I 90 anni di Hubert Fink padre della tecnica italiana
L’uomo simbolo della storia della tecnica sciistica italiana Hubert Fink, oggi compie 90 anni. E sembra davvero identico a prima, con quella “penna bianca” a distinguerlo bene anche da lontano.
Hubert è ancora in gran forma e fino al pre-Covid andava anche a sciare. A raccontarlo è Evi Hilpold, nel team press della Saslong, moglie del figlio Markus, il più giovane di due fratelli e assieme gli hanno regalato la felicità di avere tre nipotini di 2, 7 e 8 anni. Mentre il figlio più grande, Andreas, vive da tempo a Treviso. Lui è nato a Barbiano, nella Valle Isarco, ma da sessant’anni si è trasferito a Bressanone. È lì che ha conosciuto Brigitte, donna e moglie al suo fianco da oltre 50 anni.
“Hubert è ancora molto interessato agli eventi politici e sportivi – dice Evi – Segue le gare di sci, le partite di tennis e anche numerosi altri eventi sportivi in televisione ed è sempre molto felice quando sente e legge dei suoi ex colleghi, allievi o maestri di sci”. Riesce a ricordare molti maestri di sci per nome, racconta quasi quotidianamente aneddoti del suo periodo di attività. Alcuni sono così unici che meriterebbero di essere raccontati in un libro. E mostrano anche quanto fosse importante per lui lavorare rigorosamente ma correttamente e trattare tutti allo stesso modo.
Un aneddoto che mi ha raccontato solo recentemente: Erwin Stricker era seduto in ultima fila ad una conferenza. Ogni tanto si addormentava. Invece di insultarlo, Hubert chiese al suo vicino di posto se poteva gentilmente tirare un po’ le tende in modo che Stricker potesse dormire meglio!“.
L’ultima apparizione pubblica nel mondo degli Istruttori la fece nel 2015, in occasione di un aggiornamento Istruttori. Flavio Roda lo volle lì, affinché gli Istruttori più giovani che non l’avevano mai né visto né conosciuto potessero stringergli la mano e ascoltare per una volta le sue parole. Sempre schiette, pragmatiche e senza fronzoli su qualsiasi piano, tecnico, di marketing di agonismo.
Hubert è stato Direttore tecnico della Coscuma (Commisione Scuola Maestri) che già dal ‘71 condusse gli Istruttori all’Interski di Garmisch.
L’Italia ottenne un successo clamoroso, in quanto il nostro programma, affidato a 13 Istruttori, proponeva una nuova progressione, sintesi centrata sull’analisi della sciata alla francese e della scuola austriaca.
Inoltre Fink ebbe l’idea di mandare in scena una dimostrazione parallela tra sci agonistico e sci turistico. Erano stati scelti due testimoni per settore: Carletto Senoner affiancato da Enrico Demetz. Da quel giorno si è parlato della tecnica italiana come una delle migliori del mondo. Il riflesso più concreto di quel successo è da leggere in chiave turistica, nella corsa verso la neve italiana di inglesi, russi, tedeschi, polacchi, olandesi, finlandesi…
Non a caso Hubert Fink divenne anche Presidente dell’Isia, l’International Ski Instructors Association.
Fink inventò il super parallelo che lanciò lo stile Italia nel mondo grazie anche a professionisti capaci di leggere e interpretare alla perfezione quel metodo. Da lì Maurizio Bosono sviluppò la mitica SuperTecmnica interpretata ad arte dai grandissimi Piero Lorati, che purtroppo da poco ci ha lasciato e con lui l’amico Ferruccio Bonaiti, da Martino Belingheri, Dorino Bettineschi, Aldo Ghislandi, Attilio Bianchi, Umberto Negri, Achille Cattaneo, Gianni Poncet (ora Sindaco di Sestriere), il papà di Deborah Compagnoni, Ondertoller e tanti altri ancora, un elenco non infinito ma molto lungo.
Con quel gruppo si coniarono frase rimasti scolpite nei ricordi di tantissimi maestri che sicuramente hanno ricordato ad altrettanti insegnanti della neve, chissà forse oggi istruttori. «Scende chi subisce la pista, scia chi la interpreta», o «Anche i sassi rotolano a valle».
E ancora «Gli sci non sono un mezzo di trasporto da monte a valle, ma qualcosa che voi dovete portare da monte a valle!». «Voi portate la stoffa e noi vi cuciamo il vestito».
«Voi siete il quadro, noi vi facciamo la cornice».«Se domani è bello scieremo il parallelo, se domani è brutto scieremo ugualmente il parallelo». L’ultima a chi non riusciva a passare gli esami: «È meglio un no oggi che un no domani». 90 anni hubert fink
Tanti auguri maestro!