Giuliano Razzoli, la festa a sorpresa è uno spettacolo!
Invitata come amica e tifosa più che come giornalista, ho avuto l’onore di partecipare alla festa a sorpresa organizzata per salutare Giuliano Razzoli, pronto a partire per la sua terza Olimpiade, 12 anni dopo l’oro di Vancouver.
Appuntamento alle 15.30 al teatro Bismantova di Castelnuovo ne’ Monti, puntuali, perché l’arrivo del Razzo era previsto verso le 16. Ad accompagnare un ignaro Giuliano sul balconcino laterale del teatro è stata la sua fidanzata Elisa, che lo aveva convinto a seguirla in sala per salutare un’amica.
Quando le luci si sono accese all’improvviso, Giuliano è stato sommerso dall’applauso di parenti, amici e tifosi che nelle due ore successive hanno potuto assistere a uno spettacolo vero e proprio, fra recite di poesie in dialetto, filmati, ricordi e tante, tante parole di incoraggiamento.
I bambini oggi decisamente cresciutelli che nel 2010 si spellarono le mani per quello splendido oro!
Sul palco a presentare c’era il nipote Damiano, figlio della sorella Giordana, cuore e anima dell’organizzazione del bellissimo evento.
Proprio Damiano ha ricordato la trasferta a Vancouver nel 2010: era ancora un bambino e seguì Giuliano assieme a un nutrito gruppo di familiari e tifosi del fan club, che con grande ottimismo e fiducia avevano prenotato il viaggio un anno prima.
In Canada a festeggiare il trionfo in slalom nella giornata finale di quei Giochi olimpici c’erano anche molti altri bambini, ora diventati grandi.
Ed eccoli a loro volta sul palco a raccontare di quel giorno, con una ragazzina a lanciare un messaggio davvero bello: «Vorrei dire a tutti i genitori di portare i loro figli a vivere eventi del genere, la vittoria olimpica di Giuliano è stata l’emozione più forte della mia vita».
Fra i momenti più intensi del pomeriggio, i messaggi video di chi non ha potuto esserci. Divertente quello di Alberto Tomba, che per il Razzo a Pechino prevede un «bel bronzetto».
Interessanti anche gli interventi degli ospiti speciali, persone che da sempre hanno un legame particolare con Giuliano. Fra loro Don Massimo, vescovo emerito di Reggio Emilia. Max Carca, l’allenatore nei primi anni di carriera in nazionale. Lo storico skiman Patrick Merlo (detto Luzzo) che vinse con lui l’oro di Vancouver. Samuele Sentieri, allenatore in comitato, Luca Caselli, il fisio che lo ha sempre rimesso e tenuto in piedi.
Antonio, il papà di Giuliano
Naturalmente papà Antonio e l’allenatore storico Marcellino Marchi: «Caro Giuli, di solito ho sempre qualche consiglio tecnico da darti, ma ora stai sciando così bene che non riesco proprio a trovare nulla da dirti!».
Fra racconti e aneddoti del passato è emerso il ritratto di un campione con talento e doti tecniche fuori della norma, ma soprattutto di un uomo speciale, con valori morali e comportamenti da prendere a esempio.
Divertente il gioco della valigia, nella quale erano stati inseriti diversi oggetti che Giuliano avrebbe avuto interesse a portarsi in Cina.
Fra spaghetti, barbabietole rosse, foto della famiglia e della fidanzata, kit con forbicine per le unghie dei piedi (annoso problema per il Razzo, che ha il numero 48 e entra a fatica negli scarponi di tre taglie più piccoli), boccettina con acqua del Po, Parmigiano Reggiano, un libro di Don Massimo e la bandiera tricolore con il simbolo del fan club, bisognava scegliere i tre scritti da Giuli su un foglietto.
Chi indovinava vinceva una cena a Casa Razzoli: «Tre portate con i tortelli eh, mica una pizza!». La risposta esatta? Parmigiano, libro e bandiera.
Quando Giuliano è infine salito a sua volta sul palco, a fare due chiacchiere con lui è stato chiamato il giornalista e scrittore emiliano Leo Turrini, che ai tempi di Tomba seguiva regolarmente la Coppa del Mondo, ma che oggi è più noto agli appassionati della Formula 1.
Il giornalista Leo Turrini incalza il Razzo
Anche lui c’era quel giorno a Vancouver, perciò, con un pizzico di sana scaramanzia, ha riproposto al Razzo il gioco del pronostico, ricordando di quando alla vigilia dei Giochi 2010 gli aveva chiesto di scrivere su un foglietto il risultato dello slalom maschile.
Anche Ninna Quario tra gli invitati alla festa a sorpresa, qui sul palco a tifare Razzo!
Eccolo il foglietto, conservato ancora con cura: «27 febbraio 2010, slalom maschile, medaglia d’oro Razzoli Giuliano».
E stavolta? Cos’avrà scritto Giuliano sulla gara del giorno 16? Quel che vorrebbero i suoi tifosi è molto chiaro fin d’ora.
Non per niente, alla fine della festa, dopo la proiezione di un filmato strappa lacrime sulla vittoria di 12 anni fa, dalla platea si è alzato l’incitamento unanime: «Vogliamo il bis!».
Da notare che nella storia olimpica, nessuno ha mai vinto due volte lo slalom maschile.
«So di avervi regalato tante emozioni e spero non sia finita, anche se sono consapevole che questa bella avventura va verso il finale.
E allora, speriamo sia un gran finale, io ce la metterò tutta, come ho sempre fatto».
PS: ieri a Reggio Emilia Giuliano ha ricevuto la prima bandiera tricolore, che per chi non lo sapesse è nata proprio a Reggio Emilia.
Per questa importantissima onorificenza Razzoli era stato votato all’unanimità dal consiglio comunale. E allora ecco un pensierino personale condiviso dal fondatore di Sciare Massimo Di Marco: dopo la forzata rinuncia di Sofia Goggia, perché il Coni non ha pensato a lui per il tricolore da portare alla cerimonia di apertura di Pechino? Sia detto senza nulla togliere al valore di Michela Moioli, già designata per la cerimonia finale e così giovane da poter pensare di svolgere questo prestigioso ruolo ai Giochi di Milano-Cortina 2026.
@Foto Walz Giuliano Razzoli la festa Giuliano Razzoli la festa
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