IIl Consiglio direttivo Colnaz a Punta Helbronner. Beppe Cuc: “Lavoriamo sul futuro”.
l consiglio del Collegio Nazionale dei Maestri Sci (Colnaz) per la prima volta si è riunito a Punta Helbronner per parlare di passato e futuro e per approvare il bilancio. Sono stati 18 i rappresentanti dei Collegi che venerdì hanno raggiunto la sala panoramica di Skyway Monte Bianco e che hanno discusso della formazione, del futuro della professione e di una legge ormai datata che probabilmente andrà rivista.
La legge, anche se ha una trentina d’anni, in realtà presenta pochi punti deboli per quanto riguarda la tutela tecnico-economica-fiscale. Naturalmente il mondo cambia e si evolve per cui alcune dinamiche di allora sono diverse da quelle di oggi soprattutto a livello turistico. Dunque la mission prossima dei Collegi regionali è quella di scrivere progetti di adeguamento al mercato che saranno valutati e discussi al prossimo Consiglio Nazionale previsto tra settembre e ottobre a Catania.
Non è un lavoro semplice, perché i flussi turistici, con le loro richieste ed esigenze, non sono standard. Un’idea può essere buona a livello concettuale e capace di risolvere un problema, ma c’è il rischio che ne generi un altro. Per questo c’è la consapevolezza che il maestro debba relazionarsi sempre di più con i punti cardine della stazioni, ovvero società impianti e uffici turistici, marketing compreso. E ovviamente con la “compagna di viaggio” ormai inseparabile, l’Amsi.
L’aspetto che secondo noi non dovrebbe mai cambiare, ma al contrario avrebbe bisogno di essere sostenuta con forza e un certo orgoglio, è il concetto di professionista che non deve essere relegato al solo sistema fiscale.
Parte dei consiglieri del Colnaz all’esterno della Skyway
Chi ha bisogno di cure si rivolge a un dottore riponendo in lui la possibilità e la speranza di guarire. Così come ci si affida a un avvocato per ottenere giustizia in una controversia. Allo stesso modo il principiante si affida a un maestro di sci certamente per imparare la tecnica ma non solo. Perché chi inizia a confrontarsi con lo spazzaneve non si trova in una situazione di confort. Per lui la montagna è un luogo, per così dire, ostile, perché c’è freddo, la neve è dura, il piede è “costretto” in una “scatola” di plastica rigida alla quale non è immediato abituarsi e i movimenti richiesti hanno qualcosa di innaturale o poco istintivo.
Diventa un problema persino camminare, considerando che bisogna “goffamente” portare gli sci sulle spalle tenendo i bastoncini nella mano. Tutto banale per chi sa sciare, ma il cliente numero uno del maestro di sci è il neofita, nella maggior parte dei casi bambino. E il genitore si affida al maestro perché ne tuteli soprattutto la sicurezza. È questo il concetto di “professionista” che il maestro dovrebbe curare più di ogni altra cosa. Il maestro è il dottore della neve, l’avvocato dello sci.
L’incontro del direttivo di ieri – dice il Colnaz in una nota – è stata anche l’occasione per trarre un bilancio della stagione che nel complesso è stata positiva. Non al 100 per 100 perché caratterizzata dall’assenza quasi totale di turisti stranieri e dalla mancanza di neve. Mesi invernali davvero particolari ma che hanno comunque permesso alla categoria di tornare lentamente alla normalità.
Beppe Cuc, presidente Colnaz e Avms: «Non possiamo parlare di stagione negativa, il turismo c’è stato e i clienti sono tornati a richiedere i maestri. Ora speriamo in un ritorno degli stranieri e in inverni ricchi di neve. Perché quello appena concluso è stato davvero difficile da questo punto di vista. Auspichiamo una ripartenza a pieno regime dalla stagione 2022-2023».
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