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Detto-fatto: il paralimpico Davide Bendotti ha raggiunto Capanna Margherita sul Rosa

Detto-fatto: il paralimpico Davide Bendotti ha raggiunto Capanna Margherita sul Rosa
Impresa riuscita. Lo sciatore paralimpico Davide Bendotti, presente alle Paralimpici 2018 e a quelle 2022, ha raggiunto ieri la Punta Gnifetti sul Massiccio del Monte Rosa e di conseguenza la Capanna Osservatorio Regina Margherita, il Rifugio Alpino più alto d’Europa con i suoi 4560 m.

Questa due giorni, nata da un’intuizione dell’Associazione Aldo Pollini, a fianco della FISIP dal 2021, e dal celebre alpinista Luca Colli (viaggiatore – trekker – alpinista di fama internazionale capace nella sua carriera di raggiungere in velocità dal campo base senza sosta, senza supporto esterno, senza sci e senza ossigeno le 11 vette più alte del mondo), ha visto sì

Bendotti come assoluto protagonista ma l’azzurro ha potuto contare sul fondamentale ruolo svolto da Ioris Turrini (Presidente della Società delle Guide Alpine di Gressoney) e sul supporto logistico della Scuola di Alpinismo Corpo Guide di Alagna oltre che sulla presenza di Matteo Pollini, rappresentante sul campo dell’Associazione Pollini.

Lunedì il gruppo si è ritrovato ad Alagna Valsesia (Vercelli) per poi raggiungere Punta Indren (3260 m) con gli impianti di risalita. Da lì il team ha attraversato il ghiacciaio di Indren e successivamente raggiunto il Rifugio Città di Mantova (3498 m), dove è stato allestito il Campo Base tendato e gli alpinisti hanno trascorso la notte.

Martedì, attorno alle ore 5:00, la squadra si è mossa in cordata per dirigersi verso il Rifugio Gnifetti (3647 m), oltrepassare il Balmenhorn (4167 m), il Colle del Lys (4300 m) e immettersi sulla parte finale dell’ascesa che ha portato i protagonisti sino al traguardo di Capanna Margherita (4560 m).

Bendotti, che per l’ascensione ha utilizzato le stampelle speciali in alluminio progettate da Renato Brignone (Technical Manager di Tompoma Srl) è poi sceso con i suoi amati sci.

È stata una due giorni che difficilmente scorderòracconta Davide

e dove mi sono veramente divertito. I timori della vigilia erano relativi soprattutto ai passaggi sul ghiacciaio con i rampocini e le stampelle e a come avrei reagito all’altitudine.

Devo ammetterlo invece che la gamba e le braccia hanno affrontato senza problemi le pendenze più severe e anche la quota non l’ho subita. Poi ho provato una forte emozione quando alla Capanna Margherita ho indossato i miei sci per ridiscendere. In quel momento mi sono sentito a casa”.

Davide con le sue doti fisiche ci ha veramente sorpreso. Non ha incontrato alcuna difficoltà nella due giorni. La fiducia reciproca tra me e lui si è creata ed è cresciuta metro dopo metro. Ricordo con il sorriso l’entusiasmo della gente che abbiamo incontrato lungo il percorso”, le parole di Ioris Turrini. 

È stata una vera e propria impresa. Davide è andato oltre ogni aspettativa in una due giorni dove anche le condizioni della neve e il meteo sono stati dalla nostra parte”, ha esclamato Luca Colli.

Così la conclusione del Presidente dell’“Associazione Aldo Pollini“ Raffaella Pollini. “È per noi motivo di orgoglio essere promotori e sostenitori di un’impresa come questa dove vince la volontà di superare i limiti e di abbattere barriere, dove la professionalità e la preparazione atletica di Davide si sono combinati con l’eccezionalità di un’impresa non solo sportiva. Abbiamo scritto un nuovo capitolo della storia paralimpica e lo abbiamo fatto in un posto meraviglioso come il Monte Rosa. È solo l’inizio di possibili altre sfide dell’Associazione impegnata nel promuovere i valori dello sport e dell’inclusione. Mi preme ringraziare tutti, a partire da Luca Colli, la FISIP, le guide e Davide ovviamente per aver creduto nella nostra idea. Un’idea da visionari ma che Davide e tutto il gruppo sono riuscita a trasformare in un successo”. Detto-fatto: il paralimpico Davide Bendotti  Detto-fatto: il paralimpico Davide Bendotti 

Foto di: Mauro Ujetto e Società delle Guide Alpine di Gressoney

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Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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