Elezioni Fisi: Pietro Marocco, dirigente sportivo per vocazione!
La filiera della politica sportiva l’ha vissuta praticamente tutta: Presidente del Comitato Aoc per due mandati poi l’ingresso in Consiglio nel 2018, dopo il tentativo nel 2014 di diventare Presidente. Ma prima ancora ben presente nel direttivo dello Sci Club Alpi Maritime, suo attuale sci club come i due figli che hanno corso con i colori dell’Entracque.
È Pietro Marocco, 66 anni, ingegnere, Consigliere laico uscente, ben disposto a proseguire questo percorso
Con questo curriculum dovrei chiamarti Senatore?
Addirittura! Ma no, per poter dare qualcosa di costruttivo alla Fisi nazionale ritengo sia indispensabile aver vissuto esperienze sul territorio. Se non conosci la pratica, ha voglia teorizzare…
L’esperienza più impegnativa?
Quella in Consiglio Fisi. Bella ma davvero impegnativa, con quei due anni di pandemia durante i quali relazionarsi e svolgere le rispettive mansioni non è stato per nulla semplice. Sono però soddisfatto perché bene o male la Federazione è riuscita a organizzare al meglio l’attività. Riconosco poi, di aver imparato molto perché il ruolo in Consiglio federale è molto diverso dalle altre attività.
Con Marta Bassino nel 2015, con la giacca del Comitato Alpi Occidentali che ha indossato per due mandati come presidente
Ad esempio?
Sembra tutto banale e scontato ma quando sei lì ti accorgi veramente cosa significa lavorare con entusiasmo e quanto sia importante saper creare una squadra disposta a condividere i programmi e che sia di stimolo per il presidente. Ho imparato a mettere da parte individualismi, a uscire da una logica territoriale e a correre con un obiettivo comune. Significa avere progettualità e ambizioni diverse. Quello che non si percepisce fuori da quella stanza è la dinamica che coinvolge l’alto livello. È davvero un mondo a parte perché entrano in gioco tanti fattori, come la comunicazione, l’attività di marketing, la visibilità con i media e i rapporti con le istituzioni. A quel punto capisci che il divario che esiste con il territorio, ovvero con gli sci club e l’attività di base, deve ridursi il più possibile, ovviamente verso l’alto.
È una questione di risorse economiche?
Se non si creano le condizioni giuste per allargare la base e favorire i cambi generazionali, puoi avere tutti i soldi che vuoi, ma il campione non verrà mai fuori. La Fisi ha un buon impianto in questo senso, magari non in tutte le discipline, ma la base c’è eccome. Non per niente recentemente la Fis ha stilato una graduatoria (Risultati, attività, etc…) in base alla quale l’Italia è la seconda nazione negli Sport invernali. Soddisfazione non solo per il risultato in sé, ma anche in termini di contributi. Detto questo non va tutto benissimo. Negli ultimi anni si evidenzia una perdita di tesserati. Mentre un tempo tale emorragia interessava più che altro la fascia di passaggio tra gli Allievi e gli Aspiranti Giovani, oggi il calo sta abbracciando anche il salto dai Ragazzi agli Allievi. Credo che il nuovo direttivo dovrà mettere questo problema in cima alla lista, anche se obiettivamente non è di facile e immediata soluzione.
Pietro Marocco nel 2012 quando era presidente del Comitato AOC
È diventato tutto troppo caro?
Sicuramente questo è uno degli imputati, ma sarebbe un errore trincerarsi dietro a questo aspettando tempi migliori. È anche una questione di offerta e di come vengono posti gli obiettivi. Io non credo che tutti cullino per forza il sogno di entrare un giorno in Nazionale o di vincere l’oro alle Olimpiadi. Tanti giovani sciano semplicemente perché si divertono, ma se tutto è rapportato al risultato, chi non eccelle inizia a stufarsi e se ne va! Può essere una buona idea creare circuiti alternativi, meno impegnativi, in modo da dare a tutti la possibilità di essere competitivi. Quando iniziano le varie finali del Pinocchio, Alpe Cimbra, Italiani… chi non si è qualificato ha già finito l’attività. Te la faccio molto semplice: non tutti possono permettersi di far sciare il figlio tre volte la settimana e poi la gara. Devo dare l’opportunità alla famiglia di “salire” al venerdì, in modo che il figlio si alleni al sabato e gareggi domenica. Senza l’incubo della qualifica o della selezione.
Un sistema di gare regionale?
Tutto deve partire da mamma Fisi chiamata a dare precise indicazioni ai Comitati in modo che tutti adottino il medesimo sistema. L’Aoc ce l’ha un circuito così, ma è differente da quei pochi altri sodalizi che lo prevedono. Per quanto riguarda le risorse, la Fisi potrebbe andare incontro a quelle categorie più a rischio partecipazione naturalmente tramite sci club. Questo significa consegnare pari dignità e attenzione alle squadre Nazionali ma anche alle società.
A fine stagione c’era chi riteneva ti candidassi per la Presidenza
Ho sentito anch’io quelle voci ma non ci ho proprio nemmeno pensato. Mi piacerebbe proseguire il percorso fatto finora, questo sì, perché sono consapevole di poter dare un contributo ancora maggiore in virtù dell’esperienza acquisita.
Quando si presentò all’Assemblea elettiva nel 2014 come candidato Presidente
Sei riuscito a digerire bene la delusione per la mancata candidatura dei mondiali Sestriere 2029?
Più che delusione parlerei di amarezza ma non per l’esito della votazione in sé, che è avvenuta in maniera del tutto legittima dal Consiglio. È il come si è arrivati che è personalmente difficile da digerire. Il Dossier di Sestriere era un vero e proprio capolavoro. Le risorse non mancavano e per il dopo Mondiali sarebbero rimaste infrastrutture utilissime per lo sviluppo turistico. Si poteva altresì approfittare di questa occasione per essere più baricentrici. Invece nei prossimi anni il Nord Ovest non avrà manifestazioni di altissimo livello
Un grande evento però arriverà a Torino nel 2025: le Universiadi!
Il Comitato sta facendo un ottimo lavoro e lo so perché sono rappresentante Fisi all’interno dell’organizzazione. Bisognerebbe prendere spunto da questa manifestazione per scrivere un progetto più ampio e strutturato con l’obiettivo, anche in questo caso, di evitare l’abbandono di quei ragazzi sulla neve. Certo è che ci vogliono anche le persone giuste, dirigenti esperti nel settore scuola come in quello sportivo. Dalle nostre parti non ce ne sono molte.
Sei anche l’unico piemontese in lista, se non c’è Marocco non c’è nessuno!
In Piemonte ci sono tanti dirigenti di altissimo livello che avrebbero le carte in regola per rappresentare degnamente il territorio . Quando metti il il naso dentro alla politica sportiva ci si accorge subito di dover dedicare tantissimo tempo e altrettante energie fisiche e mentali. Non fai il consigliere della Fisi a tempo perso, questo è chiaro. Tempo che invece va “rubato” a famiglia e abitudini. Inoltre, il dirigente sportivo non può muoversi soltanto con il motore tecnico. Non basta essere stati grandi atleti o illuminati allenatori per sapere come agire. Certamente è utile come bagaglio personale, ma bisogna anche conoscere leggi e regole dello sport, sapere impiegare le strategie giuste per interfacciarsi con tutti i player di interesse; alla fine devi prendere decisioni assumendoti ogni responsabilità. A cascata avviene la stessa cosa negli stessi sci club cui forse si dovrebbe dedicare uno sportello federale di consulenza. Dunque, se fai la somma in effetti la lista dei disponibili diventa corta.
Marocco si presenta all’Assemblea elettiva del 2018 che lo votò come Consigliere Laico
Qual è stato il tuo compito in Consiglio?
Vice Presidente Federale e Presidente della Commissione Giudici di gara e mi vanto di aver lavorato con una commissione eccellente. In questi anni abbiamo modificato il regolamento della commissione giudici di gara e dei crediti formativi. Significa che dal prossimo anno i giudici cresceranno di livello in base alla formazione che riusciranno a seguire. Sarà proprio questo iter ben definito a portare il giudice verso la “carriera” di Delegato Tecnico internazionale.
Ti sei sentito con tutti i candidati alla Presidenza?
È capitato perché abitiamo lo stesso mondo. Ho ribadito a tutti la stessa cosa: occorre una governance con persone preparate cui dare deleghe operative e con i quali imporre la massima condivisione, altrimenti il lavoro non porta risultati. Ho anche ribadito che mi piacerebbe donare la giusta valorizzazione al personale che deve essere formato. Bisogna saper trasferire le giuste motivazioni perché faccia squadra dentro e fuori gli uffici. Ti dirò di più, per andare incontro a chi desidera più di ogni altra cosa una federazione moderna o comunque meno legata alle tradizioni, vedo bene un albo (non professionale) delle professioni nel mondo della nostra filiera sportiva. Ad esempio, un albo di giudici di gara riconosciuti, dei direttori di gara , dei volontari o dei guardiaporte che rappresentano una categoria importante per non dire essenziale. Eppure, spesso vengono scelti così, un po’ a caso. Io gli vorrei dare un valore aggiunto. Esistono iniziative locali che funzionano bene, come nel comitato della provincia di Vercelli, ed io vorrei portare questo esempio a livello nazionale. Già stanno ore sul campo per puro volontariato, che almeno abbiamo una posizione riconosciuta dalla federazione. Elezioni Fisi: Pietro Marocco Elezioni Fisi: Pietro Marocco Elezioni Fisi: Pietro Marocco
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