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Davide Magnini, nuovo record su e giù per la Presanella

Davide Magnini, trentino, 22 anni, ha fatto registrare sabato 18 luglio, un nuovo record in Alta Val di Sole (su e giù per la Presanella), la sua terra. Ha infatti percorso 21 km, raggiungendo 3.558 metri d’altezza con 2.350 metri di dislivello positivo in sole 2 ore, 39 minuti e 7 secondi.

Davide ha compiuto l’impresa tagliando il traguardo proprio nella piazza di Vermiglio, comune dell’alta Val di Sole e sua città natale.

L’atleta della squadra di sci alpinismo del Centro Sportivo Esercito e punta di diamante del Team Salomon ha vinto la sua personale sfida in salita e discesa della vetta Presanella. La più alta dell’omonimo gruppo e delle Alpi dell’Adamello, mettendo la firma sulla montagna di casa.

Dopo la partenza alle 7,19, un’ora dopo l’orario iniziale previsto a causa della nebbia e di uno strato di ghiaccio sulla cresta, lo skyrunner di Vermiglio ha raggiunto Cadin in discesa.

Con una prestazione meravigliosa ha migliorato addirittura di mezz’ora il suo tempo migliore raggiunto in allenamento di 3 ore, 7 minuti e 19 secondi.

Davide aveva provato lo scorso giugno il primato sullo Stelvio. Tentativo purtroppo sfumato sul finale, dopo essere stato in vantaggio sul tempo record di Giuliano Battocletti fino a tre quarti del percorso.

L’impresa di sabato dell’alpino dell’Esercito e del Team Salomon è un successo che arriva a distanza di pochissimi giorni dalla conquista di un altro “Fastest Known Time”. Ovvero quello del 10 luglio,  della salita e della discesa dell’Ortles, 3.905 metri. Percorso che comprende passaggi esposti su roccia e un tratto su ghiacciaio con un tempo di 2h18’15” (tempo di salita 1h35’18”), 17 km per oltre 2.150 metri di dislivello positivo.

Un’impresa in solitaria che ha visto il giovane atleta superare il record che Marco De Gasperi aveva stabilito cinque anni fa, nel 2015. A 48 ore dall’impresa sulla Presanella, ecco Magnini al traguardo

Quali sono state le principali difficoltà che hai riscontrato nel portare a casa questa grande impresa?

Le difficoltà principali per affrontare questo record sulla Presanella sono state sicuramente quelle psicologiche. Gestire la tensione e la pressione a livello mentale nei giorni prima.

Anche perché in questa occasione ero coinvolto direttamente nell’organizzazione e nella gestione del percorso e del progetto e quindi questa è stata la parte più stressante.

Poi lungo il percorso le condizioni erano buone è andato tutto bene. Ho sofferto un po’ la parte finale della discesa nel bosco perché avevo le gambe veramente stanche. Però poi è andato tutto bene fino all’arrivo”.

Rispetto all’asfalto dello Stelvio ritieni più congeniale per le tue caratteristiche i sentieri e la “verticalità” naturale?

Per come sono cresciuto come atleta e per le gare che ho sempre corso il terreno e le pendenze che ho incontrato durante il record dell’Ortles e della Presanella erano più congeniali. Almeno per quello che sono il mio fisico e le mie caratteristiche.

Sicuramente è stato molto più facile andare forte lì piuttosto che sullo Stelvio. Non sono abituato a correre a ritmi alti su un terreno così duro come l’asfalto. Equesto senza dubbio ha influenzato l’umore sul risultato che hanno avuto gli ultimi due progetti”.

Nel tuo corredo Salomon che hai utilizzato nelle ultime imprese sono presenti delle inedite scarpe S/LAB… Ce le puoi descrivere? Come ti trovi? Che caratteristiche innovative presentano?

“Le scarpe che ho usato negli ultimi due progetti non sono dei prototipi studiati per il mio piede, non sono dei modelli nuovi delle prossime collezioni.

Ma sono semplicemente delle scarpe adattate meglio alla forma del mio piede e alle esigenze per quel tipo di terreno. In questo tipo di ascese si vanno a toccare diversi terreni e quindi si ha bisogno di una scarpa molto versatile”.

Quali pensieri ti hanno attraversato appena sei arrivato nella piazza della chiesa della tua Vermiglio?
Alla fine della discesa durante il record della Presanella quando sono arrivato dove ero partito in località Cadin, c’era già lì tanta gente ad aspettarmi. È stato un momento di felicità intenso.

C’erano mia madre e tutti i miei amici ad aspettarmi, però quando ho continuato la mia corsa e sono arrivato fino in piazza e ad attendermi oltre ai famigliari e agli amici c’era tutta la comunità.

È stata un’emozione bellissima poter condividere questa iniziativa con tutti gli abitanti del mio paese e renderli partecipi”.

Dove punta lo sguardo ora Davide Magnini?
“In questo momento mi concederò un po’ di riposo dai progetti e dalle competizioni fino a quando ripartiranno, spero presto, a settembre, tutte le gare di skyrunning e trail running. Spero di difendere il più possibile e tornare un po’ ai ritmi degli anni scorsi”.

Ad attenderlo dopo il suo 23esimo compleanno il 31 agosto ci sarà anche la stagione di scialpinismo. Sport in cui il fenomeno Davide eccelle come in ogni disciplina che ha a che fare con la montagna.

(Foto: Mauro Mariotti e Giacomo Podetti)

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).