Nuovo appuntamento con HASTAFISIO, con un argomento molto richiesto ma indubbiamente ostico e antipatico: sci e infortuni, quali i più frequenti.
Ogni disciplina sportiva ha, fra le altre, la peculiarità di misurarsi con alcuni tipici infortuni. Nello Sci Alpino gli arti inferiori sono indubbiamente la regione anatomica più colpita, interessando il 43-77% degli infortuni, mentre gli arti superiori sono coinvolti solo nel 14% dei casi. Seguono con un’incidenza del 13% i traumi alla testa e al collo.
Considerati questi dati ci dedicheremo quindi ad approfondire gli infortuni più frequenti a carico dell’arto inferiore.
Il ginocchio è l’articolazione più coinvolta, con un’incidenza che va dal 27 al 41%.
La componente anatomica più interessata è quella legamentosa, in particolare il Legamento Crociato Anteriore (LCA) e/o il legamento collaterale mediale. Due strutture passive responsabili di garantire parte della stabilità articolare.
In combinazione con le lesioni legamentose molte volte è associata una lesione del menisco, spesso quello interno. Si tratta di una struttura di fibrocartilagine che volgarmente possiamo definire come un cuscinetto tra la tibia e il femore.
Questo tipo di lesioni sono di origine traumatica. Gli scenari tipici nello Sci Alpino possono risultare:
1) Il quadricipite femorale si contrae violentemente per recuperare il controllo da una posizione molto arretrata o per riguadagnare controllo (equilibrio) all’atterraggio da un salto (McConkey);
2) In atterraggio da un salto ma su una gamba (condizione sbilanciata) con scarpone che scivola in avanti rispetto al femore: «rottura da scarpone» (Ettlinger);
3) Torsione della tibia associata ad una piena estensione o completa flessione articolare.
Le tendinopatie rappresentano una piccola parte delle patologie che si registrano nel mondo dello sci. Tipicamente hanno un’origine non traumatica, ma da overuse (sovraccarico funzionale): il tendine più a rischio è il rotuleo, responsabile di ancorare il quadricipite alla tibia e di veicolare la forza esercitata da quest’ultimo.
Esempio di meccanismo di lesione
Cosa possiamo fare per prevenire questi infortuni?
Lavorare sulla propria forma fisica, così come visto negli articoli precedenti, è importante per preparare il nostro corpo a sostenere le richieste sportive.
Cosa devo fare se mi imbatto in uno di questi problemi?
Come primo passo bisogna inquadrare la problematica nel migliore dei modi rivolgendosi a specialisti del settore che ci guideranno nel percorso diagnostico prima e terapeutico dopo.
Abbiamo fatto riferimento a infortuni molto diversi tra loro; i primi (lesione LCA e/o meniscale) sono di origine traumatica e difficilmente passano inosservati. Vengono quindi gestiti nell’immediato passando attraverso una consulenza medica.
Le tendinopatie sono invece più subdole. Non avendo un’origine traumatica spesso danno delle avvisaglie che vengono ignorate e ci si inizia a preoccupare quando ormai la patologia è ad uno stadio avanzato e quindi di più difficile gestione e anche più invalidante.
Come riconosco un dolore tendineo?
Un dolore tendineo tipicamente insorge dopo uno sforzo fisico. Può presentare gonfiore, ma non è la regola. La capacità di carico del muscolo diminuisce e insieme ad essa anche la funzione dell’arto affetto. Tipicamente si tratta di un dolore che non è tale da farci interrompere del tutto la nostra pratica sportiva, ma ci fa ridurre il carico di lavoro o ci richiede tempi di recupero (post-allenamento o post-sciata) leggermente più lunghi.
È consigliato quindi rivolgersi ad un professionista (medico o fisioterapista) all’insorgenza dei primi sintomi per impostare da subito un programma terapeutico adeguato.
Vedremo nella prossima puntata quali sono i trattamenti terapeutici più appropriati.
Testi a cura di Adele Occhionero e Glenda Santinoli, fisioterapiste . Fonti: Davey et al, Alpine Skiing Injuries, Sports Health 2019; 11(1):18-26
Cook JL, et al. Br J Sports Med 2016;50: 1187–1191 Bere T. et al, Kinematics of ACL ruptures in World Cup Alpine Skiing, AJSM 2013; 41(5):1067-1073
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