senza contare le innumerevoli vittorie di categoria (amatori, veterani, pionieri). Da sciatore eccellente diventa l’uomo giusto al posto giusto quando negli anni ’90 fu indicato per la Presidenza del comitato campano della FISI. A fare il suo nome l’allora presidente dello Sci club Napoli, Sergio Contardi Falco, altro compianto dirigente di grande spessore ed esperienza.

Come segno tangibile del suo ruolo super-partes, Giorgio si congeda dai colori giallo-blu di sempre per tesserarsi con una società che non svolge attività agonistica. Guiderà il comitato campano per 25 anni. Un primato. I vertici nazionali di Via Piranesi lo apprezzano, lo stimano per il suo pensiero schietto, senza peli sulla lingua. Era un fustigatore dell’agonismo esasperato. Riteneva che fossero da bandire le tutine da gara nelle categorie dei più piccoli. Battaglia tutta in salita. Per il ruolo rivestito dovette gestire diatribe, critiche e polemiche. Venne ripagato dai bei risultati delle nuove leve.  Era Presidente-sciatore nel vero senso della parola. Seguiva le gare al parterre di arrivo e non si sottraeva alle premiazioni, cercando però di ritagliarsi il tempo per godersi una bella sciata fra le piste dell’Aremogna, Pizzalto e Monte Pratello. Ed era frequente incontrarlo in seggiovia e scambiarsi ricordi, aneddoti e commentare con ironia l’agonismo di certi “guru dello sci”.

Anche dopo aver lasciato la Presidenza del Cam divenne inconsapevole esempio di longevità sportiva, continuando a sciare da over 80 nonostante gli acciacchi e l’incedere degli anni.

Stessa tempra e stessa passione per lo sci che condivideva con l’amico Vittorio Gargano. Avvocato del foro barese e autentico motore della FISI in Puglia, dopo un brillante trascorso nel nuoto a livello nazionale negli anni ’50 e prima di avvicinarsi agli sport invernali, complice una lunga permanenza in Veneto.

Ma il vulcanico Vittorio deve fare i conti con l’essere la Puglia unica regione priva di impianti di risalita e con un territorio dove i rilievi sono una rarità. Per andare a sciare bisogna davvero macinare tanti chilometri e ore di viaggio. Un contesto mica da poco per far crescere il mondo dello sci. Eppure Vittorio con dinamismo, determinazione e cocciutaggine, cominciò a seminare il “verbo”. Fu così che oltre ad uno storico sodalizio, lo Sci club Bari, sbocciarono tanti altri sci club nella regione: Foggia, Brindisi, Ostuni, Alberobello, Locorotondo, Lecce, Taranto, Fasano, Cisternino, Molfetta. Almeno una trentina di società che generavano tesserati ed atleti. E che costituirono anche una solida base organizzativa. Tanto da programmare con efficienza svizzera non solo le gare a Roccaraso e Campitello Matese (ed erano spesso le prime gare del calendario centrosud) ma anche in diverse località del nord, vedi ad esempio i campionati italiani allievi-ragazzi e i tricolori master. Quando si doveva decidere, aveva il dono di coniugare fermezza e convinzione. Sotto la sua presidenza lo sci pugliese vide crescere tanti atleti fortissimi: i fratelli Reale, Fantini, Di Bari, Petroni, il figlio Massimo. Una leadership la sua che è durata a lungo, attraversando mezzo secolo di presidenze della FISI che si sono alternate nel corso degli anni. Gli ultimi per la verità complicati da una salute precaria e dalla difficoltà di portare avanti i progetti del comitato.

Ricordare oggi quanto realizzato da Giorgio Koelliker e Vittorio Gargano non è solo un modo per rivivere emozioni trascorse e vissute da vicino. È un passaggio obbligato per capire come lo sci del centrosud sia cresciuto e maturato negli anni grazie anche al lavoro e alla passione di queste due straordinarie personalità. Che non dovremo mai dimenticare.

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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