Quest’anno la Fisi soffia su 100 candeline. Ma prima cosa c’era? Facciamo allora un tuffo nel passato e rievochiamo quei tempi
La “Federazione di sport invernal”i si è costituita a Milano il 23 novembre del 1913 per iniziativa del tedesco Gustavo Engelmann
Si chiamò allora federazione italiana dello Ski e vi aderirono lo sci club Milano, la società escursionisti milanesi, lo Ski club Bergamo e la società escursionisti lecchesi.
Ma l’attività di questo sodalizio fu presto interrotta dalla prima guerra mondiale.
Nel 1920, per iniziativa di Aldo Bonacossa nasce la Federazione Italiana dello sci (Fis) che aderisce alla federazione internazionale. Le società affiliate ora sono 28. In sede di costituzione della Fis fu convenuto fra i rappresentanti del Piemonte, del Veneto e della Lombardia di fissare la sede e la presidenza con una rotazione biennale a Torino Milano e Venezia.
Aldo Bonacossa e Gianni Nasi
Nel 1933 la federazione italiana dello sci assorbe anche il Bob, l’hockey e il pattinaggio sul ghiaccio, assumendo la denominazione di Federazione italiana sport invernali Fisi.
E questa denominazione rimane tuttora anche se nel 1946 il pattinaggio e l’hockey si sono distaccati.
Nell’anteguerra presidenti della federazione sciistica si sono succeduti in questo ordine Aldo Bonacossa dal 1920 al 1923 Mario Corti dal 1923 al 1924, Gino Ravà dal 1924 al 1926, Guido Bertarelli dal 1926 al 1927, Aldo Bonacossa dal 1927 al 1929, Renato Ricci dal 1929 al 1943.
Dall’11 al 13 maggio 1946 si riunisce a Firenze la costituente degli sport invernali per ricostituire la Fisi. Partecipano rappresentanti di 249 società. Presiede Marcello Frontoni.
Finita la guerra occorre ripartire da zero. È approvato lo statuto federale e l’organizzazione è suddivisa in zone periferiche con criteri geografici.
Fra gli argomenti di maggiore interesse si discute sull’idea di trasferire la sede della fisi da Milano a Roma.
Pio Antonio Caliari e Piero Oneglio
La proposta è respinta con 151 voti a favore di Milano E 77 per Roma mentre 21 delegati votano scheda bianca
Comunque per i rapporti con il Coni si decide di aprire un ufficio di vice presidenza a Roma.
Le elezioni portano alla presidenza della Fisi Giovanni Nasi (Torino), vicepresidenti sono Ambrogio Fortini (sede) più Caliari (Alpi) e Vincenzo La Porta (Centro sud)
Nel 1947 all’assemblea di Bologna si afferma che il meglio può essere raggiunto unicamente con la solidale collaborazione di tutte le società e dei dirigenti zonali.
Ma a Bologna il 28 e 29 giugno nel salone Zamparini I presidenti non sono molti. Ci si chiede con ironia: la colpa del caldo o è la spesa che trattiene a casa le società?
La relazione di Nasi sottolinea l’esigenza di un lancio turistico di tante zone. Si discute sui comitati regionali e provinciali. Alla fine viene approvata questa mozione: le zone debbono rimanere come sono.
Nell’ambito delle stesse e nelle province dove esistono almeno cinque società vengono istituiti i comitati provinciali. Dove il numero delle società è minore sarà nominato un fiduciario provinciale.
Si parla anche di centri addestramento giovanile allo scopo di iniziare l’addestramento agonistico dei giovani dai 16 ai 19 anni.
Nel 1948 Pio Caliari È eletto a Madonna di Campiglio presidente della Fisi dalle 142 società presenti con voto deliberante.
La Porta propone di trasferire la sede da Milano in qualsiasi altra città, escludendo Roma.
Ma prevale la proposta di Fabjan di mantenere la Fisi a Milano almeno fino al 1950.
Si continua a discutere dei centri addestramento. L’assemblea è concorde, afferma una mozione, che il massimo sforzo finanziario dovrà essere applicato a questo settore di attività.
L’assemblea affida al comitato nazionale lo studio definitivo dei centri di addestramento.
Infine le elezioni per il presidente
Caliari ottiene 82 voti, Nasi 49, Negro 7. Vicepresidenti sono Achille Negro, Piero Oneglio e Fernando Menzocchi (Appennini).
To be continued…