Il pensiero quotidiano di oggi si intitola: “Forza Italia chiede al governo 70 milioni per i Maestri di sci”.
Quando si parla di sport, la politica dovrebbe essere assente. Non dovrebbe avere niente a che fare con il nostro mondo, quello della montagna e dei maestri di sci, categoria che mi onoro di far parte ormai da anni.
In tempi di pandemia, di coronavirus, purtroppo, anche la politica è invece diventata una realtà che ci appartiene, vedi DPCM. A tenere banco in questi mesi sono i ristori, che noi maestri stiamo ormai aspettando, da quel dì. Prima il Governo Conte, adesso quello di Draghi.
Perché allora parlo di politica? Per riportare un’iniziativa di Forza Italia dal titolo molto chiaro e esplicito: “Salviamo il sistema neve”, dove per l’occasione si è parlato di indennizzi e ristori per montagna e per la nostra categoria. Argomento di stretta attualità, vista la situazione e il nulla di fatto (ottenuto) nel precedente Governo.
Ecco la notizia da prima pagina. Forza Italia chiede al Governo per i maestri un fondo di 70 milioni di euro, da destinare subito, vista la drammatica situazione. La cifra dovrebbe essere così suddivisa.
Una quota fissa di 200,00/300,00 euro per tutti i maestri di sci iscritti ai 18 Albi professionali. Un’altra quota da destinare alle Scuole di sci.
“Questo intervento – cito quanto scritto nel programma – dovrebbe essere individuato sulla scorta dell’acquisizione dei fatturati/compensi del 2019 oppure sulla media dei tre anni precedenti (che permetterebbe di mitigare l’effetto a carenza neve, soprattutto in alcune zone della penisola, come l’Appennino che cronicamente alternano stagioni con precipitazioni nevose adeguate ad altre con inadeguato innevamento)”.
Lo scopo di questo specifico intervento a favore delle Scuole di sci, si legge nelle dichiarazioni: “È per venire incontro a tutte quelle spese ordinarie, che vanno dall’affitto degli uffici alla segreteria, dal riscaldamento ai materiali propedeutici per le attività sulla neve e alle spese sostenute per l’adeguamento delle strutture alle normative Covid-19. Sempre nella quota è pure prevista una quota forfettaria da destinarsi ai neo maestri che, per i motivi che ben conosciamo, non hanno insegnato“.
Il restante ammontare della cifra dovrà poi essere ripartito a tutti i maestri di sci di ogni disciplina, sia che appartengano ad una Scuola di sci o lavorino da liberi professionisti.
Il tutto ovviamente subordinato al lavoro svolto nella stagione 2019 o, in alternativa, prendendo come riferimento la media dei tre anni precedenti.
Sempre nel rispetto degli “inquadramenti” fiscali di ciascun maestro, all’interno della Scuola o come libero professionista.
Questo metodo consentirebbe di rispettare un concetto di indennizzi in funzione di quanto il maestro ha effettivamente lavorato negli anni precedenti la pandemia, facendo proprio un principio di ripartizione sull’intero territorio nazionale “evitando – si legge sempre nella proposta – sperequazioni applicative”.
Vale la pena riportare integralmente il finale: “L’importo complessivo potrebbe essere assegnato direttamente al Collegio Nazionale dei Maestri, ente pubblico non economico che, ai sensi della Legge 81/91 è sotto la vigilanza del Dipartimento per lo sport che potrebbe fornire il supporto operativo delle proprie sedi territoriali, e il sostegno tecnico operativo per la gestione dei riparti e l’acquisizione dei dati ad opera di una società specializzata”.
Al Collegio Nazionale dei maestri viene riconosciuto un ruolo importante in ambito ristori. Diamone atto, anche del buon lavoro svolto per farsi “accreditare”.
Walter Galli
P.S. “Verba volant, scripta manent” (le parole volano, gli scritti rimangono). Se son rose fioriranno. Ed è quello che sperano i maestri. Forza Italia chiede al Forza Italia chiede al