Non poteva crederci nemmeno il Sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi che ha avuto il piacere di aprire il terzo appuntamento del primio Vitalini. Quando li ha visti salire sul palco è rimasto a bocca aperta: Francesco, sì, lo ricorda ma la somiglianza di Pietro è impressionante.
Di cognome i due fratelli fanno Serarcangeli e ai più questo non dirà niente. Se diciamo che sono dell’Abetone? Guardateli bene… Magari chiudete gli occhi per un attimo per aiutare la mente a fare un passettino indietro. Eh sì, sono proprio loro, i nipoti di Colò.
Il grande Zeno che Pietro Vitalini ha per qualche minuto riportato dinnanzi a noi, in occasione della terza edizione del “suo” premio, tradizionalmente andato in scena nel week end a Forte dei Marmi. La presenza di Pietro e Francesco ha onorato il podio di Villa Bertelli, il salotto di Forte dei Marmi, cui lo sci ha sempre portato il massimo rispetto, nel nome dei più grandi personaggi del Circo Bianco. Assieme ai nipoti di Zeno anche Marcello Danti, consigliere comunale di Abetone Cutigliano e Gianpiero Danti (sono cugini) della Saf, entrambi legatissimi all’eroe toscano. Gogo, in arte Giuseppe Sartogo, il cui spirito si trova persino nelle fodere dei capi Vitalini Sportwear, era capitato all’Abetone quando buttando l’occhio nella sede dello sci club, vide appeso al muro un quadro di Zeno con il pettorale della 3-Tre.
Quell’immagine è salita sul palco di Villa Bertelli e Lorenzo Conci, patron dello slalom a Campiglio, lo ha abbracciato e se l’è portato via: “Lo appenderò appena sopra la Sfera di Cristallo” – ha detto Conci, inseguito dai ragazzini del Comitato Toscano che quella coppa l’avevano solo intravista in TV nelle mani di Marcel Hirscher e Michaela Shiffrin. Che Gianmario Bonzi e Dario Ricci hanno citato nella breve ma sentita presentazione del libro Oro Bianco dove hanno saputo magistralmente rievocare le gesta degli Azzurri, vincitori della medaglia d’oro alle Olimpiadi.
Prima di loro il clou dell’incontro che ha avuto la stessa durata di una gara di discesa libera. Sulla “pista” versiliese, si sono presentati Kristian Ghedina, Peter Runggaldier, Werner Perathoner, Luca Cattaneo e Alessandro Fattori, gli amichetti di Pietro Vitalini, tutti sotto l’occhio vigile di Alberto Ghezze che ha lasciato per un giorno la sua “Vertigine” di Cortina per rivivere anche lui le emozioni dell’Italjet che ha avuto il piacere di allenare, seppur ex atleta di slalom.
Il premio Vitalini ha voluto sfiorare anche l’argomento sicurezza con l’intervento del generale Marcello Bellacicco, vice comandante Truppe Alpine e comandante della divisione alpina Tridentina.
Sul petto i simboli di decine di missioni che giustificano quel suo amore immenso per il Tricolore. Bandiera che potrebbe sventolare sul gradino più alto del podio della Kandahar Junior di Les Huches (Chamonix). Ne hanno parlato Francoise Laffin, presidente dello sci club locale e Stefan Boisard, presidente degli uffici turistici della valle, organizztori di questa splendida maifestazione agonistica internazionale, riservata ai ragazzini under 14
Questo è il terreno preferito della Vitalini, i giovani appunto, che anche in occasione della terza edizione del premio non sono mancati. Hanno sfilato sul podio, rigorosamente in fila dietro al presidente Francesco Contorni, i giovani del Comitato toscano.
Una serata per loro indimenticabile: hanno sfiorato la sfera di cristallo e stretto la mano all’Italjet.
La serata si è conclusa sul terrazzo del ristorante Pesce Baracca che tutti hanno raggiunto a bordo di una bicicletta. Dopo il racconto di Luca Gialanella, prima firma del ciclismo della Gazzetta dello sport, non hanno potuto fare altrimenti. Introdotto dal giornalista Livio Iacovella, firma e voce dell’Eroica, Luca ha raccontato alcuni eposodi epici delle due ruote sulle salite più terribili delle grandi classiche. Alla fine tutti con il pettorale Vitalini indossato e in mano il premio. Pesantissimo e granitico, anzi, precisamente tonalitico, visto che la Pedretti Graniti, di Madonna di Campiglio li ha scolpiti lavorando la Tonalite, una roccia assai rara che prende il nome dal Tonale. Ultimi a scendere dal palcoscenico di Villa Bertelli lo staff Vitalini.
Oltre a Pietro e a Gogo anche Stefano Cassin, nipote della leggenda dell’alpinismo mondiale Riccardo Cassin, Tommaso Tomasetti, Istruttore nazionale e Silva Sardi brava a dare un corpo spumeggiante alla comunicazione dell’azienda.
Tra gli ospiti anche la piccola Zoe. E’ di Santa Caterina e di cognome fa Vitalini, uno scricciolino tutto pepe perché “fortunatamente” ha preso da mamma Neva. Fa passare da un braccio all’altro uno strano braccialetto intrecciato di colore fucsia. Nessuno è brava come lei a farlo ruotare in quel modo. Pietro dice che diventerà una formidabile discesista. Ma Zoe ama lo slalom. Pazienza.
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