Anita Gulli: “È anche una questione di fisica!”
Classe 1998, piemontese, in forza al Gruppo Sportivo Esercito e agli ordini di Renato Lorenzi, responsabile delle slalomiste Azzurre, Anita Gulli si appresta ad affrontare le prime gare sulle nevi di Levi
Slalomista pura, nata sulle nevi di Bardonecchia, ha esordito in Coppa Europa il 9 febbraio 2017 a Bad Wiessee e in Coppa del Mondo il 5 gennaio 2019 a Zagabria Sljeme. A Cortina 2021 il suo debutto iridato (26ª) e a Pechino (29°) quello olimpico.
Lo slalom azzurro femminile sta lavorando sodo per tornare a grandi livelli o per lo meno competitivi. C’è tanto lavoro da fare per il gruppo denominato Coppa Europa Cortina 2026, guidato da Roberto Lorenzi responsabile di uno staff composto anche da Giancarlo Bergamelli e Thierry Marguerettaz.
“Per questa stagione è stato rinnovato tutto lo staff, in particolare siamo seguite da alcuni allenatori che arrivano dalla squadra maschile – dice Anita. A livello tecnico è un bello stimolo, perché durante gli allenamenti ci vengono proposti tracciati molto impegnativi e duri, quindi ci stiamo facendo le ossa. Inoltre a livello organizzativo per il momento abbiamo avuto una buona gestione e siamo state messe nelle condizioni migliori per lavorare”
Ma sci a parte c’è una curiosità che vale la pena di approfondire riguardo ad Anita: è una studentessa universitaria di Fisica e frequenta la statale a Torino. Argomenti che interessa anche la tecnica sciistica ricca di forze che subentrano da tutte le parti!
“Tutti i giorni dopo allenamento ci ritroviamo al pomeriggio a guardare i video della giornata, per capire gli errori e cosa si può migliorare. Ci sono alcune cose fondamentali da tenere in considerazione nelle correzioni: l’obiettivo è sempre impiegare il minor tempo possibile ad arrivare al traguardo e si possono fare delle osservazioni fisiche al riguardo. Guardando un video ad esempio una delle prime cose che si guardano è se dal palo in poi la presa di spigolo stia diminuendo oppure stia incrementando.
Questione di formule?
Si tratta di uno studio un po’ complesso, dal momento che questo sport si pratica in condizioni sempre diverse, come neve, tracciati e piste. Il gesto tecnico deve quindi essere il più adatto possibile alle particolari condizioni. In generale l’idea di base per essere più efficaci possibile è cercare di sfruttare due fattori principali: la forza di gravità dovuta al pendio ripido e la risposta elastica indotta dalla deformazione dello sci.
Per sfruttare al meglio questi due impulsi, bisogna cercare di avere una curva molto corta, infatti per poter ridurre il raggio di curva, è necessario creare una grande deformazione dello sci, che creerà una spinta maggiore. Se invece, si aumenta il raggio di curva viene a mancare la spinta degli sci, e si dice che ‘non si sfrutta l’attrezzo’, mentre sappiamo che gli sci sono fatti apposta per essere deformati!
Altra cosa fondamentale è il momento in cui si applica questa deformazione: se consideriamo la curva divisa in due parti, la prima a favore di pendenza e la seconda a sfavore. Considerato che la forza di gravità ci tira verso valle, se la deformazione dello sci avviene nella prima parte di curva, la spinta generata dallo sci viene diretta anche questa verso valle e si somma alla forza di gravità.
Se invece la spinta sullo sci viene impressa nella seconda parte, la direzione della risposta elastica sarà in verso opposto alla forza di gravità e si perde velocità. In pista, tenere a mente queste due regole significa concentrarsi sullo spingere nella prima parte di curva per riuscire a togliersi dalla curva il prima possibile, liberare il vincolo degli spigoli e sfruttare tutta la pendenza”.
Sei migliorata in questo?
Ci proviamo. Diciamo che sono una buona lavoratrice, e anche in condizioni non ottimali cerco di impegnarmi e ricavare il massimo da quello che si trova. Devo anche combattere quotidianamente con i miei difetti: a volte posso essere un po’ disorganizzata e mi trovo ingarbugliata in mille impegni e faccende da sbrigare. Questo piccolo caos poi te lo ritrovi ovunque!
Tra poco la prova del nove…
“Si, l’11 partiamo per Levi, Finlandia e faremo qualche giorno di allenamento sulla pista per adattarci alla neve e alla visibilità. Poi si inizia con le gare. È la terza volta che affronto la temutissima Levi Black, pista lunga, da interpretare: la prima parte molto facile e piatta tutta da spingere, poi si entra nel ripido dove bisogna invece cercare di tenere il ritmo, ma senza esagerare perché l’errore è dietro l’angolo”.
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