Dopo essere stata citata molte volte negli ultimi articoli, è doveroso dare la parola anche all’amico, il dott. Marco Gaffuri 49 anni e di professione Medico, specialista in Radiologia, che presta servizio presso l’Ospedale Papa Giovanni XXII di Bergamo, nuovamente eletto Direttore della Scuola Nazionale FISPS. Ricordiamo che attualmente la Scuola si compone di 9 scuole regionali e di 61 istruttori tra nazionali e regionali.
Qual è il tuo bilancio dopo 3 anni alla direzione della Scuola Nazionale?
Tre anni fa il gruppo di lavoro Scuola Nazionale e io ereditavamo una struttura in buona salute, con un patrimonio tecnico e culturale enorme, ma con un’organizzazione ormai non più attuale, anche rispetto ai tempi e alle nuove esigenze provenienti dalle varie Scuole Regionali e dalla Federazione stessa. Ci siamo quindi proposti alcuni obiettivi da attuare nel triennio.
La Scuola ha condotto, assieme a tutti gli istruttori un importante rinnovamento. In sintesi quali sono stati i punti qualificanti dell’intero lavoro?
Censimento puntuale Scuole e Istruttori Regionali per riorganizzare qualifiche, aggiornamenti, materiali e metodologie didattiche. La riorganizzazione della metodologia è stata possibile attraverso un corso di formazione e aggiornamento istruttori volto a far parlare tutti la stessa lingua, e fornire a tutti lo stesso metodo didattico. Altro importante lavoro è stato fatto per creare una didattica multimediale: lezioni su supporti moderni e usando slide e videoclip. Strumenti a supporto di tutti gli Istruttori e disponibili per tutti i corsi federali, studiato e condiviso con tutte le Scuole. La nostra attenzione inoltre è stata anche verso la formazione di nuovi Istruttori Regionali, formati con il nuovo metodo, per incrementarne il numero. Infine è stato rinnovato il regolamento della Scuola, importante strumento di autogoverno, ammodernato e in linea con le nuove necessità e future opportunità che si cominciano a vedere all’orizzonte.
La nostra Scuola Nazionale ha da poco ottenuto l’importante riconoscimento di Centro Formativo Nazionale da parte di IRC-Comunità (Italian Resuscitation Council). Perché è un risultato importante?
È un riconoscimento prestigioso, che premia la serietà e la preparazione della Scuola, ma ottenuto grazie alla tenacia del suo Segretario, l’Istruttore Nazionale Nicola Bernacca, che ha seguito tutta la fase di accreditamento e formazione degli istruttori FISPS alla nuova didattica. Essere centro di formazione nazionale ci permette di formare e abilitare all’uso del defibrillatore (DAE) gratuitamente tutti i nostri iscritti e di poter erogare corsi BLS-D a privati e terzi, con tutta l’esperienza maturata in ambiente ostile, quindi con particolare riguardo a operatori delle stazioni sciistiche, Maestri di sci, Soccorso Alpino, ma anche ditte, privati e organizzazioni sportive.
Beh direi moltissimo lavoro e certamente faticoso. Quale sarà invece il programma per il prossimo triennio?
Innanzitutto, colgo l’occasione per ringraziare il neo Presidente Antonio Menegon e i Direttori delle Scuole Regionali per avermi (sigh!!) rinnovato la fiducia per continuare a dirigere questa prestigiosa Scuola. Il «sistema neve» sta cambiando a una velocità incredibile e la Federazione deve trovarsi pronta a questi cambiamenti: aspettative degli utenti delle piste, nuovi scenari d’intervento, innovativi dispositivi di soccorso. Di pari passo c’è un’evoluzione del mondo del volontariato e la necessità di nuove figure professionali anche nel soccorso sulle piste, dialogo con le altre figure presenti sulla neve, ottimizzazione risorse, ecc. Più in dettaglio, lavoreremo su primo soccorso e trattamento di atleti e sciatori diversamente abili, collaborazione per la formazione reciproca con le FF.OO, primo soccorso freerider, pattugliatore professionista FISPS, e tanto altro ancora.
FISPS quest’anno compie 30 anni. Dal tuo osservatorio quali le principali evoluzioni negli anni nel mondo neve?
Abbiamo assistito a una vera rivoluzione del «sistema neve», con l’introduzione dello snowboard e degli sci carving, la neve programmata e i moderni battipista, efficientissimi impianti di risalita e piste sempre perfettamente battute. Il risultato è uno sci moderno praticato da un grande numero di sciatori, con attrezzature estremamente performanti, spesso con poca esperienza tecnica di montagna e scarsa preparazione fisica.
Tanti affermano, erroneamente, che lo sci è uno sport pericoloso. Qual è la tua idea?
Lo sci non agonistico è uno sport relativamente pericoloso. Uno sciatore, soprattutto alle prime armi, può cadere più volte al giorno o addirittura nella stessa discesa, atterrando su neve battuta generalmente senza conseguenze ma anzi divertendosi. È ovvio che lo sciatore, qualunque sciatore sia, deve adeguare la sua velocità e la scelta della pista in base alle sue abilità e in funzione dell’affollamento della pista stessa. La velocità, le curve in superconduzione, i salti, i fuori pista, si possono fare (e sono il bello di questo sport!) ma osservando le regole, rispettando gli altri e l’ambiente in cui ci muoviamo.
Ringraziamo Marco per le esaustive risposte e gli auguriamo buon lavoro!
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