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Gli impianti del Rolle pronti ad aprire

Mai stati al Passo Rolle? Lo scenario è fuori dal tempo. Una stradina un po’ malconcia lo taglia senza ferire, come il segno sulla pelle di un viso di quasi 100 anni. Negli Anni 30 Alfredo Paluselli di Ziano di Fiemme arriva lassù come un pioniere con lo stesso spirito che da ragazzino lo convince, senza esitazioni, a imbarcarsi clandestino per l’America, dove scopre e impara nuovi sport vicini all’atletica. Torna a casa e li insegna agli altri per poi continuare la sua personale esplorazione di attività legate al suo territorio. Scala rocce e pareti, e in Val di Fassa lavora come Guida Alpina. Lo sci lo scopre in Svizzera dopo una pausa milanese dove lavora come traduttore (conosceva 4 lingue). Nel 1934 diventa maestro di sci, uno dei primi. Lassù, sul Rolle, apre la scuola sci «Capanna Cervino», la prima delle Dolomiti. Due anni più tardi, sempre mosso da un affascinante mix di genio e follia, costruisce con le sue mani Baita Segantini (in onore del famoso pittore trentino) ricavandola da un secolare tabià (costruzione in legno usato per l’essiccamento del foraggio) di Bellamonte che acquista, smonta, trasporta con il carro e ricostruisce lì dove ora sorge la Baita. Ci riesce perché prima, badile e piccone alla mano, traccia la strada sfruttando i segni di un percorso residuo della Prima guerra mondiale. Al quadro manca un’ultima pennellata: uno specchio per creare ancora più feeling tra la baita e il Cimon della Pala, così crea un piccolo lago, voluto dall’amore e dalla caparbietà di un uomo come non ne esistono più. Il Passo comincia a germogliare e diventa presto un fiore. Non è il più bello, ma è puro e sincero. Mancano migliaia di dettagli ben raccolti nel libro «Vento dal nord», ma questa breve premessa si rende utile per comprendere meglio il contesto di ciò che oggi sta accadendo al Passo Rolle. Una situazione piuttosto complessa, ostica, ingarbugliata da nodi di pensieri, ripicche e litigi nati in difesa di ideali pubblici e interessi privati. Dire chi ha torto e chi ha ragione non ci proviamo neanche. Tutti hanno torto, tutti hanno ragione. Di fatto lo scorso inverno gli impianti sono rimasti chiusi perché la società proprietaria, la Sitr, ha preso la via del fallimento. Il Cimon della Pala e la Cima Vezzana, abbandonati e tristi, hanno riversato lacrime nel laghetto della baita Segantini che strabordava nonostante la totale mancanza di neve. Il passo è rimasto da solo, luce spenta. Nell’ultimo inverno la caparbietà (chiamiamola così) di Alfredo Paluselli è divenuta pietra e il suo spirito, sabbia. Tra i suoi conterranei qualcuno si è voltato per non vedere, altri, la maggior parte, si sono messi a urlare. L’imprenditore Lorenzo Delladio, AD e Presidente dell’azienda La Sportiva (guarda caso di Ziano di Fiemme!), ha riunito il paese per esporre una grande idea di «ripristino» che ha chiamato «Outdoor Paradise». In grande sintesi ha detto questo: rileviamo le quote della Sitr per sanare il debito, smantelliamo gli impianti, creiamo un’oasi per lo sci alpinismo (e affini), e costruiamo un hotel di super lusso e per pochi intimi che faccia da richiamo (marketing), la Provincia di Trento demolisce le strutture divenute fatiscenti e costruisce i parcheggi, la Provincia realizza un collegamento con San Martino di Castrozza… Ma a un patto: niente sci alpino! Quello che molti hanno scambiato per un progetto in realtà era solo un’idea, certamente non folle, ma verificata e apprezzata dalla maggior parte del pubblico presente. Poi di riunioni ce ne sono altre, nate per trovare una soluzione sul piano tecnico, amministrativo e politico. Delladio è stato riascoltato, ma l’entusiasmo iniziale del pubblico se n’è andato via-via scemando. Così l’idea Outdoor Paradise si è mischiata alla polvere del Rolle. Alcuni imprenditori di San Martino stanno definendo un piano per rilevare la Sitr e ridare vita agli impianti che questo inverno – udite, udite – riapriranno al 100 per 100. I motori, nonostante la sosta prolungata, girano ancora bene. Bisognerà togliere la terra sui sedili delle seggiovie e sostituire qualche pezzo in previsione di un restauro che dovrà trasformarsi in un rinnovamento totale. Se la Sitr è andata in liquidazione un motivo ci sarà. È facile supporre che il Passo Rolle da solo non riesce più a rimanere in vita. Creare un collegamento con San Martino non può essere più un progetto, ma una necessità assoluta, altrimenti chi rileverà gli impianti del Rolle si ritroverà nella stessa identica situazione di un anno fa. Con la differenza che Lorenzo Delladio, probabilmente, avrà già dirottato la sua idea (stupenda o deleteria che sia) e i suoi investimenti, altrove. Verosimilmente nella sua volontà c’era soltanto il desiderio di diffondere il più possibile le attività sportive e turistiche per le quali sforna prodotti di grande qualità da 89 anni. Nessuna speculazione, dunque, ma seppellire impianti di risalita a quota 2000m in un momento in cui le maggiori stazioni costruiscono impianti hi-tech e cercano nuove vie di divertimento per gli sciatori, non piace evidentemente a nessuno o quasi. Probabilmente se nel Paradise di La Sportiva si fosse scelta la parola Snow al posto di Outdoor, quindi con la riapertura di piste e impianti, gli angeli avrebbero già messo le ali. Lassù, sul Rolle, sarebbe proprio questa l’eredità più genuina di Alfredo Paluselli che da solo realizzò il suo paradiso, invitando al divertimento scialpinisti e sciatori. Lo ha lasciato in testamento a tutti, ritenendo che nessuno mai avrebbe modificato le sue volontà. È giusto adattare la montagna alle abitudini del tempo e alle sue trasformazioni, ma se le togli la sua storia e le sradichi le radici, prima o poi si ribella, difesa da chi si sveglia ogni mattina dinnanzi a Lei e la ringrazia per cotanta bellezza.

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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