Federica Brignone e “Traiettorie Liquide”, progetto per la tutela dell’ambiente
“Traiettorie Liquide”, il progetto di sostenibilità ambientale di Federica Brignone che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento dell’acqua in ogni sua forma, prosegue con la quarta traiettoria per denunciare un problema che sta molto a cuore alla campionessa: lo scioglimento ei ghiacciai.
“Da sportiva – dice Federica – operando sulla neve sento molto forte la connessione con questo elemento e naturalmente con l’acqua; la neve è acqua allo stato solido.
Il cambiamento climatico sta mettendo a repentaglio la maggior parte dei ghiacciai in Italia, che ogni anno arretrano di decine di metri.”
Il progetto “Traiettorie Liquide”
È un progetto sociale di responsabilità ambientale che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’inquinamento dell’acqua in ogni sua forma. Sottolineando la sostenibilità ed il valore dell’acqua come risorsa limitata e non infinita, per suscitare una nuova presa di consapevolezza, un invito al cambiamento di mentalità.
“Traiettorie Liquide” è stato ideato e realizzato da Giulia e Daniela Mancini per Federica Brignone, personalizzato sulle sue passioni e sul rispetto che ha fin da bambina per l’ambiente.
A loro si aggiunge il contributo prezioso del fotografo Giuseppe La Spada, uno degli artisti visuali più interessanti ed originali nel panorama internazionale che da alcuni anni porta avanti un percorso di ricerca artistica sul tema dell’acqua.
“Come posso essere utile nel mio piccolo per portare un sassolino nel mucchio che formerà la montagna, ovvero la soluzione?” È la domanda che Federica si è rivolta quando le è stato presentato il progetto. “E la risposta che mi sono data è stata: posso raccontarlo.”
Quarta traiettoria
A giugno 2020, al termine di una splendida stagione agonistica culminata con la vittoria della Coppa del Mondo Generale, Federica è salita allo Stelvio sul ghiacciaio vallivo dei Forni, il secondo più grande d’Italia.
Uno scenario straordinario, di grande bellezza e messo a durissima prova dalle azioni dell’uomo. Nel 1800 il ghiacciaio copriva una superficie di 20 km quadrati, nell’arco di un secolo ha perso metà della sua superficie.
Dal 1986 il glaciologo Giuseppe Cola studia ed è testimone di questo declino. “Da quando faccio rilievi quassù le temperature si sono alzate di oltre un grado. Ma si sono anche ristretti gli inverni e allungate le estati, e si sono ridotti gli accumuli: invece di nevicare, ormai piove.
Alla velocità di cento metri l’anno, la fronte del ghiacciaio si è sempre più ristretta. E assottigliata fino al collasso definitivo con la decomposizione della sua parete inferiore.”
“La situazione è drammatica sia per le temperature sempre più alte provocate dai gas serra sia per il darkening. Cioè lo scurimento dovuto all’inquinamento industriale, alla fuliggine degli incendi. Ai detriti, alle polveri ed alla plastica, per cui riflettono meno le radiazioni del sole.” racconta Federica.
“Lo scatto di Giuseppe mi ritrae su questo ghiacciaio bellissimo e struggente, con un abito bianco prodotto in materiale di scarto, un mantello tricolore e la Coppa del Mondo issata dalla mia mano. Una sagoma che può richiamare la Statua della Libertà.
Ho vinto e realizzato il sogno della mia vita e, tramite questo trofeo, voglio attirare ancora di più l’attenzione delle persone sul problema dell’ambiente.
Altri scatti mi immortalano invece nella piscina termale, con lo sfondo meraviglioso delle montagne e del ghiacciaio. Ancora una volta acqua e natura, il focus sulla montagna messa a rischio per sottolineare quanto sia importante preservare la natura, l’acqua e il territorio circostante.
“Lo scioglimento del ghiaccio sulla terraferma avrà molti effetti. Dall’innalzamento del livello del mare alla drastica o totale riduzione delle riserve d’acqua dei ghiacciai montani su cui si basa la vita degli ecosistemi e delle comunità umane.
Il messaggio: in ognuno di noi esiste una piccola parte dell’oceano primordiale. E proprio per questo siamo chiamati a preservarlo, non è più un problema distante, è un problema fondamentale per la nostra sopravvivenza.