Gli Usa tornano purtroppo a parlare di un eventuale boicottaggio dei Giochi Olimpici invernali di Pechino 2022. Non si tratta del problema covid che ha portato la Corea del Nord a dire già di no alle Olimpiadi estive di Tokyo di quest’anno.
La questione verte sulla violazioni dei diritti dell’uomo perpetrate dalla Cina. Interrogato sulla questione, Ned Price, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha dichiarato: «È qualcosa di cui certamente vogliamo discutere». La strategia sarebbe quella di fare pressione anche sull’Europa per alzare un vero e proprio muro occidentale contro la Cina. Linea che sta cercando di portare avanti il neo eletto presidente Biden. «Un approccio coordinato sarebbe non solo nel nostro interesse ma anche in quello dei nostri alleati e partner» ha definito Price.
A inizio febbraio alcuni parlamentari avevano depositato in Senato una risoluzione per chiedere al Cio di ritirare l’organizzazione dei Giochi alla Cina, a causa delle flagranti violazioni dei diritti dell’uomo. Un appello preso in considerazione anche da alcuni parlamentari del Canda.
Dinnanzi a questa eventualità del boicottaggio. il comitato olimpico e paralimpico degli Stati Uniti (Usopc) si era espresso assolutamente contrario a questa linea. Una ferma opposizione così motivata: «Per quanto non vorremmo mai minimizzare ciò che accade in Cina riguardo ai diritti dell’uomo, non desideriamo un boicotto da parte degli atleti». Queste le parole di Susanne Lyons, presidente dell’Usopc, che poi ha aggiunto “Crediamo sia una questione che con la Cina vada affrontata a livello governativo».
L’accusa maggiore che gli usa lanciano verso la Cina riguarda gli arresti di massa della popolazione uigura nello Xinjiang, oltre ovviamente alla decennale questione dell’occupazione illegale del Tibet. Gli Usa tornano a parlare