Francesca Fanti, un po’ gigantista, tanto slalomista, è arrivata in squadra B come un siluro, ora arriva il difficile. L’anno scorso ha inanellato un podio dietro l’altro, vincendo anche l’oro aigli Italiani Giovani tra i rapid gates. Si è guadagnata la promozione dalla “C” alla “B” ed è questo l’anno vero della crescita.
Dove l’atleta comincia a vivere un ambiente e a essere coinvolta in un ritmo che prima non conosceva. Ha partecipato alle prime gare di Coppa Europa in Scandinavia. Non sono andate bene come forse lei sperava. Ma questo non è certo un grande problema, tanto meno un dramma.
Non è il risultato in sé che possa cambiare la sua crescita. A 20 anni o nasci fenomeno, o ti sei fatta “costruire” in un laboratorio oppure hai tutto il diritto di superare step by step le tradizionali fasi di crescita.
L’aspetto importante da osservare quest’anno è la testa e il cuore. Cioè monitorare il suo comportamento dinnanzi a una delusione. O a paure o fastidi per un tracciato di cui non è riuscita a capire. Deve abituarsi al confronto con atlete di altri paesi che hanno magari seguito programmi diversi e si trovano, pur della stessa età, più avanti di lei.
Insomma, è un po’ diverso rispetto alle gare giovanili dove esiste un ambiente più protettivo e non ti senti mai sola
Viceversa anche una gara che è andata particolarmente bene. Insomma, parliamo della Francesca Fanti atleta, che, come tante sue compagne di squadra, devono riuscire a fare il fatidico passo di qualità, al di là del punteggio Fis.
Poi ci vuole anche quello, ma è certo che il carattere fa la differenza.
Il suo miglior risultato in carriera è il 20esimo posto ottenuto a Tignes in gigante, poco meno di un anno fa, in Coppa Europa. Poi il 29esimo, sempre nel circuito continentale, in slalom a Funesdalen a inizio mese. Niente e di che ma è tutto sotto controllo.