Il Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola: “Il maestro di sci ha bisogno di allenarsi”
Come iniziare questo pensiero serale se non con una dedica speciale ai tanti video che hanno raccontato l’evento di SciareMag “Per chi suona la Montagna“, mai come in questo momento attuali nel raccontare le difficoltà che la montagna sta vivendo oggi e allo stesso tempo speranzosa per una prossima apertura sotto il segno dei Mondiali di Cortina.
A proposito di attualità, il CTS ha dato ieri il via libera alle aperture degli impianti per il 15 febbraio per le regioni in zona gialla. La notizia è di buon auspicio.
Adesso si attende il parere del Governo. Resta il fatto che, al momento, sarebbe possibile per i turisti e i maestri di sci sciare solo se si è in “zona gialla“. Le valutazioni del Comitato mi danno però l’occasione per parlare di un problema che riguarda proprio la categoria dei maestri di sci, fermi ormai da marzo.
E lo spunto è nato da una telefonata con una collega.
C’è una Regione, l’Abruzzo, che ha sollevato il problema del divieto per i maestri di sci di allenarsi in pista. A porre la questione è stata Fabiola Bartolucci, maestra di sci di Ovindoli, che, in una “lettera aperta” ai politici della sua terra, si domandava: “Cosa accadrà ai maestri di sci che da un anno non possono esercitarsi sulla neve, al contrario degli allenatori, peraltro maestri di sci, degli atleti di interesse nazionale e dei master, che in tutto questo tempo di lockdown hanno sempre potuto sciare?”.
“Una contrapposizione dolorosa all’interno di una stessa classe di professionisti, maestri e allenatori”, come ha specificato Fabiola nel suo scritto.
La questione degli allenamenti per i maestri di sci per “poter mantenere le proprie capacità professionali”, grazie alla sua iniziativa, è finita sul tavolo della Conferenza Stato Regioni e a farsi promotore di questa istanza è stata proprio la Regione Abruzzo, che l’ha voluta inserire nei vari “ordini del giorno”, facendo presente come l’allenamento per maestri di sci sia da considerare “un’attività professionale inderogabile”, al pari delle altre categorie di sciatori che attualmente beneficiano della possibilità di allenarsi.
La richiesta, prontamente recepita in sede di Conferenza, è stata subito trasmessa al Governo per le modifiche del prossimo DPCM, chiedendo che questa voce venga inserita. Non resta che aspettare le decisioni del Governo, come per gli impianti.
Fabiola, con la sua lettera, ripresa da molti quotidiani e diventata ormai virale soprattutto per il consenso avuto da molti colleghi, ha posto l’accento su un problema “reale” (oltre a quello dei ristori), per una categoria che conta ben 20mila professionisti.
Se dopo il 15 febbraio continuerà questo stop allo sci turistico per le Regioni in zona arancione, è giusto chiedersi quale sarà il futuro per tutti i maestri che (non) lavorano nelle località con “bollino arancione”. Domanda da “girare” ai nostri governanti, all’Amsi e al Collegio Nazionale. E perché non una “class action“, aspettando i ristori?
Walter Galli
P.S. “Per chi suona la Montagna” di oggi è per chi, come Fabiola, vive il suo lavoro con passione. Insieme a lei tanti altri colleghi. Fermi. Speriamo ancora per poco, colori permettendo.Il maestro di sci