Oggi Giorgio è qui con me in Paganella, sono felice e onorato. Natale è vicino, la neve tarda, ma le piste come sempre qui sono perfette come perfetta, scopro con piacevole sorpresa, la tecnica sciistica di Giorgio. Ci siamo appena conosciuti al parcheggio di Fai della Paganella dove è arrivato da Bolzano.
Era arrivato pochi minuti prima di me e nell’attesa lo vedo appoggiato all’automobile intento a leggere l’ultimo numero di Sciare! Stretta di mano ed è subito sci. Ore 8,25 siamo noi due a prendere la prima delle seggiovie che ci porteranno in vetta allo strepitoso panorama della Paganella. Giorgio si presenta ai miei occhi come un maturo giovanotto senza età, nel volto solo sorriso e felicità.
«Sì, lo sci mi è sempre piaciuto, sono nato a Torino e le nevi del Sestriere rappresentano un po’ la seconda casa della mia gioventù».
Già, però non è diventato un campione dello sci, perché lo zio, anch’egli grande tuffatore, lo rubò alla neve per portarlo in piscina e farne un campione mondiale del mondo dei tuffi, raggiungendo l’apoteosi delle medaglie olimpiche, sia dal trampolino che dalla piattaforma.
«Negli anni ’70, spesso venivo a Bolzano per allenarmi con Klaus Dibiasi e così incontrai Carmen, altoatesina, campionessa italiana dalla piattaforma. Fu amore vero fin da subito così lasciai Torino per prendere casa a Bolzano e nell’84 ci sposammo. Poco dopo nacque Tania!»
Sì, proprio Tania Cagnotto, che allunga la gloria di mamma e papà, con una strepitosa carriera plurimedagliata, fino alle recentissime Olimpiadi di Rio 2016. Una macchina da tuffi incredibile, perfetta nel fisico, sempre presente negli obiettivi, grazie al suo grande allenatore papà Giorgio.
«Sì, più brava e più concentrata di me» dice Cagnotto al quale chiedo la differenza di gioia provata tra le sue vittorie e quelle della figlia Tania. «Le mie medaglie sono ricordi belli, ma persi nel tempo, quelle di Tania le continuo a rivivere, momenti di gioia e di orgoglio indelebili che mi accompagneranno armoniosi per il resto della mia vita».
Ed ora?
«Ora, mi attende una nuova vita. Tania si è ritirata ed anche il mio impegno con la Federazione si sta allentando. è giunto il piacevole momento del recupero delle cose un po’ perdute. Quello delle belle gite in mountain bike, al mare all’isola d’Elba al quale siamo molto legati, giornate serene avvolti dai panorami dolomitici nella nostra casa di Nova Levante e ovviamente grandi giornate di sci, ovunque dal Sestriere a Obereggen, passando anche per la Paganella!» (quest’ultima l’ho aggiunta io!). Come ho esordito, Giorgio è veramente un bravo sciatore, possiede tecnica, forza e sicurezza, veloce ma controllato e di tanto in tanto si ferma. Contempla, ammira il panorama. Non ha preferenze particolari con l’attrezzo, usa sci Nordica e a lungo ha sciato con scarponi Lange. Ama il fuoripista e uno dei sogni nel cassetto è l’eliski in Canada. Non mi parla di sci alpinismo, una lacuna da colmare, subito. Parliamo anche di musica, quella della sua gioventù, Otis Redding, Aretha Franklin ma la sua bandiera è «Uno su mille ce la fa», di Gianni Morandi. Pranzo al nuovo rifugio Meriz sul versante piste di Fai, piatto leggero, pesce e verdure grigliate con un buon bicchiere di vino trentino. Si complimenta con la cucina e lo chef, contento, chiede l’autografo. Ancora una discesa, Carmen che è rimasta a casa per un impegno lo aspetta…
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