La terza generazione della SPM e della famiglia Berutti ha il volto e il sorriso di due giovani che hanno sulle loro spalle i settant’anni di una storia fatta di intraprendenza e lavoro, avviata dal nonno Giampiero, continuata dal padre Giovanni («Diciamo che ormai mi considero quasi in pensione…») e adesso affacciata su un futuro tutto da vivere («Dobbiamo pensare a programmare i prossimi settant’anni…»).
Lei è Beatrice, 36 anni, laureata in Economia e Marketing alla Bocconi nel 2011, dieci anni di lavoro a Londra e dallo scorso settembre responsabile di sviluppo e business del settore sport e fashion dell’azienda; lui è Stefano, 35 anni, laureato in ingegneria gestionale al Politecnico di Milano nel 2012, un Master in Bocconi nel 2019 e dal 2020 in azienda come responsabile sviluppo del settore automotive.
A sinistra, l’ingegner Giovanni Berutti oggi, con i figli Beatrice e Stefano. A destra, Giovanni assieme al padre Giampiero , fondatore dell’azienda, scomparso nel 2021, in una immagine del 2014
Entrambi hanno imparato a sciare a Bormio sulle code del padre, a suo tempo agonista di vaglia, punteggiato FISI, campione universitario e qualche volta persino compagno di pista di Gustav Thöni allo Stelvio.
Hanno gareggiato per un po’, fino a livello Ragazzi/Allievi, compatibilmente con le esigenze logistiche e scolastiche di chi non è tanto vicino alle montagne, lei più focalizzata sulla scuola, lui che a un certo punto ha preferito il nuoto («Specialità rana, ho gareggiato a livello nazionale con l’attuale allenatore di Nicolò Martinenghi»).
Oggi, sono entrambi giovani adulti («Assomiglio a mio padre? – dice lui – Sì, anche per i capelli che stanno già imbiancando…»); entrambi sposati ed entrambi genitori, lei mamma di Giulia e Vincent, rispettivamente 4 e 1 anno; lui papà di Tommaso, 2 anni, e di Linda, 6 mesi («Sciare ci piace sempre, in genere a Valtournenche, ma adesso con i bambini…»).
Il fondatore di SPM Giampiero Berutti era appassionatissimo di sci. Eccolo all’opera!
Nonno Giovanni, 66 anni ottimamente portati e ancora costantemente testati sulla neve dello sci e sui greens del golf, ha un sorriso speciale quando sente nominare i suoi nipotini e quando guarda i suoi due figli: sì, sono loro il futuro di un’azienda che oggi vanta un fatturato di 40 milioni di Euro («Raddoppiato negli ultimi tre anni») di cui una quota tra il 10 e il 15% viene investito in nuovi macchinari, ricerca e sviluppo; che negli ultimi anni ha superato brillantemente tutte le criticità derivate dalla pandemia e dalle ripercussioni economiche della guerra in Ucraina («Mancanza di materie prime, aumento dei prezzi, inflazione…») e oggi conta 360 dipendenti («Abbiamo ottenuto anche la certificazione per parità di genere – dice lei – il 58% del nostro personale è composto da donne»).
Sono loro il futuro della SPM che quest’anno compie settant’anni ma senza sentirli.
Soffiare sulle settanta candeline di una lunga storia ed avere ancora il vigore della giovinezza e dei sogni, la volontà e la capacità di progettare il futuro.
Come si fa? La domanda vale per ogni essere umano ma anche per le imprese e una risposta si può trovare proprio nell’azienda di Brissago Valtravaglia (Varese), terminale societario di una attività imprenditoriale nel settore dell’attrezzistica e della produzione di stampi avviata nel luinese nel 1954 da Giampiero Berutti, classe 1928, una roccia di uomo che aveva sempre creduto nella cultura del lavoro e nella forza del proprio coraggio.
Se n’è andato da questo mondo a 93 anni nel 2021 ma ha lasciato qui da noi una traccia che il figlio Giovanni prima e oggi i suoi nipoti continuano a seguire nel corso di una lunga storia che ora è il caso di ricostruire.
Dai primi a recenti stabilimenti di SPM! L’azienda nacque a Brissago Valtravaglia (Varese)
Dai sigilli alla rivoluzione del palo snodato
SPM è l’acronimo di Sigilli in Plastica e Metallo. Il metallo e la plastica come materie prime; le mani e la mente, l’inventiva e la sapienza artigiana come strumenti per forgiarle.
Sigilli per l’autenticazione/certificazione dei prodotti e stampi «per dar forma alle cose» nei più diversi settori. Il primo sigillo commissionato da Ermenegildo Zegna per esaltare la qualità dei suoi prodotti lanieri; poi marchi, scudetti, targhe per grosse aziende e colossi dell’auto.
Clientela sempre più vasta ed esigente, dai primi passi tra gli industriali della meccanica dell’alto Varesotto all’affermazione di una affidabilità assoluta tra grandi aziende come Ignis, Fiat, Bosch, Volkswagen, BMW, Porsche. Sì, perfino i tedeschi hanno dovuto ammettere e continuano a riconoscere il valore del lavoro italiano, la capacità versatile di adattarsi alle più diverse esigenze del cliente, l’accuratezza dei controlli, l’eccellenza assoluta della qualità.
Il primo disegno del palo snodato (1976), ideato con la complicità di Oreste Peccedi
Dal 1976 la SPM si affianca alla «Berutti&C stampi» nel comparto originario e tuttora quantomai vivo avviato da Giampiero Berutti nel 1954.
Ma dal fatidico 1979 SPM si rinnova radicalmente e diventa in poco tempo protagonista nel mondo della montagna invernale e dello sci. La vicenda è ormai scolpita nella storia come una vera svolta epocale ma non è mai ozioso ricordarla ancora una volta: in quell’anno nasce il palo snodato, dotato di un puntale a vite e di un meccanismo di snodo che consente all’asta di assorbire l’ impatto con il corpo dell’atleta e di ritornare in posizione eretta senza uscire dalla neve.
Lo inventa con i primissimi prototipi e la sua innata genialità Giampiero Berutti quando vede tornare a casa il figlio Giovanni, ottimo sciatore agonista e studente di ingegneria al Politecnico di Milano, con una brutta ferita prodotta da un paletto di legno rotto che gli si è conficcato in una gamba durante un passaggio di slalom.
Una delle macchine per l’estrusione della plastica e la produzione dei pali proposti in diverse versioni
Giampiero Berutti, appassionato di montagna e fondista praticante, aveva già sfiorato professionalmente il mondo dello sci agli inizi della sua attività, quando aveva prodotto per un certo periodo lamine d’acciaio da avvitare ai bordi delle solette e poi spoiler per gli scarponi che stavano abbandonando il cuoio per la plastica.
Ci era tornato negli anni Settanta realizzando i primi pali rigidi in policarbonato ma lo snodo è stato un’illuminazione, un vero e proprio lampo di genio, una vera e propria rivoluzione.
Con il palo snodato, testato per la prima volta nientemeno che da Ingemar Stenmark nel dicembre del 1979 in allenamento sulla Gran Risa, non solo viene rivoluzionata per sempre la tecnica della curva agonistica e dello slalom in particolare consentendo traiettore più dirette verso valle con la possibilità di affrontare senza conseguenze l’ostacolo rigido del palo, ma viene garantita la sicurezza degli atleti e annullata la necessità di continui ripristini dei percorsi di gara a causa delle frequentissime rotture dei paletti di legno che costringevano a continue interruzioni delle gare con relativi tempi morti, particolarmente fastidiosi per le telecronache televisive.
Immagine 1: l’ingegner Giovanni Berutti accanto ai primi sigilli prodotti dal padre Giampiero negli anni ’50. Immagini 2/3/4/5 – un campionario dei marchi di prestigiose Case automobilistiche prodotti in SPM
Con la collaborazione di Oreste Peccedi (una collaborazione che durerà per oltre vent’anni, fino al 2005), il palo snodato della SPM si afferma nel mondo della neve con la forza incontestabile della ineluttabilità che talvolta consacra le innovazioni tecnologiche più profonde.
Viene brevettato e progressivamente perfezionato con la consulenza dell’«omino di ferro» di Bormio, lo storico allenatore di Gustavo Thöni e della «Valanga Azzurra». L’esordio ufficioso del nuovo palo avviene ai Mondiali di Schladming del 1982 ma sono le Olimpiadi di Sarajevo del 1984 la prima delle grandi manifestazioni e dei grandi appuntamenti agonistici che adottano ufficialmente i pali snodati dell’azienda di Brissago.
L’ingresso nel mondo dello sport e della montagna invernale
Da allora SPM diventa azienda leader nel mondo degli sport invernali seguendo costantemente la filosofia della ricerca, dell’innovazione, della qualità e della affidabilità.
Nel 1983 entra in azienda con un ruolo direttivo l’ormai ingegnere Giovanni Berutti. Porta con sé una ulteriore ventata di modernità e una capacità di visione che il padre fondatore naturalmente asseconda con la stessa illuminata intelligenza che ha guidato tutta la sua attività.
L’ingegner Giovanni nel 1985 introduce in azienda il pionieristico sistema CAD 3D per la progettazione degli stampi. Sulla neve, il teatro della passione sciistica coltivata fin da bambino, nella scia del trionfo del palo snodato diversifica la produzione per andare incontro alla esigenze delle stazioni sciistiche in materia di sicurezza e logistica.
Gli allestimenti per la sicurezza SPM ai Mondiali di Courchevel Meribel del 2023
Si avviano le produzioni dei pali da transenne per la delimitazione delle piste, delle reti «A» con supporti fissi dritti «a vela», «a compasso», delle reti di sicurezza mobile di tipo B, delle gamme di cartelli segnaletici, dei materassi di assorbimento.
I prodotti, dalle maglie delle reti alle componenti dei materassi, vengono sottoposti a rigorosi crash test con attrezzature e sistemi di collaudo appositamente studiati e installati nella sede di Brissago.
I lavori per attrezzare con reti «A» lungo le piste olimpiche di Pechino 2022
Questo comparto cresce fino a raggiungere una quota di maggioranza nel fatturato dell’azienda nel settore sport e contribuisce non poco ad aumentare il livello di consapevolezza dei gestori delle stazioni invernali nei confronti della sicurezza sulle piste da sci. «Ricordo – dice Giovanni Berutti – che la prima conferenza sulla protezione e la sicurezza sulle piste da sci l’abbiamo organizzata noi a Luino nel 2001».
La SPM è la prima azienda del settore a ricevere la certificazione qualità UNI EN ISO 9001 nel 1995 e successivamente anche la certificazione ambientale UNI EN ISO 14001. Nel tempo i pali SPM si accompagnano alle tappe più prestigiose dello sci agonistico, dalle Olimpiadi ai Campionati Mondiali, da Kitzbühel a Wengen molta parte dei più classici appuntamenti della Coppa del Mondo.
Gli airpads che vengono allestiti nella zona traguardo delle gare di Coppa del Mondo
La gamma delle attrezzature per la sicurezza negli skirama delle stazioni invernali di allarga e si perfezione come quella dei pali e degli accessori destinati alla didattica. Oltre al classico e collaudatissimo palo «Gold» con snodo in metallo e apice rinforzato per ammortizzare la fortissima forza d’impatto con l’atleta, vengono proposti modelli più economici con snodo in plastica e diverse tipologie di altezza e spessore. «Infatti oltre allo snodo che abbiamo continuamente perfezionato e immesso sul mercato con due anni di garanzia – ricorda Giovanni Berutti – in SPM sono nate anche tutte le evoluzioni successive del palo snodato, dal puntale a vite a quello a spazzole, dalla dimensione del diametro 30 al diametro 27 passando per la misura 25 per i bambini, dalla altezza di 1,80 fuori neve ad altezza più basse».
L’invenzione del «Brush Grip» e il rapporto con l’AMSI
La produzione si diversifica, si perfezione e si personalizza. Nasce la «porta Grand Prix» da gigante «a misura di bambino» e la «porta Master» per l’agonismo over 30.
Ma nel ricchissimo catalogo SPM per il settore neve/sport si trovano anche le «boe carving», gli «spazzolini», i «funghi» per gli allenamenti e la didattica. Nel 2008 un’altra rivoluzione, non così profonda come quella dello snodo del 1979 ma quasi, tale da facilitare radicalmente il lavoro di allenatori, maestri di sci e operatori dell’agonismo: viene lanciato il puntale «Brush» a spazzole, alternativo al puntale a vite: per estrarre il palo dal foro nella neve dopo l’uso non serve più «la chiave» ma basta un movimento di rotazione verso l’alto dell’asta del palo.
Giovanni Berutti e il direttore commerciale di SPM Alessandro Galimberti con Silvano Vidori (al centro), partner specializzato nell’installazione di reti «A»
Il «Brush Grip» è un trionfo presso federazioni, sci club, scuole di sci e diventa talmente perfezionato e affidabile da essere adottato ormai anche in competizioni agonistiche di massimo livello. Tra l’altro i pali possono essere personalizzati con loghi e scritte varie a discrezione dei clienti La nuova genialata SPM entra a far parte del numero infinito di brevetti che l’azienda ha depositato nella sua storia.
Ma non è finita, a Brissago non si finisce mai di guardare avanti, di progettare, di migliorare con il rigore e la professionalità di sempre. In sintonia con una concezione etica dell’impresa, nel rispetto di codici di comportamento che tutelino l’ambiente, a seguito del lancio del nuovo puntale, parte il «programma di riciclo dei puntali a perdere»: SPM ritira i puntali a vite di sua produzione ma anche di altre marche e si occupa del loro corretto riciclaggio o smaltimento.
Nel 2012 un’altra iniziativa diventa un altro successo: le guaine colorate fluorescenti alla base dei pali che definiscono meglio la successione delle porte nel tracciato di gara e favoriscono la visibilità, quindi la sicurezza.
Poi il varo della collaborazione organica con l’Associazione Maestri di Sci italiani (AMSI) con il nuovo segmento produttivo di ausilii didattici destinati a trasferire sul campo di neve i contenuti didattici della nuova Progressione tecnica elaborata dalla commissione Scuole e Maestri della FISI per insegnare lo sci ai bambini.
Allestimenti ludico/sportivi per arricchire i kindergarten, tappeti e «muri» didattici, cerchi, archi, funghi, spazzolini, palloni, dadi giganti, sagome personalizzate con la raffigurazione di Leo Monthy, la mascotte del progetto «Lo sci per i bambini – Didattica ufficiale italiana», e dei suoi «collaboratori» (la tartaruga mascotte del segmento didattivo per i primi passi, il leprotto per le prime curve, l’ orsetto per l’avviamento all’agonismo).
L’avventura della SPM nel mondo della neve sembra quasi voler incontrare nell’universo infantile lo spirito di un’azienda che fin dalle sue origini non ha mai perso la capacità e la voglia di conoscere, di imparare, di crescere, di stupirsi con gli occhi spalancati di un bambino davanti alle meraviglie del futuro che ha davanti a sé.
Una veduta dall’alto degli stabilimenti SPM con i pannelli fotovoltaici
L’etica del lavoro, l’impegno per l’ambiente
Pioniera anche nella tutela del territorio, SPM da oltre trent’anni continua la sua campagna di riciclo dei tubi di policarbonato dei pali. In collaborazione con l’AMSI è più che mai attiva l’iniziativa «Clean Up Days» per una montagna pulita che SPM sostiene mettendo in palio dei premi con le scuole di sci impegnate con i loro allievi a rimuovere rifiuti e sporcizia dai territori delle località sciistiche.
E continua in maniera più che mai convinto l’impegno per avverare il profilo di un’azienda etica che vede non solo nel profitto la propria ragione d’essere nella società. «Sul fronte della sostenibilità ambientale – dice Stefano – la prima cosa che abbiamo fatto nel 2022 è stata quella di ordinare nuovi pannelli per potenziare ulteriormente la nostra fonte di energia rinnovabile. E solo con il monitoraggio dettagliato degli impianti abbiamo ridotto del 20-25% i nostri consumi energetici».
«Con il nostro parco di pannelli fotovoltaici – dice Giovanni – produciamo ormai 500 Kw di energia elettrica da fonte rinnovabile, una risorsa importante da affiancare al piano di riduzione dei consumi che abbiamo predisposto da tempo».
«E non dimentichiamo il supporto al territorio – dice Beatrice – Da un anno e mezzo funziona un asilo nido in una antica villa che abbiamo ristrutturato per questo scopo. Può ospitare 18 bambini in età neonatale, è a disposizione dei nostri dipendenti in forme agevolate ma aperto anche, ove possibile, alle famiglie del nostro territorio. È un servizio utile e un modo di sostenere per le donne la compatibilità tra lavoro e maternità».
L’«operazione riciclo» con i tubi rotti che rientrano in azienda e vengono granulati per il riutilizzo della materia prima dei pali
Ecco, siamo qua, a questo 70° anniversario festeggiato da un’azienda sana che è un esempio di imprenditorialità italiana, lavoro italiano, orgoglio italiano. Settant’anni e non sentirli. Come si fa? Chiedetelo alla SPM di Brissago Valtravaglia. Chiedetelo a Giovanni Berutti e ai suoi figli Beatrice e Stefano che hanno la consapevolezza del presente e la certezza di un futuro.
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