Molti ragazzi che hanno dedicato tanti anni a sciare si prefiggono un obiettivo importante: diventare maestri di sci.
Il percorso per intraprendere questa professione è tuttavia altamente selettivo e impegnativo.
Tutti gli aspiranti maestri possono accedere alla selezione che viene bandita da molte regioni italiane. I requisiti sono essere maggiorenni e in possesso dell’idoneità medico – sportiva. Per statuto è necessario superare la selezione che consiste in una prima prova cronometrata di gigante, a cui segue una prova in campo libero, con esecuzione di archi di curva.
Nonostante tutti i mie anni di esperienza sugli sci, si è resa necessaria una preparazione tecnica importante prima di affrontare questo impegno. Lo scorso anno ho scelto di sostenere la selezione con la Regione Lazio nel mese di marzo nella località Campo Catino. È stata un’esperienza nuova, resa ancor più affascinante da paesaggi e montagne che non conoscevo e molto differenti da quelle che io abitualmente frequento.
Il tutto è iniziato con un lungo viaggio di otto ore con destinazione Guarcino, un paesino particolare non propriamente montano, ma altamente ospitale e accogliente, in un albergo in cui mi sono trovato subito bene. Ho preferito raggiungere questa località il giorno prima della prova di gigante, per testare la pista e ambientarmi con il tipo di neve.
Mi ha veramente affascinato il paesaggio completamente diverso dalle Alpi da cui provengo. Qui ci sono radure con boschi di betulle senza picchi e montagne imponenti.
La prima prova si è svolta come una normale gara, con l’estrazione la sera prima dei pettorali e con l’atmosfera tipica di queste circostanze, comprese la tensione e la rivalità. Mi è stato assegnato il pettorale 84, ma ci è stato detto che nel caso in cui si fosse reso necessario sostenere una seconda prova per il mancato superamento della stessa nella prima manche, i numeri di partenza sarebbero stati invertiti.
Il giorno della prova è una di quelle cose che restano impresse per tutta la vita. Lo stress è stato notevole, data la necessità di superare la manche. È stato fantastico riuscire a essere selezionato per la seconda prova che si è effettuata dopo un giorno rispetto alla prima, per dare la possibilità ai candidati di sciare con gli Istruttori della Commissione.
La prova finale è basata sull’esecuzione dei tre archi di curva di livello oro, ampio, medio e corto. Quando alla fine della selezione sono stati esposti i risultati che mostravano che ero stato giudicato idoneo a sostenere il corso di formazione, la gioia che ho provato è stata incredibile, così come la felicità di poter proseguire questa esperienza con persone diventate amiche e con le quali avevo condiviso forti emozioni.
A marzo 2015 è iniziato così il cammino verso la qulifica di maestro di sci. Il corso di formazione della regione Lazio si basa su quindici moduli di circa una settimana l’uno. Questi sono sia di pratica che di teoria e includono formazione e prove. In questo lungo percorso si vengono a instaurare stretti rapporti di amicizia. Con i compagni di questo vero e proprio viaggio si condividono dubbi, paure, speranze e si instaura un rapporto profondo. Oggi, a 12 mesi dalla prova di ammissione, abbiamo portato a termine 11 dei 15 moduli previsti. Più ci si avvicina all’epilogo e maggiore è il velo di gioia e tristezza che ci accompagna. Da una parte la felicità per concludere un cammino verso una nuova vita, dall’altra la fine del corso stesso che arricchisce non solo dal punto di vista tecnico ma anche umano.
Al termine del quindicesimo modulo ci sarà la prova finale di idoneità, che spero di superare senza problemi. Comunque vada ognuno di noi ricorderà per sempre questo periodo vissuto e condiviso con persone selezionate, motivate da uno spirito sportivo unico.
Già che ci sono, ringrazio sin d’ora i mie istruttori, anche da parte dei miei compagni di corso, per la professionalità e l’umanità con le quali ci hanno sempre accompagnato.
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