Il trattamento mediatico che si prende cura degli assembramenti è il titolo de “Il pensiero del maestro” di oggi”.
Ieri, sui social sono state postate le foto di Riccione, dove, alla faccia dei divieti, in tantissimi si sono ritrovati in “piazza” a festeggiare il Natale. Nessuna rete televisiva e nessun quotidiano nazionale ne ha data immediata notizia, salvo il “Resto del Carlino” nelle pagine provinciali e qualche altro quotidiano locale.
La cosa, ai tanti “della montagna”, non è di certo passata inosservata, proprio in virtù del linciaggio mediatico subito da TV e giornali in tutti questi mesi per foto di code agli impianti, molte delle quali riferite a stagioni passate.
Se proprio la vogliamo dire tutta, Cervinia è stata il “simbolo” di quelle pubblicazioni, seppure quella coda (esaurita in poco più di un quarto d’ora) fosse rispettosa del distanziamento e tutta di sciatori con mascherina indossata.
Ho volutamente fatto questo preambolo per porre una semplice domanda: perché questa disparità di trattamento mediatico?
Il 7 gennaio riapriremo, stando a quanto si legge nel nuovo DPCM. Per quella data funzioneranno gli impianti, gli alberghi saranno aperti, così come le scuole di sci e i negozi, il tutto in massima sicurezza: saremo prontissimi ad attenerci, punto per punto, a ciò che il protocollo (una volta approvato dal CTS) richiederà.
Ma ugualmente qualcuno vuole far passare la montagna per un mondo di cinici, pubblicando a ripetizione quelle foto di lunghe code agli impianti e scrivendo di noi come persone preoccupate soltanto di aver perso il business del Natale. Che per molti è sopravvivenza.
L’ Alto Adige, per rispondere con dati di fatto alla mano (e sotto gli occhi di tutti), ha chiuso immediatamente località come Val Senales e Solda per poi riaprirle nuovamente agli atleti quando la curva dei contagi è diminuita. E ha organizzato, prima Regione in Italia, un piano operativo per fare tamponi di massa ai suoi abitanti, iniziando da Bolzano.
Lo stesso “modus operandi” che ha in mente la Valle d’Aosta per proporre vacanze sicure sulla neve anche ai turisti. Due Regioni alpine. Montagna che pensa solo a non perdere giorni “utili” sulla neve?
Quelle foto di Riccione, come del resto quelle di Napoli per Maradona o degli assembramenti nei centri commerciali, rappresentano una sconfitta per gli italiani di buon senso, la più lampante dimostrazione di come l’educazione civica spesso si perda nei meandri dei divieti. Che invece dovrebbero valere e applicati per tutti, laddove si sbaglia.
Ci è stato detto dal Governo di chiudere, lo stiamo facendo e stiamo pagando un prezzo enorme, come altri. L’aiuto arriverà dalle Regioni prima che dallo Stato, ma siamo ugualmente pronti, come lo eravamo già quest’estate, a riaprire e garantire ai nostri ospiti la massima sicurezza, con tutta una serie di precauzioni contro rischi di contagio.
Molte località hanno già allestito centri “COVID FREE”, Livigno ad esempio. Iniziative che danno l’idea di che pasta siamo fatti.
Bisogna smettere di raccontare la “bufala” di una montagna capace solo di protestare. Anche se qualche buona ragione forse l’abbiamo. Però sappiamo agire, rispondere prontamente alle situazioni negative per affrontarle con senso di responsabilità. Per questo siamo convinti della bontà dei nostri protocolli, redatti da chi la montagna la conosce e la vive.
È innegabile che il Governo in questi ultimi mesi ci ha ascoltato davvero poco. Ci stiamo dando da fare per assicurare le migliori vacanze, mettendo al primo posto nel gradimento dell’ospite la voce sicurezza. E lo facciamo senza alzare la voce. Siamo abituati al silenzio. Che non significa assenso.
Walter Galli
P.S. Chi di foto colpisce, di foto perisce. Il trattamento mediatico che Il trattamento mediatico che
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