Il “Pensiero di un maestro di sci” di oggi si intitola “Aspetta, aspetta, ma la risposta non c’è!
È tutto un rincorrersi di notizie: si apre il 7 gennaio, no non si apre per quella data. Troppo alto il numero dei contagi per rischiare.
Ancora, imbarchi agli impianti contingentati, assolutamente no, i rischi di assembramento sarebbero troppo alti.
E come se non bastasse, Regioni dai diversi colori, spostamenti vietati, ristori promessi sin da marzo e mai visti.
Infine: linee guida proposte dal Collegio dei maestri di sci e dall’Amsi, di concerto con l’Anef, che al momento non hanno ottenuto alcuna risposta.
Chi saprà indovinare il dopo Natale, è davvero bravo con tutte queste voci contraddittorie.
Intanto, però, i maestri del Piemonte oggi sono scesi in piazza a Torino con il loro Presidente Gianni Poncet (Sindaco di Sestriere). Un altro Presidente, del Collegio Veneto, Luigi Borgo, proprio ieri, sulle pagine di Sciarmag, ha illustrato una serie di proposte affinché i maestri possano lavorare.
Jean Barocco, rappresentante dell’ “Uncem” (Unione nazionale comuni, comunità, enti montani), in occasione della “Giornata della Montagna”, ha parlato di come le piccole località, quelle che non registrano grandi presenze in ambito turistico, debbano essere aiutate dallo Stato e dalle Regioni per garantire lavoro, evitando lo spopolamento, che significherebbe abbandono del territorio, con tutte le disastrose conseguenze per l’agricoltura, l’allevamento e la pastorizia in quota.
Prospettando anche un tipo di vacanze sulla neve che tengano ben presente le differenti realtà tra grandi e piccole stazioni, indicando precise linee guida e soluzioni, sottolineando che:
“Chi vive in montagna conosce meglio di tutti le proprie realtà”. Signori del Governo, ascoltatelo. C’è del vero in quello che dice!
Ritornando a noi maestri, la mobilitazione di oggi conferma il nostro crescente malcontento.
Se posso dirla tutta, mi sarebbe proprio piaciuto vedere a questa pacifica dimostrazione anche l’Amsi nazionale, assieme al Collegio.
Quanto alle proposte di Borgo, che pure rappresenta il pensiero condiviso da molti altri colleghi, mi aspetto siano prese in considerazione, senza perdere troppo tempo da chi ha il compito di rappresentarci.
A Gianni, e a tutti coloro che erano con lui a manifestare, tanto di cappello, e lo stesso vale per Luigi e Jean: ci ricordano il sacrosanto diritto al lavoro, rammentando a chi ci governa che la montagna la conosciamo perché la viviamo ogni giorno. Avanti così, amici! In molti vi sono grati.
Walter Galli
P.S. “La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta” (Anonimo). Speriamo Roma ne abbia. Aspetta aspetta ma la Aspetta aspetta ma la