Oggi ricorre il ricordo della prematura scomparsa della saltatrice altoatesina Simona Senoner, classe ’93 di Santa Cristina in Gardena, mancata dieci anni fa. Uno dei più tristi episodi della storia degli sport invernali italiani.
Simona si trovava in una camera di hotel a Schonach, località della Foresta Nera tedesca, nei pressi di Friburgo,. La diciassettenne gardenese avrebbe dovuto prendere parte a una gara della Continental Cup.
Fu trovata in bagno stesa a terra priva di sensi. Non è ancora del tutto chiaro cosa accadde. A metà tra una strana morte bianca, un’infezione, un arresto cardiaco, forse tutto causato dall’assunzione di un semplice antidolorifico. Di fatto Simona se n’era andata qualche ora dopo il suo arrivo in ospedale.
Il suo avvio allo sport era iniziato con lo sci club Gardena di Lidia Bernardi, ma dallo sci alpino passò poi al fondo. Quindi la conversione al salto. Dove si ritrovò presto in squadra con Lisa Demetz, Elena Runggaldier, Evelyn Insam, Nadine Kostner e Barbara Stuffer.
Il suo ultimo salto ricorre a una gara in Norvegia dell’Alpen Cup, mentre il risultato più prestigioso ottenuto fu il decimo posto conquistato ai Mondiali Juniores di Zakopane nel 2008, proprio nell’anno del suo ingresso in squadra nazionale. Lasciò nella disperazione mamma Brigitte, papà Oswald e il fratello Christian, oltre che lo zio Peter Runggaldier, celebre velocista della gloriosa ItalJet.
In suo ricordo il trampolino del centro «I sauc» di Monte Pana è stato a lei intitolato.ricordo della saltatrice In ricordo della saltatrice