È mancato ieri Stefano Capitani, papà di Umberto, Giovanni e Stefania, marito di Lucia e nonno di un esercito di nipoti. Il Signore di Bormio, il Signore dello Stelvio, il Signore dello Livrio, il Signore del Pirovano perché Donna Giuliana lo prese sotto la sua ala agli inizi dell’avventura dello sci estivo quando ancora era un ragazzino fino a mettergli nelle mani un lavoro. Quello dell’impiantista, dell’albergatore, dell’amministratore e dell’imprenditore. Passando dalle pulizie al ruolo di autista, dal portiere notturno, all’amministrazione. Una gavetta completa fino a diventare un imprenditore duro, scaltro e di una lungimiranza senza eguali.
Oggi Capitani firma un impero nella montagna tra hotel e impianti e unità immobiliari, che lui, Stefano, prima di subire un intervento ben riuscito qualche settimana fa, gestiva lavorando più di dieci ore al giorno. Era pronto per tornare a casa dopo una sosta riabilitativa a Milano, ma non si è più ripreso e si è spento tra le braccia dei suoi cari.
Per le cronache della neve conosciamo di più il figlio Umberto che gestisce gli impianti Sifas e naturalmente il ghiacciaio dello Stelvio. E con tanto orgoglio tante volte ci ha parlato di quello scudetto che papà aveva conquistato diventando il maestro di sci numero 1000.
L’amico compianto Mario Cotelli, rosicava non poco, perché lui era il numero 1001 e questa cosa non gli è mai “simpaticamente” andata giù.
La Rivista Sciare si unisce al popolo della neve per porgere le più sentite condoglianze all’amico Umbi e alla grande famiglia Capitani che ha perso il suo comandante.
La nave continuerà naturalmente a navigare portando avanti con immutata passione ciò che Stefano ha saputo costruire.
I funerali avranno luogo mercoledì 6 dicembre alle 14:30 presso la Chiesa parrocchiale di Bormio
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