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Claudia Morandini sarà “The voice” a Cervinia, Gardena e Campiglio

Claudia Morandini sarà “The voice” a Cervinia, Gardena e Campiglio.
Claudia Morandini, ex slalomista Azzurra dei primi anni 2000, sarà la speaker ufficiale delle gare di Coppa del Mondo italiane a Cervinia/Zermatt, in Val Gardena e a Madonna di Campiglio. Gli stadi dello sci potranno liberarsi dalle regole covid e riempirsi nuovamente di tifosi, per cui questo ruolo non è per niente banale. Per questo motivo gli organizzatori hanno individuato in Claudia la persona ideale per intrattenere il pubblico e non lasciare che sia soltanto il tabellone luminoso dei tempi a raccontare ciò che avverrà in pista. Già, ma perché proprio Claudia?

Claudia, perché proprio te?
E a me lo chiedi! Diciamo che è nato un po’ tutto per caso. Col mio compagno di vita Matteo Trentin con cui cresciamo due splendidi figli (foto sopra), mi ero buttata nel mondo del ciclismo aprendo l’agenzia a Montecarlo “Live your passion Exclusive Sport Experiences” specializzata in eventi (sci, Formula 1 e ciclismo), pur mantenendo un piedino sulla neve grazie un legame mai sciolto con Head Italia. Mi chiesero di fare la speaker a una classica delle due ruote dolomitica estiva e Rainer Senoner deve avermi sentito e apprezzato al punto di chiedermi, l’anno scorso, di raccontare superG e discesa sulla Saslong. E da li…

Sulla Saslong, da sinistra, Moritz Demetz, coordinatore dello staff, Claudia Morandini, stephan Steinacher, speaker di lingua tedesca e  Thomas Wielander

Emozionante?
Emozionante è dire poco. L’ambiente dello sci mi ha visto nascere e mi ha visto crescere. Tornare a respirare quell’aria con il privilegio di poter raccontare uno degli eventi più sentiti del nostro paese… fai un po’ te!

Facile per te con l’esperienza maturata in Eurosport…
Eh non è mica la stessa cosa. Ho avuto tante altre esperienze anche in occasioni non sportive, ma il lavoro di speaker, almeno nello sci, ti cala in una dimensione totalmente diversa. Non si tratta soltanto di descrivere la discesa di un atleta e scandire gli intermedi. Devi creare una connessione col pubblico e un po’ anche con gli stessi atleti. Sinceramente non mi ero mai accorta quanti fossero gli aspetti da considerare ,dal primo momento in cui entri in cabina. Ho frequentato però una scuola eccezionale quando per l’evento da noi ideato “BeKing”a Monaco, paragonabile a una gara di Coppa del Mondo di ciclismo, mi sono affidata a Marc Chavet, voce del Tour de France, numero uno assoluto. Da organizzatrice ho capito quanto fosse importante il ruolo di speaker di un grande evento. Da lui ho imparato tantissimo.

Quella connessione come la crei?
Calandoti in ogni aspetto dell’evento. Ad esempio, in gardena, prima di prendere in mano il microfono non mi sono limitata a chiedere agli atleti informazioni varie. Ho preferito prendere i miei sci per effettuare direttamente la ricognizione studiando così la pista, il tipo di neve, lo stato di alcuni passaggi chiave che non sono mai uguali anno dopo anno.

Poi ho sono stata astretto contatto con gli organizzatori e con i tecnici della Fis, come Markus Waldner, persone chiave per attingere anche le più piccole sfumature. Alla fine, puoi essere bravo a parlare fin che vuoi ma nello sci il pubblico se ne accorge se non conosci l’aspetto tecnico. È importante anche chi hai al tuo fianco. In Gardena ho avuto la fortuna di condividere la postazione con Stephan Steinacher, grande professionista.

Non ho avuto alcun problema a entrare in sintonia con lui. Insomma, il pubblico magari non ci fa tanto caso perché comunque è concentrato sulla gara, ma se gli proponi un commento poco efficace, se ne accorge eccome! Rappresenta l’animazione della giornata. In Gardena poi c’è un clima stupendo perché avverti di far parte di una grande famiglia. Rainer ha fatto proprio un ottimo lavoro.

La “Saslong Gardena Family”!

Chissà quanti ex colleghi hai incontrato
Tantissimi, Hanna Schnarf, Verena Stuffer… un bel ritorno dopo tanti anni. Anche rivedere molti amici mi ha portato in una zona di confort. Sai, non frequentavo l’ambiente da un po’ di tempo, ma alla fine è come andare in bicicletta, non dimentichi un lavoro che hai fatto per tanti anni. Inoltre, non è che abbia trovato molte differente rispetto al mondo che ho lasciato.

Le facce sono quelle, dagli allenatori, ai tecnici degli sci, qualche atleta che ora indossa la giacca di coach… Ho proprio avuto la sensazione che il tempo non fosse mai passato. Se unisci questo aspetto a un’organizzazione certamente migliorata sotto tutti i punti di vista, ecco che il “backhome” risulta ancora più bello.

Terminata la carriera agonistica Claudia si è subito buttata nel mondo della comunicazione conducendo la trasmissione su una televisione trentina “Mondo Sci”

Invece, i contatti con Campiglio e Cervinia come sono nati?
Penso siano stati una conseguenza della Val Gardena. Si sono accorti che esisto ancora insomma! D’altra parte, la vita mi ha tolto dalla neve per una decina di anni. Credo poi che non dispiaccia affiancare una voce femminile a quella maschile e se metti insieme tutte le cose, non ultima la conoscenza delle lingue, chiedere la mia disponibilità può essere un’idea da percorrere. Ed io ho accettato di buon grado.

Se a Campiglio, gran classica, potrebbe essere tutto più semplice, a Zermatt/Cervinia sarà invece la primissima…
Le discese di Zermatt/Cervinia sono un po’ una scommessa per tutti con una organizzazione ben più complicata rispetto alla 3Tre, vuoi per la tipologia della specialità, ma anche per il contesto. Ho conosciuto il team di lavoro e ho notato una grandissima professionalità e competenza. Indubbiamente saremo tutti emozionati più del solito proprio perché è la prima volta. Certo è che l’attenzione maggiore sarà dedicata alle condizioni del tempo e della pista.

Sai com’è in Coppa del Mondo: vai a letto alla sera dopo aver organizzato tutto alla perfezione, poi ti svegli al mattino e ti trovi dinnanzi a un mare di variabili. Se non prevedi il piano b e a volte anche il piano c, sei fregato. Ora ci vuole tanta neve, altrimenti sarà durissima. Nel frattempo, sto studiando, perché ci saranno davvero tante storie da raccontare a partire dalla collaborazione di due paesi che credo non sia mai accaduto.

Claudia è stata per molti anni la voce delle telecronache di sci su Eurosport, in coppia con Gianmario Bonzi

Campiglio invece si racconta da sola?
Potrò sbizzarrirmi sul piano tecnico, dai… lo slalom è proprio il mio pane! Non vedo l’ora di vedere l’apripista con camera incorporata e descrivere il percorso al pubblico che è proprio lì, quasi a contatto con l’atleta fin dalla prima porta. Situazione, dunque molto diversa dalle gare di velocità. Bisogna essere lesti com’è l’azione dello slalomista, quindi massima concentrazione e capacità di reazione. In questo caso la complicità con il partner che ti affianca dev’essere totale, poiché il rischio di sovrapporre le voci aumenta.

Devo dire che questo inconveniente mi capita davvero di rado, con Gianmario Bonzi di Eurosport ho avuto un’ottima scuola. Rispetto alla Tv chiaramente cambia totalmente il tono della voce. Sul campo se non sai trasmettere quel mix di emozioni che trai osservando l’azione dell’atleta, il parlato diventa un flop. Il pubblico vuole adrenalina, vivere la gioia o il dispiacere del suo beniamino così come la bellezza di un passaggio, la destrezza dimostrata in un recupero, dando per assodato che in slalom può succedere di tutto, come abbiamo visto l’anno scorso, fino a quel pezzettino di pista che divide l’ultimo palo dal traguardo.

Qual è l’aspetto più difficile?
Quando parli per un paio d’ore se non di più ci può essere un calo di attenzione perché a lungo andare farsi cogliere dalla stanchezza è fisiologico. Quindi il rischio è di perdere un po’ il ritmo e se questo accade, il pubblico ti segue se in precedenza sei riuscito a prenderlo per mano.

In gara possono capitare poi delle pause, situazioni che devi saper cogliere all’istante per poter tenere sempre alta la tensione emotiva della gente. Quindi racconti del passato, descrizione tecnica di ciò che è avvenuto, il palmarés degli atleti pronti a partire… Insomma, non puoi permetterti di spegnere la luce nemmeno per pochi secondi.

Con gli amici della Head, Camilla Alfieri, Stefanino Silvestri e Corrado Macciò

Hai iniziato con la Gardena, poi Cervinia e Campiglio… un pensierino alle Olimpiadi?
Sarebbe bellissimo!

About the author

Marco Di Marco

Nasce a Milano tre anni addietro il primo numero di Sciare (1 dicembre 1966). A sette anni il padre Massimo (fondatore di Sciare) lo porta a vedere i Campionati Italiani di sci alpino. C’era tutta la Valanga Azzurra. Torna a casa e decide che non c’è niente di più bello dello sci. A 14 anni fa il fattorino per la redazione, a 16 si occupa di una rubrica dedicata agli adesivi, a 19 entra in redazione, a 21 fa lo slalom tra l’attrezzatura e la Coppa del Mondo. Nel 1987 inventa la Guida Tecnica all’Acquisto, nel 1988 la rivista OnBoard di snowboard. Nel 1997 crea il sito www.sciaremag.it, nel 1998 assieme a Giulio Rossi dà vita alla Fis Carving Cup. Dopo 8 Mondiali e 5 Olimpiadi, nel 2001 diventa Direttore della Rivista, ruolo che riveste anche oggi. Il Collegio dei maestri di sci del Veneto lo ha nominato Maestro di Sci ad Honorem (ottobre ’23).

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